Economia

L'Italia riparte, ma incognite sul futuro: boom di centenari e culle vuote

di Redazione Economia

Il rapporto annuale dell'Istat fotografa una realtà fatta di luci ma anche di ombre. Mentre l'inflazione avanza, il Paese invecchia e si impoverisce

Giovani, lavoro e formazione

Per quanto riguarda l’occupazione giovanile (25-34 anni) risultano occupati nel 2022 quasi 8 giovani su 10 nel Centro-Nord a fronte dei 5 circa nel Mezzogiorno. In Italia poi, nel 2022 quasi un quinto dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione, sono i cosiddetti "Neet". Nel rapporto si evince che il tasso italiano di "Neet" è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo e, nell'Unione europea, secondo solo alla Romania.

Tra il 2012 e il 2022 la quota di giovani tra 25 e 34 anni che hanno conseguito almeno un titolo di studio secondario superiore è cresciuta di 6 punti percentuali, raggiungendo il 78%, ancora 7,4 punti al di sotto della media europea. E’ poi rimarcato lo svantaggio del Mezzogiorno (per i giovani 25-34enni la differenza con la media nazionale è di 4,7 punti percentuali al Sud e 9,1 nelle Isole) e la situazione più favorevole per le ragazze, con una quota di oltre 5 punti superiore a quella dei coetanei maschi. Tra i 18-24enni, l’anno passato l'11,5% ha invece abbandonato precocemente gli studi, senza conseguire un diploma secondario superiore. L'incidenza degli abbandoni è superiore di oltre 4 punti tra i maschi rispetto alle femmine e, sul territorio, sfiora il 18 per cento nelle Isole.

Famiglie, cresce la povertà

Oltre una famiglia su quattro risulta ancora in povertà energetica dopo aver ricevuto i bonus sociali per l’elettricità e il gas, il 25,1%, secondo il rapporto annuale dell’Istat. L’ammontare dei bonus sociali, pensati per mitigare l’impatto sulle famiglie della crescita dei prezzi dei beni energetici, è in media di 992 euro per famiglia beneficiaria e oltre il 90% del valore totale della spesa va alle famiglie più povere, quelle nei primi due quinti di reddito. Complessivamente le famiglie che hanno una spesa energetica troppo elevata unite a quelle il cui reddito scende sotto la soglia di povertà, una volta fatto fronte alle spese energetiche, sono l’8,9% di quelle residenti in Italia.

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