Economia

Manovra, Di Maio: "Saldi invariati. Quota 100 e reddito non slittano"

Di Maio: "I punti cardine e i saldi" del documento di Bilancio "restano invariati"

Luigi Di Maio tira dritto e frena sulle aperture all'Unione europea dopo la cena di riavvicinamento tra Juncker e Conte e il vertice di governo che aveva confermato la disponibilità italiana a fare qualche passo indietro sulla Legge di Bilancio.

Il vicepremier e leader del M5S ha detto all'Adnkronos che "i punti cardine e i saldi" del documento di Bilancio "restano invariati", mentre "stiamo cercando semplicemente di migliorare la quota investimenti e questo aiuta molto la manovra". Parole in contraddizione rispetto all'apertura sul 2,4% di deficit/Pil, che la Commissione Ue ritiene inaccettabile, e a rimodulare gli interventi come reddito di cittadinanza e quota 100 delle pensioni per liberare risorse da destinare alle spese in conto capiale, più che all'assistenzialismo. "Non tradiremo i cittadini, chi attende il reddito di cittadinanza lo avrà", ha detto invece Di Maio garantendo che "reddito e quota 100 non slitteranno" e che la "platea non cambia".

Secondo il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici per l'Italia "la porta resta aperta, la mano tesa. Dobbiamo cercare con tutte le forze delle soluzioni condivise nell'interesse degli italiani e della zona euro", ha detto Moscovici, commentando la manovra italiana in conferenza stampa a Parigi.

Sulla eventualità che la procedura per deficit eccessivo (nell'ambito del mancato rispetto delle regole sulla discesa del debito) sfoci in una multa europea all'Italia inadempiente, Moscovici ha rilevato: "Non sono mai stato un partigiano delle sanzioni. Penso che le sanzioni siano sempre un fallimento". Piuttosto, ha aggiunto, "sono sempre stato un commissario favorevole alla flessibilità, aperto al dialogo tra Roma e Bruxelles, legato a un'Italia che rimanga al centro della zona euro".

Proprio dell'incontro di sabato scorso a Bruxelles con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha quindi riferito che si è svolto in un clima "utile, costruttivo, amichevole e disteso", sottolineando, tra l'altro, che la riunione ha permesso di "capirsi meglio per cercare di progredire insieme".

Moscovici non ha comunque dimenticato di annoverare la situazione italiana tra i fattori di tensione, come d'altra parte ha implicitamente ricordato soltanto ieri il governatore Draghi. Le tensioni commerciali globali, la Brexit, e la manovra italiana sono le tre principali "incertezze" che pesano sull'Europa, ha detto il commissario europeo ricordando che ad ora - in attesa che si concretizzino le aperture di Palazzo Chigi - tre principali rilievi fatti all'Italia dalla Commissione Ue - crescita, deficit, debito - "al momento attuale non hanno trovato risposta". "Continuiamo a pensare che la manovra italiana comporti rischi per aziende, risparmiatori e cittadini italiani. Questo rischio ha un nome: si chiama debito al 130% del Pil".