Economia

Lusso, i cinesi di Gangtai cedono Buccellati. I gioielli italiani a Richemont

Andrea Deugeni

Un gioiello Buccellati per Richemont. Dopo i contatti per la vendita d'inizio 2016 fra il fondo Clessidra, all’epoca socio di controllo dello storico gruppo del made in Italy fondato da Mario Buccellati nel 1919 che ha avuto fra i suoi clienti anche il poeta Gabriele D'Annunzio, e il colosso del lusso svizzero (operazione poi andata in fumo con la cessione ai cinesi di Gangsu Gangtai Holding), Buccellati finisce nel portafoglio del gruppo controllato dal miliardario sudafricano Johann Rupert. Impero commerciale che deve metà del suo fatturato proprio al settore gioielleria.

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Buccellati andrà infatti a far compagnia a marchi come Cartier, Montblanc e Van Cleef & Arpels. L’annuncio è arrivato da Richemont che non ha rivelato però l’importo della transazione. A fine dicembre 2016, al momento cioè della vendita da parte di Clessidra, passato nel frattempo da Claudio Sposito alla Italmobiliare della famiglia Pesenti, il 100% del capitale di Buccellati Holding Italia era stato valorizzato nella transazione circa 230 milioni.

L'acquisizione è stata finalizzata ieri e, secondo quanto sottolinea Richemont, non avrà alcun impatto significativo sul patrimonio netto consolidato o sul reddito operativo per l'anno in corso.

"Buccellati è una delle poche case" che "completa le nostre case di gioielleria esistenti", ha commentato l'operazione il presidente Rupert. Buccellati è famosa per i suoi gioielli di ispirazione rinascimentale e per alcune tecniche orafe come la lavorazione dell'oro come il pizzo. Nel 2013 la casa di gioielleria, presente, oltre che in Italia, anche in numerosi mercati internazionali come Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Australia e in Cina, era entrata a maggio 2013, dopo l'esperienza Simest, nel portafoglio-marchi di Clessidra.

Poco più di tre anni e mezzo dopo era passata sotto le insegne cinesi quando Gangtai Holding, che controlla Gangsu Gangtai Holding, ha acquisito oltre l'85% delle azioni precedentemente detenute dal fondo di investimento Clessidra e dalla famiglia Buccellati. Il 15% era rimasto con quote paritarie al fondo e alla famiglia milanese. 

Ora un deal che non coglie di sorpresa e che porta Buccellati nelle braccia di un investitore industriale. Dopo che ad agosto del 2017 il presidente del gruppo GangtaiXu Jiangang, aveva annunciato un ambizioso piano di investimenti da 200 milioni in cinque anni per portare il marchio italiano nel mondo e ad espandersi soprattutto nel Dragone e nel Far East asiatico, le restrizioni imposte da Pechino ai finanziamenti all’estero su lusso e all'entertainment avevano infatti contribuito a frenare le ambizioni dei cinesi che avrebbero dovuto far salire il numero dei negozi Buccellati da 40 a 150.  

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