Economia

Italian Energy Summit 2020: transizione energetica e ripartenza economica

All'Italian Energy Summit 2020 l'analisi sull’evoluzione del settore dell’energia per la ripartenza economica: sostenibilità ambientale e futuro green

Transizione energetica, le strategie per il futuro del settore energetico post COVID.

All'Italian Energy Summit 2020 hanno partecipato i maggori player del settore energetico. I principali focus sono stati la decarbonizzazione, la transizione energetica e il recovery fund, elemento di primaria importanza per la ripartenza economica post Covid.

Italian Energy Summit 2020: l’introduzione di Fabio Tamburini (Il Sole 24 ORE)

Fabio Tamburini, Direttore Il Sole 24 ORE ha introdotto così: “L’Italia nell’energia rinnovabile ha saputo conquistare un posto di tutto rispetto. Il merito della leadership nell’energia rinnovabile è un fatto di cui dobbiamo andare fieri. Tuttavia, abbiamo un problema sia nell’energia rinnovabile, sia nella trasformazione degli impianti: il paese è bloccato per via della burocrazia che rallenta le imprese, mettendo a rischio tutto quello che abbiamo conquistato. Poche settimane fa è stato approvato un decreto semplificazioni, ma la realtà dice che, nonostante questo decreto, il mercato resta fermo. Rischiamo, così, di perdere i primati raggiunti. Mi auguro che alle parole finalmente seguano i fatti e che provvedimenti come il decreto semplificazioni diano risultati concreti”.

Italian Energy Summit 2020: le parole di Giuseppe Ricci (Confindustria Energie)

Giuseppe Ricci, presidente Confindustria Energie, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di eliminare i vincoli burocratici ma anche di valutare tutte le soluzioni in sinergia. Come Confindustria Energia abbiamo sviluppato uno studio sugli investimenti in grado di rispettare gli obbiettivi del PNIEC del 2030, che vedono la produzione e la distribuzione per un investimento di 110mld per assicurare una riduzione della produzione di CO2 di 75mln di tonnellate all’anno.
Questi numeri danno evidenza di come gli interventi sulla filiera energetica siano di sostenibilità ambientale ma anche economica e sociale. Il decreto semplificazione ha fatto un passo in avanti ma occorre fare molto di più. Nei prossimi anni si svilupperanno modelli energetici che oggi non abbiamo: economia circolare, idrogeno e CO2. Servono competenze nuove, resilienti e flessibili che abbiano la capacità di sia di lavorare sinergicamente sia di organizzazione sui territori. La visione di insieme e la partecipazione da parte di tutti i settori pubblici e privati è fondamentale.

Italian Energy Summit 2020: le dichiarazioni di Francesco Starace (Enel)

Francesco Starace, CEO Enel, ha sostienuto: Come Enel siamo presenti in vari paesi europei, abbiamo una visione parallela, in tutti i paesi la progettazione avviene in modi simili avendo chiari i criteri europei. I rischi sono quelli di infilare nei progetti destinati al recovery fund cose che non c’entrano nulla o iniziative che non hanno possibilità di essere realizzate. L’elettrificazione è il punto chiave della transizione energetica. Per la prima volta l’Europa è andata sul mercato a chiedere soldi in prestito come Europa, i progetti devono essere fatti nel tempo giusto affinché l’Europa possa ripagare il debito. Sembra difficile ma l’idrogeno può diventare competitivo in 3-5 anni. Ma non può un singolo paese farlo da solo, c’è bisogno della forza dell’Europa intera. Sono convinto che ogni paese porterà delle iniziative, ma si dovrà definire un sistema collettivo dal quale nascerà l’industria europea dell’idrogeno verde.”


Italian Energy Summit 2020: l’intervento di Claudio Descalzi (Eni)

Claudio Descalzi, CEO Eni, è intervenuto: “Le risorse ci sono ma non sono infinite. Serve competenza e capacità di realizzazione per riuscire a investire i 191mld che sono il tesoretto a disposizione dell’Italia. Dobbiamo gestire bene questi soldi, essere pragmatici perché è un’opportunità incredibile, si può mettere in moto la macchina del cambiamento per un futuro energetico pulito.
Abbiamo realizzato molti progetti legati alla trasformazione del business che diventerà prima ripulitura di CO2 e poi legato alla circolarità di fonti non fossili, recovery fund ci aiuta ad accelerare il processo.
Ci devono essere normative chiare, le istituzioni danno obiettivi, ma poi ci deve essere un coordinamento nelle normative. Non si pensa al futuro con normative vecchie riferite a una struttura energetica diversa da quella di oggi. Siamo più grosso produttore di idrogeno, lo usiamo per noi, ma dobbiamo trovare un mercato che va al di là di quello interno. Abbiamo a Ravenna il più grande polo al mondo di stoccaggio di anidride carbonica. Dal punto di vista progettuale siamo pronti. Ne faremo uno in UK.
Pensiamo nei prossimi 5-6 anni di catturare più di 6mln di tonnellate all’anno di CO2. Questo è importante per noi e per l’Italia.”

Italian Energy Summit 2020: il contributo di Marco Alverà (Snam)

Il gas rimane un ponte fondamentale, perché deve soppiantare il carbone. L’Europa si è data obiettivo ambizioso di arrivare a zero CO2 nel 2050, e la Snam come tutti deve attrezzarsi per questo obiettivo.
Abbiamo un piano da 6,5mld di euro: 5mld sulla snam tradizionale e 1,5mld per i nuovi business: mobilità sostenibile, efficienza energetica, idrogeno. A novembre presenteremo il nuovo piano industriale in cui daremo numeri più precisi.
L’Europa è uscita con un piano idrogeno sempre più convinto. La buona notizia è che i tubi sono quasi tutti pronti a trasportare il 100% di idrogeno.
Se riuscissimo a usare giacimenti di gas per inserire l’idrogeno avremmo un vantaggio pazzesco. L’idrogeno costava più di 60 volte il prezzo del petrolio ma nei prossimi 5 anni può arrivare a costare quanto il petrolio oggi.
Penso che l’Italia sia in prima fila, abbiamo filiera industriale dinamica, abbiamo grandi aziende leader nel proprio settore, abbiamo un vantaggio geografico
“. ha dichiarato Marco Alverà, CEO Snam

Italian Energy Summit 2020: interviene Stefano Donnarumma (Terna)

Stefano Donnarumma, CEO Terna, nel suo intervento: Il Covid. ha costituito una palestra su situazioni e condizioni che si potranno verificare nel futuro. Solo pochi anni fa le unità produttive italiane erano 800 adesso sono già 800mila. L’incremento sarà continuo, bisogna creare presupposti autorizzativi affinché questo avvenga. Bisogna regolare il sistema elettrico nel momento in cui si incrementano le fonti, fra gli argomenti da trattare ci sarà quello dei pompaggi idroelettrici soprattutto in diverse aree del meridione. Nel piano decennale di Terna si parla di 14mld destinati all’irrobustimento del sistema, la resilienza e la capacità di incrementare questo sviluppo. Stiamo lavorando a breve termine per accelerare anche nei prossimi 4-5 anni. Terna è un’azienda che che può utilizzare i fondi del recovery fund ma con attenzione per non togliere risorse ai settori più critici. Abbiamo fatto proposte di alcuni progetti che comportano più di 1mld nell’ottica del recovery fund”.

Italian Energy Summit 2020: Le dichiarazioni di Renato Mazzoncini (A2A)

Renato Mazzoncini, CEO A2A, ha specificato nel suo intervento: Le multi-utility sono centrali rispetto ai temi del recovery fund per la ripresa del nostro paese.
Sono investimenti che potrebbero portare fino a 4000 posti di lavoro nuovi. Investimento importante potrebbe essere l’acqua perché manca una rete nazionale. Abbiamo bacini idrici nel sud Italia che potrebbero essere ripristinati per il pompaggio che serviranno anche come produzione idroelettrica quando le altre fonti rinnovabili sono spente.
A2A gestisce la centrale termoelettrica di Cassano d’Adda, ed è il primo gestore del progetto da 500mln di euro nell’ambito recovery fund per recuperare il calore che va nel fiume Adda dalla centrale, portarla a Milano riuscendo a riscaldare 150mila famiglie senza emettere altra CO2.
Abbiamo un accordo con Snam per ragionare sull’utilizzo di idrogeno nelle centrali termoelettriche. Adesso bruciamo metano che rilascia CO2 con l’idrogeno non rilasceremmo CO2. Il risultato è che l’efficienza può arrivare al 90%.
Bisogna però accelerare la burocrazia. Se le cose rimanessero così il risultato è che perderemmo i soldi del recovery fund. Non abbiamo alternative al fatto di semplificare questi processi a scapito di autorità locali
”.

Italian Energy Summit 2020: L'intervento di Nicola Monti (Edison)

Abbiamo centrali idroelettriche in funzione da 130 anni, la nostra storia nel rinnovabile parte da molto lontano.
Il recovery fund è un’occasione unica, servirà amplificarlo con i fondi che i privati possono mettere a disposizione. Ci siamo allineati con gli obbiettivi del PNIEC, abbiamo 1mld di euro di cantieri già aperti nella generazione low-carbon, mobilità sostenibile e efficienza energetica. Non siamo ancora i principali operatori nel settore di efficienza energetica, facciamo servizi di gestione del parco energetico di vari gruppi industriali al quale abbiamo aggiunto quella che si rivolge alla pubblica amministrazione, in particolare al settore sanitario e di edilizia pubblica.
Sulla mobilità sostenibile abbiamo un accordo con Toyota di cui siamo fornitori e installatori. Siamo stati i primi in Italia nel gas liquefatto per il trasporto, abbiamo un polo a Ravenna di gas liquido che sarà il primo per il trasporto pesante. Guardando avanti per la fine del decennio c’è il tema idrogeno sul quale siamo interessati a partecipare. Sarà utile l’unione delle imprese per diminuire i costi. Tutti miriamo alla diminuzione di costi come abbiamo visto con le energie rinnovabili
” ha affermato nel suo intervento Nicola Monti, CEO Edison.

Italian Energy Summit 2020: le parole di Paolo Gallo (Italgas)

La trasformazione digitale è centrale nel nostro piano industriale che presenteremo a fine ottobre. Già nello scorso piano abbiamo investito oltre 1mld per la trasformazione digitale. Abbiamo l’obiettivo entro fine anno di sostituire vecchi contatori con oltre 30mila dispositivi digitali nuovi. Abbiamo lavorato molto sullo sviluppo delle competenze digitali del nostro personale, abbiamo dato a tutti i dipendenti dispositivi mobili, questo ci ha permesso di risolvere i problemi nel lockdown e di far crescere le competenze digitali del personale. Tutto il nostro personale era connesso perfettamente, garantendo sicurezza e continuità di fornitura."  ha sostenuto Paolo Gallo, CEO Italgas "Posso dire che a fine anno supereremo gli investimenti realizzati nel 2019, e andremo vicino ai 700mln di investimenti del 2020. Abbiamo fatto proposta sulle gare del gas, per sbloccare gli investimenti dal governo perché la quantità di investimenti che si possono sbloccare è significativa: oltre 3mld l’anno soltanto nel nostro settore. Il problema vero è che le gare si bloccano per motivi burocratici e non sono dovute a scarse risorse finanziare. Si rischia di avere un’Italia a macchia di leopardo perché le medio piccole imprese stanno investendo poco e non hanno l’obbligo di sostituzione dei contatori e una rete non digitale. La metanizzazione in Sardegna sta andando avanti con rapidità per dare futuro energetico all’isola. Abbiamo un investimento da 500mln per la Sardegna, siamo orgogliosi che anche la Sardegna avrà il gas metano.

Italian Energy Summit 2020: Le parole di Luca Bettonte (Erg)

Bettonte, CEO Erg, ha dichiarato: ”Tutto il mondo sta riconoscendo come lo sviluppo dell’energia rinnovabile sia fondamentale. Gli investimenti sono di grandissima dimensione in tutto il mondo, il recovery fund è importantissimo, abbiamo di fronte a noi un percorso complesso ma importante e affascinante.
Sottolineo in questo contesto l’anticipo con cui portiamo avanti il nostro piano industriale. Abbiamo lanciato il piano nel 2018 con conclusione nel 2022 ma faremo un upgrade nel corso del prossimo anno e lo porteremo fino al 2025. Dovevamo crescere di 850MW, ad oggi abbiamo raggiunto già il 75%. Il nuovo contesto potrebbe consentire accelerazioni negli investimenti grazie alle novità del decreto semplificazioni. Siamo però in ritardo con riferimento al 2030 e al 2050, le aziende sono pronte tecnologicamente e finanziariamente ad investire, il problema è che per farlo il processo è molto lungo e complesso. Serve maggiore coordinamento tra i vari attori del processo autorizzativo, bisogna andare verso una semplificazione attraverso l’introduzione di tempi decisionali ben predefiniti
”.