Economia

Le piccole e medie imprese pagano 19 miliardi di tasse in più dei big del web

di Redazione Economia

Le piccole imprese pagano molte più tasse dei colossi del web. Il nuovo report della CGIA

No all’eliminazione dell’Irap, avvantaggerebbe le multinazionali

Nel 2022 il gettito complessivo riconducibile all’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) è stato pari a 28,7 miliardi di euro, di cui 17,8 sono stati versati dalle imprese private e 10,8 dalle Amministrazioni pubbliche. Con il disegno di legge di riforma del fisco approvato nei mesi scorsi dal governo Meloni, l’intenzione è di eliminare definitivamente l’applicazione di questa imposta sulle imprese private, compensando il mancato gettito attraverso un inasprimento dell’IRES (Imposta sui Redditi delle Società) di pari importo. Se apparentemente questa decisione appare neutra per le casse dello Stato, in realtà rischia di “avvantaggiare” quelle multinazionali o grandi aziende che fanno utili milionari in Italia, ma poi versano le imposte sul reddito di impresa nei Paesi a fiscalità di vantaggio, magari in paesi extra UE. Insomma, con l’eventuale eliminazione dell’IRAP, rischiamo di appesantire ulteriormente il carico fiscale su coloro che le tasse le pagano correttamente in Italia. Ricordiamo, infatti, che questa imposta si applica sul “valore della produzione netta” derivante dall’attività esercitata nel territorio della regione o provincia autonoma in cui è ubicata, calcolato in maniera differenziata in base alla tipologia dei soggetti e delle attività esercitate. L’imposta è un “tributo proprio derivato” il cui gettito è attribuito alle regioni, le quali devono, pertanto, esercitare la propria autonomia impositiva entro i limiti stabiliti dalla legge nazionale. Il gettito dell’IRAP concorre, nella misura e nelle forme stabilite dalla legge, al finanziamento del Servizio sanitario nazionale e presenta un rischio di evasione molto contenuto. A decorrere dal 31 dicembre 2015, infine, il legislatore ha alleggerito il peso di questa imposta per non gravare soprattutto sulle aziende che creano posti di lavoro, in particolar modo quelli stabili. Infatti, è stata prevista la possibilità di dedurre integralmente dal calcolo della base imponibile l’intero costo sostenuto per i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato.

Tra i big solo la Germania applica alle imprese un’aliquota fiscale superiore alla nostra

Tra i 27 paesi UE, l’Italia è al quarto posto per livello di aliquota fiscale applicata alle società di capitali (Srl, Spa, etc.). Con una soglia del 27,9 per cento - dato dalla somma dell’IRES (24 per cento) e dell’IRAP (3,9 per cento) - solo la Germania (29,8 per cento), il Portogallo (31,5 per cento) e Malta (35 per cento) presentano un’aliquota più elevata della nostra. Rispetto alla media dell’Area euro scontiamo un differenziale aggiuntivo di 4,9 punti. Se, invece, vogliamo stimare il contributo che le imprese italiane forniscono alle casse pubbliche, si arriva a quantificare una cifra che si aggira attorno ai 99,4 miliardi di euro (7) . Importo, quest’ultimo, che corrisponde al 12,9 per cento del gettito fiscale complessivo.

(1) Ultimo anno in cui i dati sono disponibili. Ricordiamo che il Pil dell’Italia ha registrato una caduta del 9 per cento.
(2) Irpef, Ires e Irap.
(3) Ultimo dato disponibile.
(4) I 25 gruppi WebSoft monitorati sono: Amazon (10 companies based in Italy), IBM, Microsoft, Alphabet, SAP; META, Salesforce, Otto, Oracle, Qurate, ADP, Adobe, Alibaba, Uber e Vipshop.
(5) Nel 2021 il Pil italiano è cresciuto del 7 per cento. Questa impennata, rispetto al 2020, comporterà anche un deciso aumento del gettito erariale versato dalle piccole imprese.
(6) Area Studi Mediobanca, “Software & Web Companies (2019-2022)”, Milan, 30 november 2022.
(7) E’ stato considerato il gettito IRAP, IRES e IRPEF (per la quota in capo ai lavoratori autonomi), ritenute e dividendi, imposte capital gain, contributi previdenziali personali versati dai lavoratori autonomi.