Economia

Lavoro: Cgia, a rischio 120mila posti ma 190mila restano inevasi (anche offrendo il posto fisso)

A novembre 2024 record storico italiano di lavoratori dipendenti con un contratto a tempo indeterminato

di redazione

Lavoro: Cgia, a rischio 120mila posti ma intanto 190mila restano inevasi

"Nonostante le numerose crisi aziendali che affliggono il Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro, entro i prossimi tre mesi le imprese italiane hanno dichiarato all’Unioncamere/ministero del Lavoro l'intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori, di cui 380mila circa a tempo indeterminato”. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia, facendo presente però che “in un caso su due, sussiste il rischio di non poter procedere alle assunzioni a causa della carenza di candidati o dell'impreparazione delle persone che si presentano ai colloqui. Pertanto, a fronte di 120mila lavoratori che potrebbero perdere il posto, nei primi tre mesi di quest’anno le imprese non sarebbero nelle condizioni di coprire, nemmeno offrendo un posto fisso, almeno 190mila posizioni lavorative”.

Insomma un “paradosso”, come sottolinea l’associazione stessa, che si spiega in parte con il “costante decremento della popolazione giovanile e un incremento significativo della fascia più anziana” che porta gli imprenditori a manifestare “una crescente preoccupazione per la mancanza di personale che è decisamente superiore ai possibili effetti di una nuova crisi che, tuttavia, si sta diffondendo in buona parte dell'Unione Europea”.

A novembre 2024 record storico italiano di lavoratori dipendenti con un contratto a tempo indeterminato

Sebbene le ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) totale autorizzate siano in deciso aumento e la questione salariale sia tornata prepotentemente a infiammare il dibattito politico nazionale dopo la grave perdita di potere d’acquisto registrata negli anni post-Covid, in valore assoluto il numero dei lavoratori dipendenti italiani con il posto fisso ha toccato, nel novembre scorso, il suo record storico pari a 16.264.000 addetti. Per contro, i lavoratori a termine sono in flessione; sempre nello scorso mese di novembre si attestano attorno alla stessa soglia che avevamo a novembre del 2020, vale a dire 2.652.000 occupati. Un risultato importante che, comunque, va analizzato attentamente. Il livello retributivo in Italia si presenta mediamente inferiore rispetto a quello riconosciuto ai dipendenti dei paesi con cui competiamo quotidianamente. E sebbene un lavoratore possa beneficiare del cosiddetto posto fisso, non è da escludere che, a causa di uno stipendio molto contenuto, si trovi invischiato nelle nuove forme di povertà sempre più diffuse soprattutto nelle grandi aree urbane. Fenomeni di profondo disagio che sino a un decennio fa non avvertivamo con la stessa preoccupazione con cui si presentano ora. Tuttavia, se l’alternativa alla crescita dei lavoratori con il contratto a tempo indeterminato è la disoccupazione, la precarietà o, peggio ancora, il lavoro sommerso, non possiamo che salutare con soddisfazione il record ottenuto.