Economia
L'Italia riparte, ma incognite sul futuro: boom di centenari e culle vuote
Il rapporto annuale dell'Istat fotografa una realtà fatta di luci ma anche di ombre. Mentre l'inflazione avanza, il Paese invecchia e si impoverisce
Al tempo stesso, però, il numero stimato di ultracentenari in Italia ha raggiunto il suo più alto livello storico, sfiorando, al 1 gennaio 2023, la soglia delle 22 mila unità, oltre 2 mila in più rispetto all'anno precedente. Gli ultracentenari sono in grande maggioranza donne, con percentuali superiori all'80% dal 2000 a oggi. Si stima che nel 2041 la popolazione ultraottantenne supererà i 6 milioni; quella degli ultranovantenni arriverà addirittura a 1,4 milioni. L'Italia dunque si riconferma, mai come oggi, un "Paese per vecchi". Non a caso siamo i primi per numero di anziani in Europa e secondi al mondo (con il 24%) dopo il Giappone (28%).
Lavoro e imprese
Dopo la fine della pandemia il mondo delle imprese italiane ha mostrato una notevole capacità di resilienza agli shock originati dall'incremento dei prezzi dei beni importati, e in particolare dai prodotti energetici: ha trasferito sui prezzi di vendita l'aumento dei prezzi degli input produttivi, ma al contempo ha avviato anche strategie più complesse per rafforzare la competitività e incrementare l'efficienza energetica. Per quanto riguarda l'occupazione, nel corso del 2022 il numero di occupati è cresciuto del 2,4% (+545mila unità) facendo registrare un aumento di molto superiore rispetto a quello osservato nel 2021 (+0,7 per cento pari a 167mila unità). Tuttavia, questo dato rimane comunque inferiore ai numeri conseguiti dai principali paesi europei e dell’Ue nel complesso.
È ancora scarsa invece la percentuale delle imprese che si occupa di innovazione, una su due (50,9%). Ma c’è un notevole gap di produttività tra chi la fa e chi non la fa: quasi il 40%. E questo potrebbe essere una spinta per cominciare a investire nell’innovazione. Scarsa la percentuale di giovani sotto i 35 anni che ha una sua impresa: appena uno su dieci circa (11,7%500 mila in numero assoluti), mentre quella delle donne è arrivata ad essere quasi una su tre (il 27%, + di un milione e 200 mila).