Economia
Mediaset, ricorso francese respinto. E Berlusconi jr si frega le mani
I francesi ora sentono aumentare la pressione in Italia, dove Fininvest-Mediaset chiedono danni fino a 3,5 miliardi di euro
Si respira un clima di soddisfazione a Cologno Monzese, dopo che il giudice del Tribunale civile di Milano, Elena Riva Crugnola, ha rigettato tutti i ricorsi cautelari d’urgenza presentati da Vivendi e da Simon Fiduciaria (il trust gestito da Ersel a cui due anni fa il gruppo francese ha apportato il 19,19% di Mediaset in ottemperanza alle decisioni dell’Agcom, dal luglio dello scorso anno iscritta con riserva nell’elenco dei soci Mediaset che hanno diritto all’esercizio del voto maggiorato).
Vivendi, che aveva promosso analoghe azioni in Spagna (dove il Tribunale ha accolto il ricorso “congelando” tutto sino al giudizio di merito) e Olanda, oltre al ricorso pendente davanti alla Corte di Giustizia Europea contro il Testo unico della radiotelevisione (alla base della decisione dell’Agcom di imporre a Vivendi di allentare la presa o su Tim o su Mediaset), per ora deve incassare.
La tesi secondo cui la holding di diritto olandese MediaforEurope (Mfe), in cui sono destinate a confluire tutte le attività italiane e spagnole (Mediaset Espana) del gruppo italiano, non è altro che un modo escogitato dalla famiglia Berlusconi per rafforzare la prese di Fininvest su Mediaset stessa, ai danni di tutti gli altri soci a partire da Vivendi stessa, è stata trovata carente dal giudice italiano che ritiene che l’eventuale danno per Vivendi possa avere natura principalmente economica, mentre per Mediaset la nascita di MediaforEurope è cruciale per il proseguimento della sua stessa attività imprenditoriale.
Pertanto l’accoglimento del ricorso avrebbe causato, secondo il giudice di Milano, un pregiudizio “di maggior rilevanza” in capo a Mediaset, lo stesso che sarebbe stato causato dall’accoglimento dell’istanza, in subordine, di sospensione delle delibere impugnate fino al pronunciamento della Corte di giustizia europea, pronunciamento, nota il giudice italiano, che comunque non potrebbe assumere rilevanza rispetto alla comparazione ex art.2378 Codice Civile.
Possono sorridere i vertici di Mediaset: la tesi secondo cui bloccare MediaforEurope avrebbe comportato un grave pregiudizio per Mediaset e per tutti i suoi dipendenti impedendole una “indispensabile” operazione di espansione è stata accolta pienamente. E se è vero che l’ultima parola spetterà ai giudici spagnoli ed europei, è altrettanto vero che ora i francesi vedono ridursi sensibilmente il proprio peso negoziale nella causa per il mancato acquisto di Mediaset Premium (in cui Mediaset e Fininvest chiedono nel complesso poco meno di 3,5 miliardi di euro di risarcimenti).
BOLLORE' RICORRE IN APPELLO/ "Vivendi ricorrerà in appello contro la decisione del Tribunale di Milano e continuerà a difendere i diritti degli azionisti di minoranza contro il piano di fusione di Mediaset (MediaForEurope) nelle corti europee". Lo comunica il gruppo francese in una nota, sottolineando che 'Vivendi è pienamente convinta che il piano di fusione di Mediaset metta seriamente in pericolo gli interessi degli azionisti di minoranza". |
La Borsa prende atto dello spostamento degli equilibri e inizia a prezzare la possibilità che i negoziati per risolvere tutta la vicenda extragiudizialmente si avviino ad una chiusura, finora rinviata proprio dall’imminenza del giudizio sui ricorsi in Italia. Così mentre Vivendi è di poco sopra i valori di venerdì (+0,3% circa), sottoperformando il Cac40, positivo attorno ai tre quarti di punto percentuale, Mediaset recupera un punto percentuale, facendo leggermente meglio del Ftse Mib (+0,9%).
Andamento analogo per ProsiebenSat.1 (di cui Mediaset ha una partecipazione del 15,1% destinata a confluire in Mfe), in rialzo dello 0,7% rispetto al +0,6% dell’indice Dax30, mentre Mediaset Espana, dopo una mattinata in rosso, gira in positivo e recupera mezzo punto percentuale (poco meno dello 0,6% segnato dall’Ibex35). Infine Tf1, gruppo francese che le voci vogliono da tempo poter entrare a far parte di Mfe in un secondo tempo, segna a sua volta un recupero dello 0,6%.
Come dire che i mercati, in questi giorni particolarmente volubili, oggi vedono il bicchiere mezzo pieno e il varo del polo europeo della televisione generalista che tanto sta a cuore a Pier Silvio Berlusconi più vicino che non la “Netflix del Sud Europa” che ormai da oltre due anni Vivendi sta cercando di far decollare senza eccessiva fortuna.