Economia

Lapo Elkann: Italia Independent è in profondo rosso e ha bisogno di capitale

di Marco Scotti

Le numerose iniziative, non sempre riuscitissime, che sogna una nuova sfida: guidare la Juventus

Italia Independent ha bisogno di nuovo capitale

Lapo Elkann prova in ogni modo ad avviare iniziative imprenditoriali in proprio. È ammirevole la pervicacia con cui tenta di “emendarsi” dal cognome che porta, separando il suo corso da quello dell’ingombrante fratello John e del cugino Andrea Agnelli. Solo che c’è sempre qualcosa che non funziona come dovrebbe. L’ultimo inciampo in ordine di tempo è quella di Italia Independent Group, specializzato nello sviluppo di progetti di lusso con partner prestigiosi come Hublot. Celebre la linea di occhiali (eyewear direbbero i più chic). Iniziata in pompa magna, l’avventura però non funziona granché. Tanto che ieri sera la società ha dovuto emettere un comunicato allarmante, annunciando una perdita di oltre 24 milioni.

“Nonostante lo sforzo profuso dal management e il supporto finanziario del principale azionista Lapo Elkann, che ha immesso nell’arco di cinque anni risorse per oltre 25 milioni di Euro, del socio Creative Ventures e del mercato – si legge nel documento -, la società controllata Italia Independent (“I-I”) non è stata in grado di raggiungere i risultati ipotizzati nei vari business plan. Inoltre, alle difficoltà di I-I si sono aggiunte circostanze esterne e imprevedibili che hanno aggravato la situazione (Covid, contesto macro-economico e rischi geo-politici). Il percorso di risanamento del Gruppo prevede per IIG un intervento per la ristrutturazione del suo indebitamento e, per I-I, l’attivazione di un piano di ristrutturazione aziendale attraverso la modifica del modello di business, una significativa riduzione del perimetro delle attività aziendali e la ristrutturazione dei debiti”. Lapo ha già dato la disponibilità a intervenire personalmente per ripianare le perdite e rilanciare il gruppo.

La storia personale tormentata del nipote preferito dell’Avvocato Agnelli è costellata di bizzarrie ma anche di sofferenze personali. In molti hanno sempre teorizzato che un Elkann, nato da quei lombi e con quella disponibilità economica, non si possa permettere alcuna debolezza. Una falsità che però rimane cucita addosso al giovane Lapo. Che, come da tradizione, esordisce in una catena di montaggio della Piaggio, partecipa a uno sciopero per aumentare i salari. Poi torna dalla parte che gli compete della barricata e diviene assistente personale di Henry Kissinger. Tornato in Italia, muove i primi passi nei tesori di famiglia. 

Altri progetti imprenditoriali

La nuova 500, che è lui stesso a spingere e a volere nel 2004, quando John diventa vicepresidente di Fiat, non gli riconoscerà mai il tributo che merita. Perché si dimette dal ruolo di “capo progetto” nel 2005 e non si potrà mai intestare il lancio fantascientifico della nuova vettura a Torino. Da lì, il tentativo di mettersi in proprio con Italia Independent che quota all’Aim nel 2013. Ma le cose non funzionano granché, nonostante l’ingresso di un socio come Creative Ventures che rileva circa il 25% delle quote, mentre a Lapo rimane il 53,6%. In un anno la performance del gruppo sul segmento minore di Borsa Italiana è drammatica: perde oltre il 60% della capitalizzazione e oggi vale poco più di 11 milioni, meno della metà di quanto pompato da Lapo negli anni. 

Nel frattempo, procedono gli altri progetti. Con Luca Cordero di Montezemolo, all’epoca presidente del Cavallino, lancia una linea di Ferrari customizzate per una clientela extra-lusso. Di Lapo si ricordano bene a Milano per una peculiarità: la capacità di parcheggiare le sue automobili in luoghi decisamente sgradevoli. Celeberrima la volta in cui, in corso San Gottardo, bloccò il tram 3 con il suo Suv “camouflage” per una mezz’ora e venne ricoperto di contumelie da parte degli utenti (oltre a vedersi recapitare una multa stratosferica). 

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