Economia

Legge di Stabilità, i tecnici della Camera smontano la manovra di Renzi

Tasi, Imu agricola e il tetto ai compensi nelle partecipate partecipate e alla circolazione del contante. Poi, ancora, il gettito del canone Rai in bolletta elettrica e i tagli ai patronati. Sbarcata in Parlamento per iniziare il proprio iter di approvazione che dovrà terminare entro il 31 dicembre, pena l'esercizio provvisorio, i tecnici di Camera e Senato, rinuniti in una sessione che vede le commissioni Bilancio congiunte, smontano pezzo per pezzo la legge di Stabilità, facendo le pulci alla manovra così com'è stata disegnata dal premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

Tasi e Imu agricola. Nel dossier del Servizio Bilancio di Camera e Senato sul disegno di legge della Stabilità si legge che l'aumento della dotazione del Fondo di solidarietà comunale in sostituzione del gettito Tasi per le prime case, e di quello Imu per i terreni agricoli, previsto della legge di Stabilità, "limita la possibilità di manovra dei Comuni". Nel mirino dei tecnici sono finiti in particolare i commi 6 e 7 dell'articolo 4, quello che abolisce la Tasi sulle abitazioni principali e l'Imu agricola e per gli imbullonati. Il minor gettito derivante da questa scelta (3,75 miliardi di euro circa) deve esser compensato dal governo, per non creare buchi nei bilanci comunali. Nei fatti, il comma 6 interviene sul Fondo di solidarietà comunale, quello per il finanziamento dei Comuni ai fini perequativi, alimentato con quote parte dell'Imu di spettanza degli stessi enti locali. Dal 2016, la dotazione del Fondo viene incrementata proprio per tenere conto delle nuove esenzioni.In particolare, secondo i tecnici, tale misura "può determinare un irrigidimento dei bilanci comunali in quanto limita la possibilità di manovra dei Comuni a valere sulle proprie entrate a scapito della voce maggiormente rigida e fissa del fondo in esame".

Canone Rai in bolletta. "Poiché si prefigurano maggiori entrate – ancorché prudenzialmente non contabilizzate – pur in presenza di un importo unitario del canone più contenuto (100 euro a fronte dei 113,5 euro dovuti per il 2015), è ragionevole ipotizzare - scrivono poi i tecnici - che l'individuazione del nuovo importo del canone sia stato effettuato tenendo conto, oltre che della sua adeguatezza rispetto alle esigenze di copertura di oneri alle quali la risorsa è destinata a legislazione vigente - delle risultanze di una analisi in merito all'entità della riduzione dell'evasione attesa in conseguenza dell'implementazione delle nuove modalità di pagamento del canone previste dalla disposizione in esame. Sarebbe utile poter disporre della stima operata in merito, anche al fine di verificare se sia tenuto conto dell'impatto, sul gettito atteso, di eventuali contenziosi in relazione ad incertezze applicative che potrebbero derivare dalla nuova presunzione legale di possesso di apparecchio televisivo e dagli obblighi posti a carico di soggetti privati e non privi di rilevanza economica".