Economia
Mercati finanziari, inflazione alle stelle e guerre: verso un 2024 traballante
Il 2024 ha tutta l'aria di un altro anno di preoccupazione per i mercati finanziari: ecco perché
Mercati finanziari e 2024: ecco perchè potrà essere un anno "traballante". Analisi
Il 2024 ha tutta l'aria di un altro anno di preoccupazione per i mercati finanziari, compressi tra un'inflazione elevata, i conflitti in corso in Ucraina e in Palestina e una volatilità ancora elevata. L'aumento dei tassi di interesse, ha inoltre portato i risparmiatori a guardare con maggior interesse sia agli investimenti nel comparto obbligazionario, ma anche a quelli a capitale protetto che godono di una sempre maggiore attrazione. D'altra parte, ad oggi, la prima regola è quella di non perdere e per chi ha una medio-bassa tolleranza al rischio questa è una scelta obbligata: permette di rimanere protetto ma di partecipare in qualche maniera ai ritorni del mercato azionario riducendo al minimo i rischi. Prosegue così, anche se in leggero calo, la preferenza degli investitori per i certificati a capitale protetto , rispetto a quelli a capitale condizionatamente protetto.
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I certificati a capitale protetto sono strumenti che offrono la possibilità di investire in attività finanziarie garantendo la tutela del capitale investito, se sottoscritti durante il collocamento e detenuti fino al rimborso dello strumento. Offrono inoltre la possibilità di incassare dei premi in base al regolamento ed alle condizioni di mercato. I certificati a capitale condizionatamente protetto sono invece strumenti finanziari che permettono l'esposizione a particolari assets offrendo una protezione parziale del capitale, condizionata al non raggiungimento di determinati livelli barriera stabiliti all'emissione.
Oggi i risparmiatori vogliono protezione e dall'esame delle sottoscrizioni dei certificate si evidenzia che uno degli obiettivi sia comunque la ricerca di un flusso cedolare accompagnato da una protezione del capitale investito, sia nella formula incondizionata che in quella condizionata. Sul fronte obbligazionario c'è grande domanda da parte degli investitori tant'è che gli emittenti italiani corporate e finanziari sono già partiti in quarta in queste prime settimane del 2024, beneficiando del tradizionale sprint di inizio anno sui mercati obbligazionari per ottenere rendimenti importanti. Chi sottoscrive lo fa per un importo non superiore al 20/25% del proprio portafoglio essendo la durata solitamente a medio-lungo termine. D'altra parte chi investe sa che puntare tutto su pochi asset non è mai una buona idea.
Per questo semplice motivo la diversificazione è fondamentale per costruire un portafoglio solido. Alcuni investitori applicano la strategia di posizionarsi ai poli opposti, ovvero su titoli a brevissima e a lunghissima scadenza così da ottenere una duration media di qualche anno e guadagnare sia dal profitto sulla parte breve sia in c/capitale su quella lunga, con un rischio di investimento globale contenuto. Di solito l'investimento in obbligazioni è poi 'bilanciato' da piani di accumulo a lunga scadenza (PAC) e da una quota più limitata sui mercati azionari (lungo termine). Tra i prodotti che garantiscono il capitale i conti deposito sono rientrati pienamente tra le scelte degli italiani . Con l’aumento dei tassi da parte della BCE, infatti, le banche sono tornate a proporli e con remunerazioni interessanti. D'altra parte i conti deposito vengono considerati investimenti sicuri e vengono sottoscritti, solitamente, da chi ha liquidità da investire ma, allo stesso tempo, è incerto sul da farsi.
La domanda quindi riguarda il parcheggio più proficuo per la liquidità e ovviamente il conto corrente non è da prendere in considerazione vista l'assenza di remunerazione. I titoli di Stato (BOT e BTP in testa) rappresentano un altro elemento chiave nelle scelte di investimento di chi non vuole correre rischi. L'aumento dei tassi ha favorito la corsa alla sottoscrizione delle ultime emissioni di BTP, emessi con rendimenti più interessanti rispetto allo scorso anno. L'investimento in titoli di Stato rappresenta il 20% circa del totale dei portafogli di investimento. Guadagnano consenso tra gli investitori anche le polizze a capitale garantito, probabilmente a causa della percezione di maggiore solidità e della gestione professionale offerta da tali prodotti.
Oggi sono sempre di più i prodotti assicurativi che, oltre ad offrire la consueta copertura, si prefiggono anche di proteggere il capitale, investendolo. Veri e propri strumenti finanziari che fanno parte della galassia del risparmio gestito. Gli strumenti nei quali si investe attraverso le polizze assicurative a capitale garantito sono fondamentalmente Titoli di Stato, prodotti a rischio decisamente bas