Intesa-Sanpaolo punta su "Paperoni" e polizze.Messina promette dividendi d'oro - Affaritaliani.it

Economia

Intesa-Sanpaolo punta su "Paperoni" e polizze.Messina promette dividendi d'oro

Il 2017 di Banca Intesa si chiude con 3,8 miliardi di profitti (3,4 di dividendi). Il piano prevede 6 miliardi nel 2021: 4,2 andranno ai soci

Profitti per 3,8 miliardi di euro (a fronte dei 3,1 miliardi del 2016), di cui 3,4 verranno distribuiti agli azionisti come dividendo. Una cedola che corrisponde a 20,3 centesimi per ogni azione ordinaria e 21,4 centesimi per quelle di risparmio.

Si chiude così il bilancio 2017 di Intesa-Sanpaolo, la prima banca italiana per capitalizzazione di Borsa e numero di sportelli sul territorio nazionale, un gruppo che quest'anno ha salovato con il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi (a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali) le due popolari venete. Ovvero Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, finite nella spirale della crisi dei crediti deteriorati.

Contabilizzando anche i soldi del Tesoro, l'utile netto contabile è stato di 7,3 miliardi. Il gruppo guidato da Carlo Messina ricorda anche che escludendo anche i tributi e gli altri oneri al sistema bancario in un anno difficile per il sistema del credito com'era stato anche il 2016, i profitti sarebbero arrivati a quota 4,45 miliardi. Nel 2017, senza considerare il contributo delle banche venete, i proventi operativi sono saliti dell'1,2% a 17,2 miliardi, con interessi netti a 7,1 miliardi (-2,5%) e commissioni nette a 7,7 miliardi (+5,5%). Sostanzialmente stabili (+0,4%) i costi operativi, a 8,7 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 50,9%.

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Sul fronte patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 14% (dato pro forma a regime) e al 13% post Ifrs 9. Il Cda presieduto da Gian Maria Gros Pietro, riunitosi ieri sera e tornato a vedersi questa mattina per ultimare i lavori, ha anche approvato il nuovo piano industriale al 2021, piano che punta a fare di Intesa un gruppo leader in Europa nel wealth management con forte sviluppo nell'assicurazione danni, con un target di 6 miliardi di euro di profitti a fine piano grazie a una robusta crescita dei ricavi da commissione, trend che il sistema bancario sta cavalcando nell'era dei tassi bassi e della forte domanda di risparmio gestito.

La percentuale dell'utile che sarà destinata a dividendo (payout ratio), fa sapere una nota della banca, è prevista all'85% nel 2018, all'80% nel 2019, al 75% nel 2020 e al 70% nel 2021.

Nel dettaglio, si legge in una nota dell'istituto, il piano punta inoltre su "una significativa riduzione del profilo di rischio senza costi straordinari per gli azionisti come "banca numero uno" in Europa per profilo di rischio" in termini di rapporto tra Cet1 e attività illiquide, su "un calo dei costi con un'ulteriore semplificazione del modello operativo, come leader in Europa per efficienza in termini di cost/income".

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Sul fronte bancassurance, Intesa punta a diventare una delle prime quattro compagnie assicurative nel ramo danni in Italia e la prima per i prodotti diversi dal comparto veicoli dedicati al retail, con premi lordi nel ramo danni in crescita a circa 2,5 miliardi di euro nel 2021 da circa 0,4 miliardi del 2017. Quanto alla strategia distributiva il gruppo punta al rafforzamento della capacità distributiva e dell'efficacia commerciale nelle filiali della divisione Banca dei Territori, con l'inserimento di circa 220 specialisti della tutela assicurativa a supporto delle filiali,  aumentando le polizze al giorno per filiale da 0,3 a circa 3 nelle filiali pilota, in linea con l'obiettivo al 2021, un programma di formazione dedicato per circa 30mila persone, di cui circa 5mila nel 2018, l'introduzione di sistemi incentivanti dedicati e circa 300 milioni di euro di investimenti nel 2018-2021 per il rebranding delle filiali retail come filiali 'Bancassurance'. Inoltre è previsto lo sviluppo di una piattaforma digitale open market per attrarre clientela esterna al gruppo. 

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Nella strategia di prodotto il gruppo punta sulla focalizzazione sull'offerta di prodotti diversi dal comparto veicoli per il retail e le piccole e medie imprese e sull'ampliamento della gamma di prodotti, con la creazione di un portafoglio digitale assicurativo per attività di cross-upselling di prodotti diversi dal comparto veicoli, il lancio di prodotti 'Salute e Benessere', l'arricchimento dell'offerta di prodotti dedicati alle piccole e medie imprese e l'offerta di prodotti specifici per clientela ad alto reddito.

Sul delicato fronte dei non performing loan, il gruppo conferma i progetti già annunciati per la propria piattaforma di recupero crediti. La piattaforma di servicing sarà conferita a una newco 'comprendente attività di recupero (per il credito ordinario e per il leasing) e Re.O.Co. (real estate owned company)'. La piattaforma, in precedenza, sarà rafforzata "con investimenti nella qualità dei dati e nei sistemi informativi", con 30 milioni di investimenti in information technology e più persone.

Sarà poi possibile "una partnership con un operatore industriale per migliorare la performance nei recuperi adottando le migliori pratiche internazionali". Sul tema, Intesa sta trattando col colosso scandinavo Intrum Justitia, ma le indiscrezioni parlano anche dei cinesi di Cefc. Complessivamente, Intesa prevede di dimezzare i crediti deteriorati da qui al 2021, raggiungendo i 26,4 miliardi al lordo delle rettifiche dai 52,1 miliardi di fine 2017. 

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Dal punto di vista operativo, poi, Intesa intende adottare una "gestione proattiva del portafoglio immobiliare", con la "creazione di una nuova sede a Milano (Isp City) per ottimizzare la produttività, centralizzando le funzioni di direzione in un'unica sede e ottimizzando i tempi di trasferimento con il centro direzione a Torino". Quale sarà il posto scelto da Messina per la nuova sede meneghina? "Nell'area Expo abbiamo un'opzione per poter sviluppare delle iniziative o in zona limitrofa", ha spiegato il banchiere che ha poi aggiunto: "E' prematuro" dare delle indicazioni sia in termini di tempi sia di progetti ma riteniamo che possano essere impostati entro il 2018 per essere realizzati nel 2019 e 2020".

La banca Intesa mira ad ottimizzare gli immobili in Italia, con la dismissione degli spazi inutilizzati. A livello di gruppo è prevista anche la riduzione delle entità giuridiche, "mantenendo i marchi con più valore per la clientela, con la fusione di 12 società controllate nella capogruppo: Banco di Napoli, Cr Firenze, Cr Pistoia e Lucchesia, Cr Veneto, Carisbo, Cariromagna, Cr Friuli Venezia Giulia, Banca Nuova, Banca Apulia, Banca Imi, Banca Prossima e Mediocredito Italiano". 

Positiva la reazione in Borsa del titolo che all'inizio subisce l'onda ribassista dovuta al clima da correzione che si respira sui listini azionari di tutto il mondo, ma poi risale la china per chiudere con un progresso dello 0,67%.