Economia
M5S-Lega, Draghi: riforme priorità.Juncker, con populismi meno solidarietà
"Le riforme strutturali restano una priorita' a livello nazionale". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo convegno dedicato allo Stato dell'Unione in corso a Firenze. Il tema non e' certamente nuovo essendo un richiamo costante negli interventi del Presidente della Bce. Tuttavia assumono un peso importante nel momento in cui in grandi Paesi come l'Italia avanzano forze politiche che non condividono le attuali scelte di Bruxelles.
"Sappiamo che le riforme strutturali spingono la crescita -dice Draghi- Guardando agli ultimi 15-20 anni i Paesi dell'area euro con strutture solide hanno mostrato tassi di crescita molto piu' elevati. E sappiamo che questi Paesi si riprendono piu' rapidamente dagli shock". Draghi si e' appellato ai governi: "Completare l'unione bancaria e quella dei mercati e' una condizione necessaria per aumentare la condivisione dei rischi nell'Eurozona". Il rilancio del disegno europeo passa attraverso un maggiore integrazione.
"Assurdo pensare che un Paese esca dalla moneta unica" ha commentato il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani nel suo intervento. "Tre quarti dei cittadini dell'Eurozona ora sono a favore della moneta unica", gli ha fatto eco il capo della Bce. I cittadini europei "si aspettano che l'euro dia la stabilita' e la prosperita' promesse" ed "e' nostro dovere, come autorita', ricambiare la loro fiducia".
Anche se non e' politicamente ne' tecnicamente facile l'area euro deve dotarsi "di uno strumento di bilancio supplementare, per garantire la convergenza durante le fasi di shock senza dover sovraccaricare la politica monetaria". Uno strumento di condivisione dei rischi "fornirebbe una ulteriore leva di stabilizzazione, rafforzando cosi' la fiducia nelle politiche nazionali". Non e' pero' semplice arrivare a questo traguardo vista la resistenza opposta dai Paesi del Nord. Ma le emergenze dell'Europa non sono solo di natura economica. Non meno grave il tema dell'immigrazione.
L'allarme e' arrivato dal presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Nel suo intervento ha ricordato che l'emergenza migranti "non e' alle spalle" e che l'Europa ha bisogno di piu' solidarieta' per riformare "un sistema di asilo che non funziona". Un problema tanto piu' grave perche' "populisti e nazionalisti hanno avuto materia per alimentare i loro sentimenti e aumentare il distacco dagli altri". Cosi' la solidarieta' si sfilaccia e si perde poco a poco.
I Paesi del Nord Europa, per indicare quelli del Sud che affrontano il flusso dei profughi, hanno "riscoperto un'espressione che detesto: il club del Mediterraneo". Invece "la solidarieta' fa parte del patto fondativo dell'Europa". Un passaggio dell'intervento del presidente della Commissione ha riguardato il Fondo per gli investimenti europei.
"Il piano che porta il mio nome - ha spiegato - fino a oggi ha mobilitato risorse per 285 miliardi nei 27 paesi dell'Unione. Ma non bastano. Abbiamo previsto 500 miliardi fino al 2020 che salgono a 600 entro il 2022. Vedremo il prossimo anno se il piano Juncker sara' stato un successo o un fallimento". Al piano, messo a punto con i tecnici della Bei, si aggiungeranno le altre risorse del nuovo budget europeo: "Sono altri 650 miliardi" quindi, commenta, ci saranno risorse ingenti per gli investimenti.