Economia
Mercato dell'arte in calo nel 2023. Soffrono le case d'asta, spariti gli Nft
Le incertezze macroeconomiche e le tensioni geopolitiche frenano i risultati del mercato dell'arte
Mercato dell'arte in calo nel 2023, pesano le tensioni geopolitiche
Dopo un 2022 da record, il mercato dell’arte ha vissuto un 2023 di fisiologico assestamento, registrando un calo di fatturato complessivo a livello globale del 3% circa (-18,2% se viene incluso l’impatto positivo non ricorrente delle Single Owner Collection 2022).
La sostanziale stabilità del fatturato è causata soprattutto dalle incertezze macroeconomiche e dalle nuove tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato la seconda metà dell’anno con impatto di prudenza sia dal lato degli acquirenti che da quello dei venditori. È quanto emerge dall’edizione 2024 del report “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione” di Deloitte Private, presentato in anteprima durante la Mia Photo Fair di Milano.
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“La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito una inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti. Tuttavia, i collezionisti continuano a dimostrare interesse per i beni di qualità nei comparti relativi ad arti visive, beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione il che consente comunque il mantenimento di livelli di fatturato comparabili nei due anni 2022 e 2023 depurando il 2022 da impatti non ricorrenti”, spiega Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private Italia.
Fatturato globale in calo dopo un 2022 eccezionale
Il calo del fatturato complessivo di Christie’s, Sotheby’s e Phillips è stato determinato prevalentemente dalla brusca riduzione nel segmento pittura (-26,8%), mentre il diffuso interesse per il comparto dei Passion Assets ha contribuito a mitigare la decrescita del fatturato totale sull’anno precedente (-5,4% sul 2022).
Non vanno dimenticati alcuni elementi non ricorrenti che avevano favorito la performance eccezionale del 2022, tra cui, su tutti, con riferimento prevalentemente alla pittura, i risultati delle diverse single owner collection vendute nell’anno. Il dato, se escludiamo le vendite delle collezioni private realizzate nel 2022 e 2023, mostrerebbe un andamento praticamente lineare, con una diminuzione del fatturato su base annua limitata al 3%.
Gen Z e Millennial sempre più attivi sul mercato
"Uno dei trend più interessanti emersi dal nostro report di quest’anno è quello della crescita dei nuovi acquirenti tra le generazioni più giovani, soprattutto under 40, che continuano a trainare la domanda come diretta conseguenza della digitalizzazione e delle strategie di espansione delle principali major", commenta Barbara Tagliaferri, Partner e Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia.
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“I nuovi acquirenti hanno determinato, negli ultimi anni, una crescente attenzione per alcuni artisti millennial ultra-contemporanei, nonché per i beni della categoria del lusso, tra cui design, borse e gioielli”. Christie’s ha registrato un +35% di nuovi clienti, di cui oltre un terzo è costituito da Millennials. Anche Sotheby’s e Phillips dichiarano che del 40% di nuovi offerenti un terzo è costituito dalla generazione dei Millennial.
Le opere più richieste: tengono i grandi nomi, cresce l’interesse per le donne e gli artisti africani
Le opere d’arte contemporanee a causa del contesto internazionale incerto hanno ceduto le prime posizioni tra i top lot ad artisti più storicizzati e dalle quotazioni più stabili. Ma anche nel 2023 non sono mancati ottimi risultati per artisti under 40 ormai noti al mercato internazionale, tra cui in particolare artiste donne e artisti africani.
Questi hanno infatti conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi due anni, raggiungendo e talvolta superando le quotazioni di autori storicizzati. Emerge inoltre l’interesse per giovani talenti di arte ultra-contemporanea, millennial che si caratterizzano per pittura figurativa, molto colorata e adatta ad essere postata sui social.
Si conferma l’interesse per i Passion Assets e per il Lusso
“Tra i trend più interessanti possiamo sicuramente citare anche il grande progresso per i comparti del lusso, tra cui in particolare design da collezione e orologi. Beni che possono risultare spesso di più semplice comprensione rispetto all’arte – in primis l’arte contemporanea –, soprattutto per nuovi acquirenti nel settore dei Passion Assets”, continua Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager di Deloitte Private Italia.
Oggetto del desiderio di molti nuovi collezionisti, spesso giovani che hanno fatto fortuna con l’economia digitale, si confermano infatti essere i Passion Assets, come borse, sneaker, orologi e vini. Anche il settore dei beni di lusso continua a registrare record e rappresenta una porta d’ingresso per nuovi potenziali clienti. Dominano orologi e design, come dimostrano i risultati delle major e in particolare di Phillips, che ha registrato il tutto venduto nelle aste online dedicate agli orologi e una crescita del +45% per le aste di design.
Le piazze di interscambio: New York numero uno, Parigi continua a crescere, scende Londra
Gli Stati Uniti, con New York, continuano a essere il mercato più attivo con un potenziale di crescita sostenuto da una forte e stabile domanda locale, con la più grande base di HNWI e Ultra-HNWI al mondo e una forte infrastruttura culturale.
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È rimasta sostenuta anche la domanda di beni da collezione in Asia, che aveva conosciuto notevoli complessità nell’ultimo triennio a causa della pandemia, e dove le major hanno investito negli ultimi anni per rafforzare la propria presenza, con particolare riferimento alla città di Hong Kong. Londra ha perso ancora terreno, come dimostrato dalle aste degli ultimi mesi dell’anno, conquistato in larga parte da Parigi che beneficia degli ingenti investimenti di gallerie e fiere internazionali sulla capitale francese.
I top lot dell’anno: il diamante “The Bleu Royal” battuto per 44 milioni di dollari
Tra i top lot dell’anno si segnala il diamante “The Bleu Royal”, il più grosso diamante blu (17,61 carati) mai venduto in asta, che ha totalizzato 44 milioni di dollari da Christie’s nel mese di novembre. Degno di nota anche il risultato registrato da Sotheby’s a maggio 2023 per la vendita della più antica copia di Bibbia andata in asta: è stata venduta per oltre 38,1 milioni di dollari con un’asta mono-lotto. Phillips ha continuato invece a brillare per il comparto orologi, con un altro anno di “white gloves” (tutto venduto) per le aste online e risultati brillanti nelle aste live in tutto il corso dell’anno.
Stallo per gli NFT e la Cryptoarte
Già nel 2022 si era assistito ad un calo nell’interesse per NFT e cryptoarte in asta e il 2023 conferma il trend di indebolimento di questo segmento. Nota positiva è l’introduzione di una regolamentazione specifica: il Regolamento MiCA, pubblicato nel giugno 2023 in Ue, costituisce uno tra i primi regolamenti nel contesto globale che mira a predisporre un quadro di normativa applicabile alle varie tipologie di cripto-attività.
In Italia la Legge di Bilancio 2023 ha fornito indicazioni specifiche riguardanti il trattamento fiscale applicabile alle criptovalute, anche se non mancano i dubbi, vista l’assenza di una prassi già consolidata.
Le fiere d’arte tra pandemia e nuove crisi geopolitiche
L’andamento delle grandi fiere d’arte internazionali nel 2023 si conferma solido e strutturato. Tuttavia, si è registrato un generale raffreddamento degli entusiasmi. L’instabilità geopolitica internazionale si è riflessa nel mercato dei collectibles che sta attraversando un momento interlocutorio, in cui le correzioni del mercato appaiono ben evidenti e i range di prezzo delle vendite risultano decisamente in contrazione.
Il calendario fieristico in Italia, dopo un periodo post-pandemico di “confusione” in termini di date, ha ripreso la sua conformazione originaria. Si è aperto con la 46ª edizione di Arte Fiera di Bologna, che ha confermato la ripresa del settore fieristico in Italia, con la presenza di 50 mila visitatori. MiArt, svoltasi ad aprile 2024 a Milano, si è confermata la fiera italiana con la più ampia offerta cronologica di opere d’arte moderna e contemporanea.
“Nonostante si sia finalmente registrato l’atteso calo dell’inflazione sia in America che in Europa, dopo il forte aumento del biennio 2021-2022, molte delle previsioni dell’anno basate su principi dati per assodati nel corso dei decenni di macroeconomia sono state deluse e per questo è necessario essere cauti sulle previsioni per il 2024. Una eventuale reticenza a vendere da parte dei collezionisti in possesso di opere outstanding, in attesa di tempi più propizi a causa dei possibili conflitti, potrebbe scatenare nel breve “l’effetto valanga”, già noto in questo mercato”, conclude Pietro Ripa, Private Banker di Fideuram.