Economia

Mediaset cresce di taglia con la Spagna. E si prepara alle nozze con Prosieben

Il Biscione si fonde con Mediaset Espana e Mediaset Investment NV e sposta la sede legale in Olanda. Secondo step per la creazione del polo tv europeo

Dopo il blitz della scorsa settimana nel capitale della tedesca Prosieben, Pier Silvio Berlusconi mette a segno il secondo step del suo progetto di creazione di un polo televisivo generalista europeo. Un progetto  comunicato al mercato a Borsa chiusa e che al momento passa per la fusione fra la casa madre Mediaset, quotata alla Borsa di Milano e la controllata al 55% Mediaset Espana, quotata invece sul listino di Madrid. 

mediaset

 

I rispettivi consigli di amministrazione delle due società, convocati in maniera lampo oggi, hanno varato un riassetto societario complessivo che prevede l’unione di tre entità: oltre al Biscione e alla divisione spagnola, la fusione interesserà infatti anche Mediaset Investment NV, branch di diritto olandese che diventerà l’unica holding del broadcaster di Cologno Monzese che trasferirà dunque la propria sede legale (e non fiscale) ad Amsterdam (ma manterrà quella operativa in Italia) e che, dopo esser ridenominata Mediaforeurope (Mfe), vedrà le proprie azioni negoziate sia a Piazza Affari sia sul listino iberico.

Ogni azionista Mediaset riceverà una azione Mfe per ogni titolo posseduto, mentre per i soci Mediaset Espana il concambio sarà di 2,33 azioni Mfe per ogni titolo in portafoglio.

La holding avrà in pancia il 9,6% del gruppo televisivo tedesco Prosieben con cui, secondo chi segue da vicino le sorti del Biscione, la famiglia Berlusconi costruirà il terzo step fel proprio piano di consolidamento del settore televisivo del Vecchio Continente

piersilvio marina berlusconi
 

Al termine dell'operazione che dovrà passare attraverso le assemblee straordinarie di tutti i gruppi interessati dal riassetto per ricevere il via libera dei rispettivi soci (assise convocate per il 4 settembre), Fininvest infatti avrà in portafoglio circa il 35,5% di Mediaforeurope (a Simon Fiduciaria il 15,39%, a Vivendi il 7,71% e al mercato il 41,47%, il flottante), ma con diritti di voto oltre il 50%. 

"Mfe - si legge nella nota congiunta - distribuirà un dividendo post-fusione di 100 milioni di euro, avvierà un piano di acquisto di azioni proprie per un totale di 280 milioni di euro che rappresentano l'importo complessivo massimo (da ridurre dell'importo complessivo necessario per acquistare le eventuali azioni oggetto di recesso) e gli acquisti potranno avvenire fino ad un prezzo massimo per azione di 3,4 euro. Nel contesto dell'operazione, Mediaset Espana comunica l'interruzione in data 5 giugno 2019 del programma di riacquisto di azioni proprie approvato il 24 gennaio". 

piersilvio berlusconi
 

La distribuzione del dividendo straordinario servirà per ingolosire i soci evitando la fuga. Il Biscione infatti ha specificato che il merger "ha tra le condizioni il fatto che le richieste di recesso da parte degli azionisti non superino l'ammontare massimo di 180 milioni".

Con il riassetto societario, Mediaset aumenta la propria capitalizzazione (da 3,1 a circa 4,2 miliardi) che al momento è inferiore a quella di Prosieben (oltre 3,4 miliardi) e, anche grazie ai risparmi conseguenti dalle sinergie con la controllata spagnola (circa 100-110 milioni ante imposte nei prossimo 4 anni) soprattutto sulle piattaforme digitali, potrà presentarsi in futuro sul mercato del Vecchio Continente come soggetto aggregatore. La sede europea, quindi neutra, diventerà propizia per una equipartizione in occasione di un merger con un gruppo internazionale.

berlusconi mediaset
 

"Vogliamo tirare a bordo altri alleati, il percorso però vi dico è abbastanza lungo", ha affermato infatti l'amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi, presentando il progetto Mediaforeurope. "E' indubbio che i broadcaster abbiano un legame con il locale, un legame difficilmente superabile, forse questa è la principale perchè non c'è stata una grande aggregazione di broadcaster generalisti free", ha continuato il manager. Che però ha aggiunto: "Oggi una media company moderna deve avere una presenza importante sulle piattaforme digitali. Questa parte va sviluppata ma richiede investimenti onerosi e in questo campo le sinergie hanno un grande senso". 

In Borsa, dove gli investitori attendevano novità (in Spagna il titolo Mediaset Espana è stato sospeso dalla Consob iberica prima della diffusione della nota sul riassetto), sono scattati gli acquisti sia sulle azioni del Biscione (+3% a fine seduta) sia su quelle di Prosieben (+2,5% a Francoforte). 

L'operazione annunciata però, secondo quanto ricostruisce Radiocor attraverso fonti finanziarie, può, numeri alla mano, essere bloccata da Vivendi e da Simon Fiduciaria. Se anche solo i francesi esercitassero il diritto di recesso sulla propria quota (9,6%), l'ammontare complessivo da riconoscere a Vivendi (circa 300 milioni) sarebbe ben superiore al tetto massimo di 180 milioni di euro indicato come condizione sospensiva dell'operazione.

La differenza tra le richieste e quanto Mediaset è disposta a pagare sarebbe ancora superiore se anche Simon esercitasse lo stesso diritto a recedere. Lo stop al riassetto sarebbe dunque una naturale conseguenza a meno di una improbabile rinuncia da parte di Mediaset a quella condizione sospensiva.

Tuttavia, secondo quanto spiegano le stesse fonti, una mossa di questo tipo da parte di Vivendi esporrebbe da una parte a rischi legali, in quanto dovrebbe essere ritenuto in violazione del provvedimento Agcom dell'aprile 2017, e dall'altra a un rischio economico. Lo stop all'operazione infatti potrebbe avere effetti negativi sui titoli Mediaset, o quantomeno neutrali mantenendo le quotazioni ai livelli attuali, impedendo così a Vivendi di recuperare almeno parzialmente la minusvalenza teorica che sta attualmente realizzando sull'investimento in Mediaset.