Economia
Investimenti, gli Etf decollano e arriveranno a 4,5 trilioni nel 2030
Etf, ora si assiste alla nascita della tokenizzazione un processo di digitalizzazione che li rende scambiabili sulle piattaforme blockchain
Investimenti, gli Etf decollano e arriveranno a 4,5 trilioni nel 2030
L'onda è inarrestabile e si slancia verso l'alto con impeto. Il 2023 si è chiuso con un balzo incredibile del 28% nel mercato europeo degli Etf, varcando la soglia stratosferica di 1,8 trilioni di dollari in asset gestiti. Ma non è finita qui: le proiezioni della società di consulenza EY prevedono una corsa sfrenata del 15% annuo nei prossimi sei anni, spingendo il totale degli investimenti in questi strumenti verso i 4,5 trilioni di dollari entro il 2030. È quanto riporta Affari&Finanza.
E non è solo l'Europa a essere travolta da questo turbine finanziario. Anche il mercato globale degli Exchange-traded fund si gonfia a dismisura, superando i 11,6 trilioni di dollari entro il 31 dicembre 2023 e proiettandosi verso la vertiginosa cifra di 25 trilioni in poco più di cinque anni. "Il paesaggio degli Etf sta subendo una rivoluzione epocale", dichiara con fermezza Giovanni Andrea Incarnato, capo del dipartimento italiano di gestione patrimoniale di EY. "È una trasformazione spinta dalla chiara preferenza degli investitori per strumenti ad alte performance, con costi contenuti e una diversificazione che le singole azioni faticano a garantire."
Il vento di questa trasformazione è partito dagli Stati Uniti, sempre pionieri in campo finanziario - basti pensare al lancio del primo Etf sul prezzo spot di Bitcoin - e ora si assiste alla nascita della tokenizzazione di tali asset, un processo di digitalizzazione che li rende scambiabili sulle piattaforme blockchain. In Europa, sebbene il mercato non sia ancora maturo come oltreoceano, c'è un senso di fretta nel recuperare il terreno perduto. Iniziative normative come la Retail investment strategy della Commissione europea mirano ad aumentare il coinvolgimento degli investitori retail, e già si vedono progressi significativi con l'espansione dei piani di risparmio in Etf, partiti in Germania e ora diffusi in tutto il continente. Secondo EY, entro il 2028 saranno investiti 650 miliardi di euro in Europa, rispetto ai 200 miliardi attuali.
E non dimentichiamoci degli Etf Esg, che potrebbero risvegliare l'interesse dopo un anno di rallentamento, visto il crescente interesse per gli investimenti sostenibili. Per l'industria dei fondi comuni, però, il futuro non appare altrettanto luminoso. L'effetto cannibalizzazione è un'ombra che si proietta minacciosa, confermata dai numeri. Gli Etf attivi hanno registrato un'impennata del 250% negli ultimi tre anni, raggiungendo i 700 miliardi di dollari in gestione. La loro quota di mercato sul totale dei fondi attivi regolamentati è passata dal 7% nel 2013 al 15% nel 2022. Questo fenomeno è più evidente negli Stati Uniti, dove la quota è salita dal 10% al 20% nel 2023, rispetto all'Europa, dove il processo è più lento, passando dal 4% nel 2013 all'8-9% nel 2023. "I gestori dei fondi comuni sono certamente preoccupati", conferma Incarnato, "specialmente perché la crescita di questi strumenti esercita una notevole pressione sui prezzi dei prodotti tradizionali."
Dal 2003, le ricerche di EY indicano una costante riduzione del costo medio dei fondi comuni negli Stati Uniti, sceso al 0,66% nel 2022 rispetto all'1,1% di vent'anni fa, rispetto allo 0,44% degli Etf quotati. "Gli scenari che emergono implicano la necessità per i gestori di adattarsi ai cambiamenti nelle preferenze degli investitori", conclude l'esperto, "considerando il lancio di nuove linee di business legate agli Etf o attuando economie di scala per mantenere competitivi i prodotti esistenti".