Lavazza si rafforza negli States. La guerra del caffè con le Big Corp
Il settore del caffè è in piena trasformazione e attira sempre più l’attenzione di colossi come Coca-Cola e Nestle. Anche i Pesenti sono entrati nella partita
Anche Zanetti sta puntando molto sulla crescita all’estero, avendo tra l’altro aperto ulteriori caffè Segafredo Zanetti Espresso presso gli aeroporti internazionali del Cairo, di Changchun (Cina), di Phon Penh (Cambogia), a Pattaya (Thailandia) e a Jakarta (Indonesia).
Da qualche tempo Zanetti oltre a guardare ad Asia e Africa come mercati di espansione sta provando a sfruttare un trend relativamente nuovo, quello del caffè come bevanda fredda (“cold brew”), da bere allungata con ghiaccio. La mania, che potrebbe fare orrore ad un consumatore-tipo italiano, è in decisa crescita negli Usa e sembra essere una delle opzioni strategiche su cui anche Illy (terzo produttore italiano dopo Lavazza e Segafredo con 467 milioni di fatturato lo scorso anno e un utile di 15,4 milioni) vuole puntare. Illy però, dopo aver resistito alle avances di Nestle e Jab, dovrà prima portare a termine una riorganizzazione che permetterà una separazione più netta delle attività che fanno capo ad Andrea (il business del caffè) da quelle guidate dal fratello Riccardo (tutte le altre attività diversificate, dai vini Mastrojanni, al cioccolato Domori fino al te Dammann).
Attività, queste ultime, che potrebbero sbarcare in borsa, a differenza di quelle più strettamente legate al caffè, per le quali si starebbe semmai guardando ad un’apertura a Milano di un grande bar-caffeteria. Insomma: il settore del caffè dopo alcuni anni di consolidamento è in pieno fermento e anche se la concorrenza è destinata a rimanere alta, potrebbe rivelarsi una delle scommesse vincenti del 2019. Resta solo da capire chi tra i “signori del caffè” tricolore saprà approfittarne maggiormente.
Luca Spoldi
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