Economia
Mattarella difende lʼautonomia di Bankitalia. Segnale di Visco al governo
Bankitalia: Panetta dg, Franco e Perrazzelli vice
Non solo i conti e stime di crescita tra le preoccupazioni del Colle. Un altro elemento a preoccupare in il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la commissione d'inchiesta sulle banche. Commissione che potrebbe partire puntando il dito proprio sulla vigilanza di Bankitalia. Cosa che al Colle si vuole evitare. Bankitalia deve essere al riparo da ogni governo e la sua indipendenza deve essere tutelata, secondo la linea del Colle.
Così Visco ha nominato i due nuovi componenti del Direttorio (Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli) e promosso Fabio Panetta a direttore generale (al posto di Salvatore Rossi) spiegando al Quirinale che teneva al fatto le tre nuove nomine passassero in un solo pacchetto, senza enucleare quella del solo Panetta. I timori del governatore, che tiene a preservare l'indipendenza della banca centrale secondo il funzionamento del sistema di regole del Paese (l’ordinamento prevede che agli organi di Via Nazionale spetti indicare le proprie figure di vertice, senza interferenze, neanche indirette, da parte del potere politico), riguardavano il fatto qualcuno nel governo Conte cercasse di spacchettare la nomina di Panetta, non controversa, per fermare invece le altre due: Franco, ragioniere dello Stato in uscita (oggetto di attacchi dei 5 Stelle durante la stagione di bilancio in autunno) e Perrazzelli, ex amministratore delegato di Barclays in Italia, figura nota ai gialloverdi.
Nel caso di Luigi Federico Signorini, invece, il governatore lo ha riconfermato quasi due mesi fa ma il governo a cui spetta solo esprimere un parere non vincolante per poi mandare la nomina alla firma di Mattarella non si è ancora pronunciato, bloccando la procedura. Se il Colle non avesse firmato la nomina dei due nuovi membri del direttorio, l'organo rischiava la paralisi con soli due componenti, Visco e Panetta. Con le designazioni di ieri si apre così una fase nuova, in cui ora tocca al governo muovere su Signorini.
Giovedì al Quirinale si sono alternati il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il governatore di Bankitalia: a loro Mattarella ha trasmesso la sua moral suasion sul preservare l'indipendenza della banca centrale. In quest'ottica, delicata è anche la questione della Commissione parlamentare sulle banche. Secondo il Corriere della Sera, il capo dello Stato non è contrario alla commissione, ma trova strano che il suo mandato sia così ampio: si dovrebbe occupare di banche, assicurazioni (vigilate da Banca d’Italia), agenzie di rating e dunque dell’intero rapporto fra Paese, mercati finanziari e sistema di governo europeo.
Il Quirinale non lo dice apertamente, ma vuole evitare che una commissione con un mandato così vasto si trasformi in un sistema di pressione su Via Nazionale e altri attori pubblici o privati. O che sia disegnata per mettere in scena audizioni aggressive, spettacolari ma alla fine senza costrutto a figure dei mercati, delle istituzioni italiane o di quelle europee. Una caccia pubblica al capro espiatorio che come effetti avrebbe soltanto quello di spaventare gli investitori, mettere in cattiva luce il Paese come ambiente non business-friendly e in una situaziuone difficile com'è quella dell'andamento dei conti pubblici italiani (il debito/Pil tornerà a salire quest'anno e il prossimo), far finire il Paese nel mirino dei mercati.
Bankitalia: Panetta dg, Franco e Perrazzelli vice
- "In data odierna", si legge in una nota dell'istituto centrale, "il Consiglio superiore della Banca d'Italia, su proposta del governatore e ai sensi dello Statuto, in seduta straordinaria ha nominato direttore generale Fabio Panetta, gia' membro del direttorio in qualita' di vice direttore generale, con decorrenza dal 10 maggio 2019. In conseguenza di tale nomina, al fine di integrare il direttorio, il Consiglio superiore ha nominato quali vice direttori generali Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli, con analoga decorrenza".
Bankitalia: Panetta, l'economista al servizio di 4 governatori
Sono ben 4 i governatori della Banca d'Italia che hanno apprezzato e sfruttato le capacita' di economista di Fabio Panetta. Il suo approdo sulla poltrona di direttore generale non sorprende. Il suo cursus honorum all'interno dell'istituto non ha mai conosciuto intoppi sin da quando, giovanissimo, preparava le analisi sui mercati monetari per Carlo Azeglio Ciampi. Romano, 60 anni, il suo ingresso a Palazzo Koch risale al 1985 dopo la laurea in economia alla Luiss, il master alla London School of Economics e il Phd alla London Business School. I primi passi li muove al Servizio studi, presso la direzione Monetaria e finanziaria, di cui assume la guida nel 1999. A notarlo in quegli anni e' Antonio Fazio, che ne fara' il suo primo 'consigliere' per i temi bancari.
Ma l'ascesa di Panetta non si ferma con le dimissioni dell'ultimo governatore a vita, costretto all'addio da una serie di scandali bancari nel 2005. Anche Mario Draghi ne apprezza doti e capacita' e nel 2007 lo nomina capo del Servizio studi di congiuntura e politica monetaria. Dal 2010 e' anche responsabile del Rapporto sulla stabilita' finanziaria. Nel 2011 diventa direttore centrale con il compito di coordinare le attivita' collegate alla partecipazione della Banca d'Italia all'Eurosistema e l'analisi della stabilita' finanziaria. L'8 ottobre 2012, Ignazio Visco, lo sceglie come componente del direttorio. E il suo ruolo di vicedirettore generale viene confermato anche nel 2018.
In questi anni Panetta ha seguito tutti i dossier piu' caldi sotto il profilo bancario ed ha anche fatto parte della vigilanza della Bce. In piu' occasioni ha attaccato il bail-in, "L'esperienza mostra che la sua applicazione rischia di minare la fiducia nelle banche e generare instabilita'; non e' un caso che le autorita' in piu' Paesi tendano a evitare di applicare tale strumento, sinora utilizzato sporadicamente", ha avuto modo di sottolineare non piu' tardi tre mesi fa. Negli anni si e' costruito un profilo di tecnico competente e corretto, deciso nel difendere gli interessi nazionali in Europa e negli organismi internazionali di cui fa parte. Non ultima le energie spese per far valere le ragioni degli istituti tricolori sulle linee guida proposte dalla Bce per definire gli accantonamenti necessari a far fronte ai crediti deteriorati