Economia

L'effetto pandemia peserà sul sistema produttivo lombardo, veneto ed emiliano

Eduardo Cagnazzi

Le previsioni sul futuro dello shipping in uno studio di Contship Italia e Srm. Il report: va cambiato il modello: più sostenibilità e servizi a valore aggiunto

La pandemia da Covid-19 potrebbe ridurre i volumi di traffico container nei porti cinesi di oltre 6 milioni di Teu nel primo trimestre dell’anno. Flessione che se confermata potrebbe incidere su un calo del traffico globale dello 0,7% e delle call settimanali delle navi cinesi del 20%. Ciò impatterà i flussi gestiti dai porti europei in maniera variabile: nello scenario più pessimistico, secondo i dati elaborati da Alphaliner, le percentuali sul totale degli scambi per scali come Amburgo e Rotterdam oscillerebbero tra il 6 e l’8% mentre per Trieste, La Spezia e Genova il range si attesterebbe tra il 4 e il 5%. Sono le previsioni sul futuro dello shipping emerse dalla presentazione via webinar del report “Corridoi ed efficienza logistica dei territori”, seconda edizione della survey di Contship Italia Group e Srm (Centro studi legato a Intesa Sanpaolo) sulle preferenze logistiche di oltre 400 imprese manifatturiere di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, cluster produttivo del paese che rappresenta complessivamente il 50% dell’interscambio nazionale per un totale di 255 miliardi di euro. 

Dai dati raccolti prima dell’emergenze, e proprio per questi interessanti, viene confermata l’importanza del porto di Genova come sbocco per l’export delle tre regioni (80% del totale rispetto al 74% registrato l’anno scorso) seguito da La Spezia e Venezia. Lo studio rileva soprattutto  la crescita dello scalo spezzino che sale di 18 (41%) rispetto alla rilevazione precedente. Tra le tendenze attestate, la prevalenza dell’utilizzo del trasporto stradale 83% e la quota marginale dell’intermodale (17%, con un picco del Veneto al 25%). 

Rispetto alla proiezione internazionale delle imprese,  secondo il report, crescono i traffici con l’Europa (dal 12% al 47% in Lombardia, curva simile in Veneto ed in Emilia Romagna) mentre resiste l’export a lungo raggio (Asia, 40%; Nord America, 20%). Aumenta il numero delle imprese che gestiscono la logistica in proprio, passando dall’15% al 31% (in Lombardia il dato si porta al 29% e in Veneto al 34%) mentre permane la prevalenza all’uso dell’ex-works che anzi cresce dal 64% al 67% dall’ultima survey. Numeri poco positivi anche per quanto concerne il tema sostenibilità. Solo il 16% delle aziende intervistate dichiara di gestire il tema della sostenibilità attraverso uno specifico modello di governance interna e di ingaggio con i portatori di interesse. 

“Siamo positivamente sorpresi dall’interesse e dal dialogo generati da questo report negli ultimi due anni. Questo progetto è nato per costruire un osservatorio che aiuti, tramite la realizzazione di interviste dettagliate delle imprese manufatturiere, a esaminare e tracciare come si evolve il sentiment di mercato”, commenta Daniele Testi, direttore Marketing e Comunicazione del Gruppo Contship Italia, che aggiunge: Serve un patto tra manifattura, logistica, ricerca e credito per ricostruire un made in Italy della logistica in modo che venga percepito come valore aggiunto al prezzo dei nostri prodotti. Sono tematiche che dovrebbero avere un posto privilegiato in un capitolo della prossima finanziaria per quanto riguarda le politiche di sviluppo economico”.

Alessandro Panaro, Responsabile dell'Area di Ricerca Maritime & Mediterranean economy di Srm, commenta: “Siamo orgogliosi di questo lavoro, che rappresenta il confronto costruttivo tra ricerca, manifattura e operatori logistici”.