Economia
La Fed alza i tassi dello 0,25%, la guerra contro l'inflazione non è finita
La banca centrale americana ha aumentato il costo del denaro di un altro quarto di punto, portandolo tra il 5,25% e il 5,5%
"Gli indicatori recenti - si legge nel comunicato finale - suggeriscono che l'attività economica si è espansa a un ritmo moderato. Negli ultimi mesi la crescita dei posti di lavoro e' stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L'inflazione rimane elevata".
"Il sistema bancario statunitense è solido e resistente", prosegue il Fomc. "L'inasprimento delle condizioni di credito per famiglie e imprese potrebbe pesare sull'attività economica, sulle assunzioni e sull'inflazione. L'entità di questi effetti rimane incerta. Il Comitato, si conclude, rimane molto attento ai rischi di inflazione", si conclude.
In conferenza stampa, il presidente Jerome Powell ha mantenuto equilibrio spiegando che l'approccio per il futuro si baserà sui dati macro che arriveranno decidendo "riunione per riunione". Interpellato dai giornalisti sulle mosse di settembre, Powell ha ribadito il concetto: "Può essere che aumenteremo i tassi se i dati lo giustificheranno o potremmo fermarci" sempre se le indicazioni che ci arrivano lo richiederanno.
In ogni caso, ha osservato, il calo dell'inflazione a giugno è una buona notizia anche se si tratta di un mese. Il numero uno della banca centrale ha poi spiegato che i tassi resteranno alti per un po' di tempo e che, di conseguenza, nessun taglio dei tassi è previsto quest'anno. L'inflazione, ha detto, "non tornerà al 2% almeno fino al 2025" evidenziando tuttavia che nessuna recessione è prevista nel 2023.