Economia

Le confessioni di Marchionne: "No a Psa, il mio successore sarà Altavilla"

A quattro anni dalla morte del manager, alcune indiscrezioni inedite sulle possibili alleanze, sul ruolo di Montezemolo e sulla successione al timone di Fca

Marchionne: "No all'alleanza con Psa"

Un ritratto inedito e intimo quello consegnato dal Corriere della Sera di Sergio Marchionne per il quarto anniversario della sua scomparsa. Nell'articolo a firma di Bianca Carretto vengono raccontate le ultime volontà del manager che aveva salvato la Fiat dal fallimento. Prima di tutto, in un incontro con la giornalista a Roma, in occasione dell'ultima uscita pubblica del dirigente abruzzese con passaporto canadese, il racconto dell'addio a Montezemolo: quando venne liquidato dalla Ferrari, a Cernobbio, "mi vergognavo come un ladro, ma fui costretto a farlo, lui non meritava di essere cacciato in quel modo". 

Sulle alleanze Marchionne era stato molto chiaro: "Mi brucia di non aver concluso nessuna alleanza con General Motors ma non farò mai un accordo con i francesi di Psa, andremo avanti da soli, saremo all’altezza dei nostri concorrenti. Ho il dovere di proteggere gli stabilimenti, i nostri dipendenti, non andremo mai via dall’Italia, l’Alfa Romeo tornerà grande. Io ci sarò sempre... E poi, dopo di me ci sarà Alfredo". Altavilla, oggi presidente esecutivo di Ita, era l'erede designato di Marchionne. Ma Exor, alla morte del manager, preferì il più "malleabile" Mike Manley, in vista della fusione con Psa che sarebbe avvenuta meno di due anni dopo.