Economia
Intesa, profitti +20% a 4,2 mld. Messina si fa la banca tutta tech (Isybank)
La prima banca italiana chiude il 2021 con un balzo dell'utile del 19,4% a 4,185 miliardi che aumenteranno, secondo il nuovo piano industriale, a 6,5 nel 2025
Il Ceo Carlo Messina promette di distribuire oltre 22 miliardi di dividendi cash nell'arco del nuovo piano
Certo, il risultato deve confrontarsi con l'anno zero della pandemia in cui l'economia italiana è crollata dell'8,9%. Ma nel 2021 la continua crescita delle commissioni nette e il rigore sul controllo dei costi permettono a Intesa-Sanpaolo di chiudere l'anno con 4,185 miliardi di profitti, in crescita di quasi il 20% (19,4%) rispetto all'utile di 12 mesi prima. Crescita contabile che, escludendo le componenti relative all'acquisizione di Ubi Banca, sarebbe del 27,7%, rispetto a una guidance che prevedeva un risultato oltre i 4 miliardi.
L'incremento dei profitti è stato ottenuto nonostante "stanziamenti pari a 2,2 miliardi, di cui 1,7 nel quarto trimestre, per l'ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo". Intesa, in particolare, ha effettuato 1,6 miliardi di rettifiche su crediti, di cui 1,2 nel quarto trimestre (quando l'utile si è attestato a 179 milioni, a fronte dei -3,1 miliardi dello stesso periodo 2020).
Il consiglio di amministrazione che si è svolto in due tempi (dopo la riunione fiume di ieri si è riaggiornato stamattina alle 7) propone di restituire ai soci altri 4,9 miliardi, di cui 1,5 da saldo dividendo (7,89 centesimi di euro per azione, che si aggiungono all'acconto da 1,4 miliardi già pagato) e 3,4 miliardi di buyback (decisione a sorpresa particolarmente piaciuta agli analisti finanziari). Distribuzione che partirà dal 25 maggio 2022 (con stacco cedole il 23 maggio e record date il 24 maggio). Rapportando l'importo unitario al prezzo di riferimento dell'azione registrato lo scorso 3 febbraio, risulterebbe un rendimento (dividend yield) pari al 2,9%.
Nell'intero 2021, i proventi operativi netti si sono attestati a 20,8 miliardi (+1,9%), con interessi netti a 7,9 miliardi (-4,6%) e commissioni nette a 9,5 miliardi (+9,3%). In calo dell'1,1% a 10,9 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income in calo al 52,5%, quasi in linea con la media del settore (51,5%). Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 15,2% deducendo i dividendi e al 14,2% considerando anche il buyback proposto.
Il nuovo piano industriale al 2025
La banca guidata da Carlo Messina ha anche alzato il velo sul nuovo piano industriale al 2025, strategie che secondo il Ceo costruiranno "la banca per i prossimi 10 anni" e che prevedono la distribuzione agli azionisti di oltre 22 miliardi di dividendi cash, con un payout ratio del 70% per ogni anno e un buyback nel 2022 per 3,4 miliardi. Distribuzione che però a partire dal 2023 anno sarà valutata anno per anno.
L'andamento del business prevede ricavi in aumento del 2,3% annuo a 22,8 miliardi, 2 miliardi in più rispetto al 2021, si cui 1,6 di commissioni e 200 milioni dall'attività assicurativa. In particolare è attesa una crescita annua del 3,9% per le commissioni e del 3,3% per il risultato dell'attività assicurativa grazie al forte sviluppo del ramo Danni. Per gli interessi netti è attesa una crescita media annua dello 0,5%. Mentre i costi operativi sono previsti in calo dello 0,8% annuo, con un rapporto cost/income stimato ulteriormente in calo dal 52,5% del 2021 al 46,4%.
Infine, è prevista una "significativa" riduzione del profilo di rischio con un'incidenza dei crediti deteriorati rispetto ai crediti totali allo 0,8% nel 2025 al netto di rettifiche e un costo del rischio di circa 40 punti base in arco piano. L'utile netto è visto al 2025 a 6,5 miliardi dai 4,2 miliardi del 2021 (oltre 5 nel 2022), in crescita dell'11,8% medio annuo. Per l'intero arco temporale del piano è previsto un Cet1 fully phased-in, calcolato secondo le regole di Basilea 3 e 4, di oltre 12%.
(Segue: la creazione di Isybank, chiusura filiali, assunzioni e wealth management in Cina, risiko bancario...)