Economia
Mediobanca, i soci storici bocciano l'ops di Mps. Il patto di consultazione blinda il cda: ecco chi entra
Entrano Federico Falck di Afl e lo stilista Alberto Aspesi, tramite Bocca di Rosa. Confermato presidente dell'accordo Angelo Casò e i componenti del comitato Massimo Doris e Alberto Pecci
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Nel patto di Mediobanca Falck e Aspesi, "Mps inadeguata"
Il patto di Mediobanca boccia l'offerta di Mps e la definisce inadeguata, allineandosi così alla posizione già espressa con parole anche più dure dal cda. Nel contempo prova a rafforzarsi e accoglie al proprio interno due imprenditori storici, Federico Falck e Alberto Aspesi, anche per controbilanciare la riduzione della presenza del gruppo Gavio. Nel prendere atto delle vendite di 1.725.000 azioni Mediobanca (0,21%) l'effetto finale è un leggero arrotondamento della quota di capitale apportata all'accordo di consultazione che dall'11,62% sale all'11,87% per cento.
Si tratta di un altro piccolo passo sulla strada presa in questi ultimi anni che hanno portato di recente Finprog della famiglia Doris ad aumentare il suo peso, sempre al fianco di Mediolanum, partecipata anche da Fininvest, che resta il primo socio del patto con il 3,49%. Un anno fa invece avevano aderito all'accordo la Valsabbia Investimenti delle famiglie Brunori, Cerqui e Oliva, attiva nella siderurgia, e la Plt Holding della famiglia Tortora, che opera nelle energie rinnovabili.
Esaminati dai pattisti i risultati semestrali al 31 dicembre 2024 di Mediobanca, che il CDA aveva approvato il 10 febbraio scorso. Secondo i partecipanti al patto di consultazione, i conti “confermano la validità del modello di business specializzato, incentrato sul Wealth Management ed il Private Investment Bank, in grado di offrire importanti e distintive opportunità di crescita nell’ambito del Piano “One brand – One Culture”. Con il no del patto all’OPS, si fa ancora più in salita la strada di MPS volta a conquistare Piazzetta Cuccia.
Ecco chi entra
L'assemblea dei partecipanti all'accordo ha approvato l'ingresso di Afl di Federico Falck, esponente della storica famiglia che ormai da tempo ha chiuso con la siderurgia: apporta lo 0,13%. Entra poi con lo 0,33% lo stilista Alberto Aspesi - direttamente e tramite la controllata Bocca di Rosa -, fondatore dell'omonimo gruppo di moda e abbigliamento. Entrambi detenevano le azioni fuori patto. Aurelia della famiglia Gavio invece si è alleggerita dello 0,21% (da 0,52%).
Si tratta perlopiù di piccole quote, simboliche, che tuttavia potranno pesare quando si valuterà se aderire all'offerta di scambio di Mps, che il cda della banca guidata da Alberto Nagel considera distruttiva di valore. I partecipanti all'accordo - di sola consultazione e non vincolante - sono storicamente vicini al management ma restano in ogni caso liberi di decidere.
Controcorrente si è già schierato a favore dell'ops della banca senese Romano Minozzi che con lo 0,11% è il socio minore del patto. Intanto la riunione degli azionisti "ha preso atto, condividendole, delle valutazioni preliminari del consiglio di amministrazione di Mediobanca in ordine all'inadeguatezza dell'offerta pubblica di scambio promossa da Mps". Alcuni dei partecipanti al termine dei lavori, si sono detti "d'accordo" nel definire i valori dell'ops "completamente non adeguati". Uno ha definito il prezzo "sottocosto" e ha aggiunto: "vedremo quando l'ops ci sarà, se mai ci sarà".
L'assemblea è servita anche a esaminare i risultati semestrali approvati dal board dieci giorni fa: "confermano la validità del modello di business specializzato, incentrato sul wealth management ed il private investment bank, in grado di offrire importanti e distintive opportunità di crescita nell'ambito del piano". E' stato infine confermato presidente dell'accordo Angelo Casò e i componenti del comitato Massimo Doris e Alberto Pecci.
Cos'è il patto di consultazione
Fino al 29 gennaio 2025, la composizione del patto di consultazione di Mediobanca comprendeva Banca Mediolanum, Mediolanum Vita e FIN.PRIV. Srl, che raggruppa alcuni dei principali attori economici italiani, tra cui Assicurazioni Generali (14,3%), Italmobiliare (14,3%), Pirelli & C. (14,3%), Stellantis (14,3%), Telecom (14,3%) e Unipol (28,5%).
Questo accordo, in continuità con il precedente "Accordo per la partecipazione al capitale di Mediobanca", scaduto il 31 dicembre 2018, ha come obiettivo principale il "comune interesse alla crescita del gruppo Mediobanca", preservando l’autonomia e indipendenza della banca, garantendo al contempo una visione unitaria tra i partecipanti.
Il Presidente dell'accordo, eletto dall'assemblea dei soci, presiede sia l'assemblea stessa che il Comitato, con funzioni esclusivamente organizzative. È stabilito che un partecipante cessi di far parte dell’accordo nel caso in cui la sua partecipazione complessiva di azioni scenda sotto le 500.000 unità, con conseguente "recesso immediato e automatico". L’accordo ha durata fino al 31 dicembre 2027 e si rinnova automaticamente ogni tre anni, salvo disdetta inviata almeno tre mesi prima della scadenza, sia originaria che prorogata. Una clausola importante riguarda lo scioglimento di FIN.PRIV., che prevede che, qualora avvenga una distribuzione diretta delle azioni, i soci della SRL – Assicurazioni Generali, Italmobiliare, Pirelli & C., Stellantis, Telecom e Unipol – possano aderire direttamente all'accordo senza necessità di una delibera assembleare.