Economia

Minibot, arriva la pietra tombale. Le imprese: inutili e pure dannosi

Debiti della PA, l'analisi del Centro studi della Confindustria

La pietra tombale sui Minibot? Se non è così, poco ci manca, perché le stesse imprese fornitrici della Pubblica Amministrazione che vantano il mega credito da 50 miliardi credito nei confronti dello Stato li bocciano e non li vogliono. "E' molto improbabile che i nuovi titoli di Stato di piccolo taglio, chiamati Minibot, citati nella mozione parlamentare del 28 maggio scorso per ridurre i debiti commerciali del settore pubblico nei confronti delle aziende fornitrici, possano risultare utili", dicono senza giri di parole gli economisti del centro studi della Confindustria (Csc), ovvero gli analisti della più grande associazione datoriale del Paese. 

Per il Csc, gli strumenti concepiti dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi farebbero "crescere il livello del debito pubblico, proprio mentre la Commissione europea ritiene giustificata l'apertura di una procedura per disavanzi eccessivi perchè il debito non sta scendendo a sufficienza. Ciò rischia di avere ripercussioni sui mercati finanziari, in termini di rendimenti ancora più elevati sui titoli sovrani. L'Italia ha bisogno, invece, di una strategia credibile di medio termine per ridurre i tassi di interesse e innalzare la crescita economica". 

I Minibot non sono utili, anche perchè, nota il Centro studi, "grazie agli sforzi degli ultimi anni, lo stock di debiti commerciali della Pubblica amministrazione si e' molto ridotto (anche se resta il più ampio in Europa) e i tempi di pagamento sono stati accorciati (ma non in modo omogeneo in tutte le aree del Paese). Ciò di cui c'è ancora bisogno e' di accrescere l'efficacia della PA. Inoltre, le imprese italiane - in media - non soffrono oggi di una crisi di liquidita', come nel 2012, quando Confindustria chiese con urgenza misure straordinarie per pagare i debiti commerciali accumulati dalla Pa", conclude la nota.