Economia
Manovra, Bankitalia: "L'economia fatica". Istat: "2,4 milioni di beneficiari in più del taglio del cuneo"
L'Inps promuove la legge di bilancio. Proseguono le audizioni alle Commissioni Bilancio
Manovra, Bankitalia: "L'economia fatica". Istat: "2,4 milioni di beneficiari in più del taglio del cuneo"
L'economia italiana fatica a rilanciarsi nel 2024. Alla luce dei nuovi dati, osserva il vice capo del dipartimento Economia di Bankitalia nell'audizione alla Camera sulla manovra, 'in assenza di una significativa accelerazione dell'attività economica nella parte finale dell'anno, la crescita del Pil indicata nel Psb per il biennio 2024-25 appare più difficile da conseguire'. Tra le osservazioni, anche quella sui fondi per la sanità: nei prossimi 10 anni serviranno il 30% di medici in più. Inoltre, l'approccio della manovra sulle detrazioni 'basato su soglie fisse per scaglioni di reddito genera inevitabilmente discontinuità che a regime potrebbero compromettere l'equità del prelievo'. Per l'Ufficio parlamentare di bilancio, nel testo ci sono 'misure fiscali complesse, poco intellegibili' e i fondi per la sanità 'crescono meno della spesa, con rischi per le Regioni'.
Manovra, l'audizione di Bankitalia
"Secondo i dati recenti, ancora insufficienti a tracciare un quadro completo e affidabile, l'attività economica faticherebbe a recuperare slancio nello scorcio di quest'anno".Lo ha sottolineato il vice capo del dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia Andrea Brandolini in audizione sulla manovra. "In prospettiva la riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d'acquisto delle famiglie potranno fornire un impulso positivo all'economia". Tuttavia alla luce dei nuovi dati, "in assenza di una significativa accelerazione dell'attività economica nella parte finale di quest'anno, la crescita del prodotto prefigurata nel Psbmt per il biennio 2024-25 appare più difficile da conseguire".
Nel prossimo decennio il turnover del personale sanitario e il potenziamento dell'assistenza territoriale previsto dal Pnrr genereranno un fabbisogno, in termini di incidenza sull'organico alla fine del 2022, per i medici (compresi di base e pediatri) pari al 30% e per gli infermieri al 14. Queste dinamiche sono ancora più pronunciate nel Mezzogiorno. Sono i dati riportati da Bankitalia nell'audizione sulla manovra. A legislazione vigente, spiega Via Nazionale, tutto il personale con almeno 60 anni alla fine del 2022 cesserà di lavorare nell'arco dei prossimi dieci anni: ciò corrisponde a più di 27.000 medici, oltre 24.000 infermieri e altrettanti addetti del ruolo tecnico e a 28.000 fra medici e pediatri di base. La missione 6 del Pnrr sul potenziamento dell'assistenza territoriale richiederà almeno 19.600 infermieri e 6.300 operatori socio sanitari, prevalentemente in aggiunta rispetto alla dotazione attuale.
L'approccio della manovra sulle detrazioni "può rivelarsi efficace nel ridurre l'ammontare delle spese fiscali, rispetto al tentativo di intervenire selettivamente solo su alcune. Tuttavia, il disegno basato su soglie fisse per scaglioni di reddito genera inevitabilmente discontinuità che a regime potrebbero essere significative e compromettere l'equità del prelievo", afferma Brandolini in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "La scelta alternativa di fissare un tetto alle detrazioni che sia funzione il più possibile continua del reddito lordo dichiarato eviterebbe di creare salti nel profilo delle aliquote marginali effettive. - prosegue - Inoltre, la differenziazione dei tetti al totale della spesa detraibile in base al numero di figli ne accresce la complessità e rischia di creare una sovrapposizione rispetto alla redistribuzione operata attraverso l'Assegno unico universale".
Istat: '2,4 milioni di beneficiari in più del taglio del cuneo'
Sono 2,4 milioni in più i lavoratori che nel 2025 beneficeranno del nuovo taglio del cuneo previsto dalla manovra nella forma di bonus fino a 20.000 euro e di detrazione da 20.000 a 40.000 euro, portando il totale dei beneficiari a 17,4 milioni. E' quanto emerge dai calcoli presentati dall'Istat in audizione alle commissioni Bilancio. Nel dettaglio, i nuovi beneficiari saranno 2,9 milioni e riceveranno un beneficio medio di 576 euro l'anno. D'altro canto, circa 500mila individui lo perderanno: si tratta, spiega l'Istituto, di coloro che hanno un reddito di riferimento per i contributi sociali inferiore a 35mila euro e un reddito complessivo superiore a 40mila e che usufruivano della decontribuzione in vigore nel 2024.
Nel 2023 il 7,6% della popolazione italiana aveva rinunciato a curarsi, contro il 6,3% del 2019. "La quota di quanti hanno rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (2,8% nel 2019). Le rinunce per motivi economici riguardano il 4,2% della popolazione, quelle per scomodità del servizio l'1,0%. A lanciare il monito è il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli, che durante la sua audizione ha citato l'indagine 'Aspetti della vita quotidiana' con informazioni sulle persone che, pur avendone bisogno, hanno dovuto rinunciare a un accertamento diagnostico o a una visita specialistica.
Firenze, Milano e Bologna sono le città metropolitane ai primi posti per Benessere equo e sostenibile dei territori (BesT). Reggio di Calabria, al contrario, vive i maggiori svantaggi. Un'analisi dell'Istat mette a confronto le 14 città metropolitane - dove vive il 36,2% della popolazione - e mostra una predominanza, al Nord e al Centro, di indicatori sopra la media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi, con l'eccezione positiva di Cagliari. Roma è in posizione intermedia "facendo idealmente da spartiacque" tra città del Centro-Nord e del Sud, con vantaggi nel 54,8% degli indicatori ma pure "forti contrasti".
L'Inps promuove la manovra
Sulle pensioni il ddl bilancio "prevede interventi che potrebbero determinare effetti positivi in termini macroeconomici, con risvolti anche favorevoli sulla tenuta del sistema previdenziale". Lo ha detto il presidente dell'Inps Gabriele Fava in audizione sulla manovra di fronte alle commissioni riunite Bilancio.
Secondo il presidente dell'Inps, il ddl "segna una soluzione di continuità rispetto agli interventi transitori di contemperamento delle tensioni inflazionistiche degli anni 2022-2023, peraltro con la ulteriore previsione di misure temporanee a sostegno delle categorie di pensionati che versano in condizione di maggiore fragilità". Sotto questo profilo, "assume rilevanza - prosegue Fava - il ritorno al regime di perequazione ordinario delle pensioni rispetto all'inflazione, il quale non può essere eccessivamente disatteso se non per far fronte a situazioni connotate da temporaneità come accaduto soprattutto negli anni del Covid. Il recupero pieno dell'inflazione, che "si stima attestarsi allo 0,8% per l'anno 2024, permette di superare il raffreddamento attuato per il biennio 2023-2024 per i redditi pensionistici più elevati. Mentre per il biennio 2025-2026 la proroga degli interventi a favore dei pensionati con reddito pensionistico inferiore al trattamento minimo Inps (articolo 25) permette di rientrare gradualmente dal sostegno per i pensionati in maggiore difficoltà. C'è da tener presente in ogni caso che il livello di inflazione registrato, se da un lato mette meno sotto pressione le finanze pubbliche, fa registrare incrementi delle prestazioni contenuti". Secondo Fava con le misure di trattenimento in servizio (articolo 23) e flessibilità in uscita (articolo 24) "il Ddl predispone un impianto allo stato coerente, attraverso interventi che riguardano tanto la permanenza nel mercato del lavoro quanto una maggiore gradualità nel passaggio alla pensione".
Quota 103, introdotta nel 2024 per il pensionamento anticipato, risulta poco utilizzata "in ragione della scarsa convenienza del calcolo contributivo del regime delle decorrenze previste e del limite all'importo della pensione fino all'età di accesso alla pensione di vecchiaia: ad oggi risultano circa 1.600 domande", ha sottolineato il presidente dell'Inps. "Il sistema contributivo sta andando progressivamente a regime e i potenziali lavoratori interessati al canale di uscita hanno una rilevante quota di pensione calcolata con il sistema contributivo; quindi, anticipare il pensionamento non risulta conveniente per l'effetto dei coefficienti di trasformazione in rendita del montante", ha spiegato.
Upb,in manovra misure fiscali complesse poco intellegibili
La riforma fiscale introdotta dalla manovra, che comprende Irpef, bonus fino a 20.000 euro e detrazione da 20.000 a 40.000 euro, aumenta le già ampie differenze nel trattamento fiscale delle diverse categorie di contribuenti (dipendenti, pensionati e autonomi) che tuttavia si annullano per redditi superiori a 50.000 euro. La compresenza di tre strumenti per la riduzione del prelievo sul lavoro dipendente, che interagiscono tra loro in modo articolato, "produce un'architettura fiscale complessa e difficilmente intellegibile per i suoi destinatari". E' il giudizio dell'Upb, ascoltato dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Anche sulle detrazioni e l'introduzione del quoziente familiare, "sebbene la riforma costituisca un passo nella direzione del contenimento delle spese fiscali (tax expenditures), occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, anche per evitare di aumentare la complessità del sistema".