Economia

Manovra, Italia già nell'angolo Ue. Juncker: "Con l'ok, ira degli altri Paesi"

Juncker: "Se accettassimo tutto quello che il governo italiano propone, avremmo delle controreazioni virulente in altri Paesi della zona euro"

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di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Il giorno dopo il varo della legge di Bilancio, il Draft Budgetary Plan inviato a Bruxelles ieri sera prima della mezzanotte, gli occhi sono tutti puntati sulla Commissione europea che deve dare accendere il proprio disco verde alla manovra o rigettarla. Mentre il Financial Times, uno dei quotidiani di riferimento dei mercati titola "'Il D-Day per lo sbarco della manovra italiana a Bruxelles è arrivato, con l'obiettivo del Governo populista Lega-Cinque Stelle di scardinare le regole europee sulla finanza pubblica dei Paesi membri", arrivano le prime parole del presidente dell'esecutivo comunitario. Quel Jean Claude Juncker spesso finito nel mirino delle critiche dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Parole che non lasciano certo ben sperare per il prosieguo del cammino della manovra italiana.

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"Non abbiamo ancora messo in questione il bilancio dell'Italia. Abbiamo lanciato degli avvertimenti, forse prematuri. Se accettassimo tutto quello che il governo italiano propone, avremmo delle controreazioni virulente in altri Paesi della zona euro. Alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l'accusa di essere troppo flessibili con l'Italia", ha spiegato Juncker.

Il numero uno della Commissione si è definito preoccupato per lo "stato delle finanze pubbliche del nostro Paese", anche se ha specificato di non avere "pregiudizi". "Discuteremo con i nostri amici italiani - ha aggiunto - nello stesso modo in cui discutiamo con gli altri Paesi membri".

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In che modo Bruxelles passerà al lumicino la nostra legge di bilancio? Non certo valutando i contenuti, ma i saldi di finanza pubblica. "La Commissione non interviene sulle scelte specifiche della legge di bilancio italiana, ma si occupa del 'risultato finale, del saldo". E "a prima vista c'è uno scarto tra ciò che è stato promesso e ciò che il governo ha presentato oggi: mi interessa il saldo, ci sono gli impegni presi dall'Italia dal governo precedente e dal governo (di oggi) a livello del Consiglio europeo e a livello dei ministri delle finanze", ha specificato infatti Juncker che nel pomeriggio sentirà al telefono il premier italiano Giuseppe Conte

Il nostro Paese ha disegnato un programma economico finanziato tramite deficit, non in linea infatti con il percorso di aggiustamento dei conti pubblici concordato con Bruxelles, fissando una soglia di deficit/Pil al 2,4% per il 2019, superiore allo 0,8% fissato precedentemente dal governo Gentiloni.

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Juncker poi ha definito l'eventualità che il tema Italia sia sollevato al vertice dei capi di stato e di governo come "un'idea non saggia". "Prima di tutto - ha aggiunto - la Commissione deve valutare il progetto di bilancio e dovra' dare la sua opinone, poi ci sono l'Eurogruppo e l'Ecofin, poi il Consiglio, non cominciamo dalla fine della procedura, cominciamo dall'inizio, non bisogna mettere sul banco degli accusati l'Italia, sarebbe un giudizio prematuro e inesatto che non corrisponderebbe alla realta' del vostro paese".

Il numero uno della Commissione Ue ha più volte ribadito che il governo italiano difende "legittimamente i propri punti di vista" e che deve essere rispettato. Tuttavia, ha ricordato che le istituzioni europee e la Commissione meritano analogo rispetto da parte dell'Italia. "Rifiuto il modo di descrivere la Commissione e l'Unione europea come una banda di putchisti, non legittimata, che si arroga il potere di dettare le leggi ai governi: la Commissione e' formata da ex ministri, da ex premier, siamo degli eletti".

Non è chiaro a questo punto se ci sia una via di uscita per evitare una bocciatura del progetto di bilancio da parte della Commissione. Juncker è stato fermo sulla necessità di rispettare i patti e gli impegni, ma non ha fornito anticipazioni sulle mosse dei prossimi giorni. Quantomeno spera in un ravvedimento del governo. "Faccio riferimento al genio italiano, gli italiani comprendono bene le cose, sanno che alla lunga non si puo' spendere piu' di quanto c'e' nelle casse dello Stato, e' un principio di buon senso e dunque credo che spiegando bene le cose.... Tutto dipenderà della discussione che avremo e dal risultato finale", ha concluso.