Economia

Mediobanca,il consumer traina i conti. Nagel: “Miglioreremo lo statuto”

468 milioni di profitti sopra le attese. Il titolo corre in Borsa

Alberto Nagel è convinto che le preoccupazioni "lette e o sentite" sulla governance di Mediobanca dopo l'arrivo di Leonardo Del Vecchio come azionista forte dell'istituto "possano essere riassorbite o venire meno". Uno dei motivi è la consapevolezza che Delfin non possa volere che la banca perda valore; il secondo, ha spiegato il Ceo di Mediobanca, è che il board "nei prossimi sei mesi sarà impegnato su due aspetti della governance".

Per quanto riguarda il primo, "tenuto conto del cambiamento importante del nostro azionariato e del venire meno di elementi di conflitto interessi, è presumibile che il board faccia un percorso per migliorare lo statuto e renderlo più in linea con prassi mercato". Il secondo elemento previsto, ha aggiunto, "è che il Cda farà partire le attività, con l'uso di consulenti esterni e con il coinvolgimento dei comitati interni, per la preparazione di una nuova lista di amministratori da sottoporre al voto dell'assemblea". E nel fare questo, "seguirà le migliori prassi, con l'obiettivo di proporre una lista di amministratori che sia ancora più indipendente e adeguata a gestire un business come quello di Mediobanca”.

Nagel ha ribadito lo stesso concetto anche durante la conference call con gli analisti sulla semestrale, spiegando che, con l'uscita di Unicredit dal capitale della banca, il board lavorerà al nuovo statuto per "ritornare al passato". Dopo quindi la rimozione dei residui conflitti di interesse sorti con la fusione di Unicredit e Capitalia avvenuta nel 2007, "c'è la possibilità di tornare al vecchio statuto, ossia a quello prima che Unicredit si fondesse con Capitalia".

La dichiarazione lascia intendere che il board è intenzionato a rimuovere gli attuali vincoli sull'amministratore delegato della banca, scelto da statuto finora tra i manager interni proprio per preservare l'indipendenza dell'istituto da eventuali conflitti di interessi con un'altra banca azionista. Un cantiere che secondo le indiscrezioni dovrebbe venir aperto ad aprile. 

Per quanto riguarda la semestrale, l'area consumer traina ancora i conti di Mediobanca che ha chiuso i primi sei mesi di esercizio con 468 milioni di euro di profitti, in crescita del 4% e sopra le attese degli analisti che si aspettavano un dato intorno ai 446 milioni. Numeri che hanno spinto subito gli acquisti degli investitori in Borsa, dove il titolo è scattato al rialzo di oltre due punti percentuali, in un contesto positivo per tutto il comparto bancario.

Fra le voci del bilancio bancario, in crescita il margine di intermediazione del 4% a 1,325 miliardi con il margine di interesse a 722 milioni (+3%) "grazie - si legge in una nota di Piazzetta Cuccia- al positivo sviluppo dei volumi, alla tenuta dei margini nel credito al consumo, al controllo del costo della raccolta e all'ottimizzazione dei livelli di liquidità". In salita anche le commissioni a 329 milioni (+5%) "trainate" dal wealth management a 158 milioni (+12%). Il rapporto cost/income si è fissato a quota 45% e il Rote oltre il 10%. Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 Ratio è stabile al 14,1% e per oltre 550 punti base superiore ai minimi regolamentari. 

Nel secondo trimestre l'utile netto è sceso a 197 milioni (contro 205,1 milioni dello stesso trimestre 2018) ma supera le stime degli analisti ferme a 175 milioni. Tornando al semestre, sul fronte delle entrate, dall'area "consumer" arriva il maggior contributo in termini di ricavi (531,7 milioni, pari al 40,1% del totale) e utili (167,2 milioni, 35,8%) mentre anche il "wealth management" è in salita con ricavi a +9,8% e utile netto +35% beneficiando della crescita della raccolta.

I costi di struttura aumentano da 561,6 a 591,1 milioni (+5,3%) e salgono anche gli utili delle partecipazioni, in crescita dell'11% (da 165,5 a 183,7 milioni) per le plusvalenze da cessione di Assicurazioni Generali del primo trimestre. Le rettifiche su crediti restano invariate a 109,5 milioni e "tenuto conto dei crescenti volumi creditizi" mostrano un costo del rischio di gruppo in riduzione da 52 a 48 punti base. Le attività deteriorate lorde scendono nell'ultimo trimestre dal 4,3% al 3,9% degli impieghi con un tasso di copertura del 54%.

In salita gli attivi del gruppo con le masse della clientela a quota 64 miliardi (+10%) e gli impieghi a 46 miliardi (+8%). Il semestre, spiega la merchant bank guidata da Nagel, è stato gravato dai contributi netti al Fondo tutela dei depositi per 11,4 milioni, stabili rispetto allo scorso anno (11,2 milioni) e dalla sanzione Antitrust verso Compass (4,7 milioni) per "asserite pratiche commerciali scorrette nella distribuzione di prodotti assicurativi abbinati a finanziamenti". Ma Compass, ha ricordato Mediobanca, impugnerà il provvedimento davanti al Tar del Lazio.

"Nell'ultimo trimestre abbiamo registrato indicatori commerciali molto più robusti, anche rispetto a quello che potevamo immaginare all'inizio dell'anno", ha commentato Nagel. Con 2 miliardi di raccolta netta, di cui 1,6 miliardi nell'ultimo trimestre, e 5 miliardi di nuovi finanziamenti tra mutui e credito al consumo, "abbiamo stabilito nuovi record dal punto di vista commerciale e questo rappresenta la migliore base di partenza per la generazione dei ricavi". Visti i risultati del "semestre positivo" questo permetterà di "accelerare sul nostro piano di crescita".