Economia
Lavoro, Orlando chiude la porta a Landini. "Licenziamenti liberi da luglio"
Il ministro non accoglie la proposta del segretario della Cgil che chiedeva la proroga del blocco ad ottobre: "Già tutto deciso"
Lavoro, Orlando chiude la porta a Landini. "Licenziamenti liberi da luglio"
Il governo Draghi ha preso una decisione destinata a far discutere, sbloccati i licenziamenti a partire dal 1° luglio. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha confermato le intenzioni del premier di non offrire nessuna proroga al blocco licenziamenti con il DL Sostegni bis, che terminerà di fatto il 30 giugno 2021. L'Esecutivo sta pensando a misure alternative, come il contratto di rioccupazione, ma una cosa è chiara: a luglio i datori di lavoro potranno iniziare a licenziare. Respinta quindi - si legge sulla Stampa - la proposta del segretario generale della Cgil Landini, che chiedeva una proroga del blocco per tutto ottobre. "La decisione è stata assunta nello scorso decreto. Ora si sta riflettendo su qual è il modo migliore col quale provare a mitigare gli effetti della crisi" ha spiegato ieri il ministro a margine di una iniziativa all’Assolombarda, aggiungendo di trovare "difficile rimettere in discussione, per la composizione della maggioranza, una decisione che era già stata assunta".
L’alternativa alla proroga del blocco? "Trovo più percorribile - prosegue la Stampa - la possibilità di differenziare per settori e/o di subordinare l'eventuale licenziamento a un utilizzo della quota di cassa integrazione per spostare temporalmente eventuali ricadute negative dello sblocco" ha risposto Orlando. Secondo il quale occorre vedere «condizione aziendale per condizione aziendale» e valutare l’utilizzo di "strumenti che affrontino le situazioni dove le ferite sono più' profonde".
Insomma "piuttosto che norme generalizzate che rischiano di fare dei favori a chi non ne ha bisogno e non dare abbastanza a chi è in grave difficoltà". Orlando vuole vedere se è possibile "declinare meglio gli interventi facendoli corrispondere alle singole situazioni, perché da un lato non tutti i settori hanno reagito nello stesso modo al Covid, dall'altro non tutte le aree del Paese sono nelle stesse condizioni. Quindi sarebbe sbagliato avere strumenti uguali per situazioni diverse".