L’oro tornerà sopra i 1400 dollari: uno sguardo ai driver di prezzo
Coloro che sono interessati alle materie prime o più in generale a soluzioni di trading alternativo in situazioni di particolare avversione al rischio sul mercato, avranno certamente notato la spettacolare ripresa dell’oro vista finora nel 2016; questa giunge dopo un lungo periodo di ribassi che han fatto seguito alla crisi finanziaria del 2008-2009, dove l’oro aveva raggiunto il suo apice nel settembre 2011 di $1814 per oncia.
Dal recente bottom del 17 dicembre 2015 di 1050$ per oncia, l’oro ha fatto molta strada. Nel primo trimestre dell’anno l’oro è passato da poco oltre i 1060$ per oncia registrati il 1 gennaio ad un massimo dell’11 febbraio poco sotto i $1250, prima di calare ulteriormente. All’inizio di febbraio le borse hanno toccato i minimi annuali, per poi iniziare un graduale e incostante tentativo di ripresa, che è giunto all’apice a giugno, prima del terremoto imprevisto della Brexit.
Con l’incertezza che ha avvolto nuovamente i mercati globali, esacerbata dal voto dell’elettorato britannico del 23 giugno 2016 di abbandonare l’Unione europea, l’oro ha iniziato ad apprezzarsi, superando il livello di 1300$ subito dopo il voto, per poi crescere costantemente dopo un iniziale test del supporto a quota $1300.
Molti analisti hanno alzato le proprie stime sull’oro per quest’anno e per l’anno prossimo, ma riuscirà a tornare ad essere scambiato oltre i $1400? Non tutti sono concordi e il più recente andamento sembra confermare tale scetticismo, anche se il prezzo medio target dell’oro secondo i 12 analisti e trader oggetto dell’indagine di Bloomberg, potrebbe raggiungere i $1424 per oncia entro la fine dell’anno.
Emanuele Rigo, analista di AvaTrade, commenta così: “L’andamento dell’oro sarà determinato in gran parte dall’intensità e dalla durata del clima di incertezza che interessa il mercato, nonché dagli eventi geopolitici che causano corse verso asset rifugio, come visto con i recenti attacchi di Nizza e il colpo di stato in Turchia”.
Nel più lungo periodo, tra i driver del prezzo dell’oro troviamo attualmente diversi fattori:
- Le prospettive di crescita negli USA e i rischi di ribasso all’economia americana, che a loro volta influenzano la decisione del FOMC di alzare i tassi di interesse USA. Da 4 rialzi dei tassi previsti per il 2016, fino a giugno 2 rialzi sembrava il nuovo target per l’anno, ma a questo punto anche 2 rialzi sembrano, agli occhi di molti, improbabili.
- La domanda dall’Asia che sta accumulando quantità ingenti di oro per la decisione della Banca centrale cinese di espandere le proprie riserve, che dal 2009 al 2015 sono aumentate di oltre il 50%, ma si attestano comunque a circa 1/5 di quelle della Federal Reserve USA.
- L’incertezza sui mercati del post-Brexit. La questione della Brexit non avrà una risposta in tempi brevi, con la nuova Premier May che ha annunciato che si prenderanno tutto il tempo necessario primo di invocare l’articolo 50 che avvia il processo formale di uscita. Tuttavia l'Alta Corte di Giustizia di Londra è stata chiamata a pronunciarsi ad ottobre per determinare se il Governo ha la facoltà di usare i cosiddetti “prerogative powers” e decidere autonomamente se avviare il processo di separazione, oppure sarà il parlamento a dover legiferare in quanto il referendum, sotto il profilo giuridico, ha solo finalità consultativa. La battaglia legale potrebbe finire anche alla Corte suprema, con ulteriori ritardi e incertezze per l’avvio del processo di divorzio, che è improbabile possa avere inizio prima del 2017, per un’uscita entro il 2019.
In settimana abbiamo visto una certa volatilità sui mercati, con il parziale ritorno della propensione al rischio e le speculazioni che vedono ora il rialzo dei tassi di interesse USA più probabile alla luce dei recenti dati positivi pubblicati. Questo ha portato l’oro a calare ai minimi di tre settimane e chiudere mercoledì 20 luglio a quota $1319.30 per oncia e, a meno di una nuova ondata di avversione al rischio sui mercati, nel breve termine l’oro sembra destinato a raggiungere il livello di supporto sotto ai $1300, un passo più lontano dalla soglia dei $1400. Come evolverà la situazione nei prossimi giorni? Solo il tempo potrà dircelo.