Economia

La Russia è in default tecnico: che cosa significa e quali sono le conseguenze

di Marta Barbera

La guerra tra Russia e Ucraina manda Mosca in default tecnico: che cosa significa? Che cosa può succedere ora? Il punto

Ma quali sono le conseguenze del default tecnico della Russia? In realtà, almeno per ora, secondo gli economisti e il mercato, si tratta di una circostanza che ha più una valenza "simbolica". Mosca è già un Paese emarginato, per gran parte, sia a livello economico, finanziario e politico. Ora, con lo scatto di un default tecnico si trova impossibilita a ottenere nuovi fondi dall'estero prima di aver saldato i debiti. 

A fare la differenza in questo caso è il fatto che il default tecnico sia dovuto non alla mancanza di denaro da parte del debitore ma alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori. Ecco perché il Cremlino parla di un "default artificiale" causato dalle sanzioni dell'Occidente. “Chiunque può dichiarare quello che vuole e può provare ad attaccare alla Russia qualsiasi etichetta. Ma chiunque capisca la situazione sa che non si tratta in alcun modo di un default”, ha detto nei giorni scorsi il ministro della Finanze russo Anton Siluanov.

Default tecnico per la Russia, che cosa succederà ora? 

Che cosa succederà ora? Dichiarazioni ufficiali da parte dei mercati ancora non sono arrivate. Solitamente ad emettere la sentenza di fallimento di uno Stato sovrano sono le principali agenzie di rating. Le sanzioni ora vietano a ciascun di loro di esercitare attività in e con la Russia. Per alcuni economisti interpellati da Bloomberg “una dichiarazione di default è un evento simbolico”. Il governo infatti, spiegano, ha già perso l'occasione di emettere debito denominato in dollari.

Il default annunciato, seppur simbolico, è certamente, da una parte un campanello d'allarme per chi fosse intenzionato a comprare titoli di stato russi, dato l'alto rischio, e dall'altra un duro colpo all'immagine oltre che del Paese anche di chi lo rappresenta: il presidente Vladimir Putin. Per la Russia è il secondo mancato rimborso del debito estero dopo quello del 1918. In quell'occasione il governo sovietico si rifiutò di ripagare le somme accumulate dagli zar.