Economia
Minibot, zavorrano i Btp. Parola di Goldman Sachs. Meglio i Bonos
Secondo la banca d'affari Usa anche i minibot sono tra le cause della diffidenza dei mercati verso il governo di Roma
Non illudetevi: nonostante dopo il sostanziale via libera di Mario Draghi ad una riapertura del Quantitative Easing in salsa europea lo spread Btp-Bund sia calato sui minimi da marzo, tornando attorno al 2,45%, ossia nella parte inferiore della banda di oscillazione ampia circa mezzo punto percentuale (tra il 2,9% e il 2,4%) in cui si muove da inizio anno, le grandi banche d’affari mondiali non cambiano idea.
Tuttora i Btp italiani non offrono ancora un rendimento così allettante rispetto al rischio da consiglierne l’acquisto in massa alla propria clientela. Colpa, tra l’altro, della “zavorra” rappresentata dalla discussioni in seno al governo circa l’opportunità di lanciare o meno “minibot” per pagare i debiti della pubblica amministrazione.
Goldman Sachs, in un report di cui Affaritaliani.it ha preso visione, nota ad esempio come il rally dei titoli di stato italiano sia partito dopo le apertura di Draghi all’ipotesi di vedere la Bce tornare ad acquistare bond sul mercato se sarà necessario. Una misura che per molti investitori rappresenterebbe un paracadute più che mai provvidenziale proprio per l’Italia.
Se non altro, aggiunge Goldman Sachs, la reazione dei mercati alle parole di Draghi ha sostanzialmente pareggiato il peggioramento che si era registrato nelle settimane precedenti legato alle rinnovate tensioni tra Lega e M5S dopo i risultati delle elezioni europee e al rilancio di temi “di rottura” proprio come i minibot.
Uno strumento, come ha ricordato lo stesso Draghi, che o è sostanzialmente illegittimo se fosse utilizzato obbligando le aziende ad accettarlo come mezzo di pagamento, rappresentando di fatto una valuta parallela all’euro (vietata dai trattati con cui l’Italia e gli altri aderenti all’eurozona hanno rinunciato al diritto di battere moneta). O sostanzialmente inutile se rappresentasse meramente un altra forma di indebitamento che non farebbe altro che sostituire debito (attuale) con debito (futuro).
Visti i rischi politici e quelli derivanti dallo scenario macroeconomico italiano, il suggerimento degli esperti di Goldman Sachs resta pertanto quello di guardare semmai ai titoli di stato spagnoli o portoghesi. Che in fatto di spread rendono decisamente meno della carta italiana ma per gli esperti comporterebbero anche rischi molto minori. Per capirci, il decennale di Lisbona oggi paga meno dello 0,86% sopra il Bund tedesco, quello di Madrid paga poco più dello 0,72%.
Ciò nonostante in una mattinata come quella odierna in cui i titoli di emittenti del Sud Europa tornano a guadagnare terreno, i titoli portoghesi guadagnano il 5,7%, quelli spagnoli sfiorano il +7% e persino quelli greci, con uno spread al 2,757%, recuperano oltre il 4,1%. Al contrario il Btp decennale guida segna sì un recupero delle quotazioni, ma limitato all’1,57% e vede così ampliarsi ulteriormente gli spread contro i decennali portoghesi e spagnoli.
A riprova, putroppo, che più che di una presunta “dittatura dei mercati” la crisi italiana è figlia della scarsa fiducia che gli investitori, istituzionali e non, continuano ad avere nella capacità del governo di Roma di superare le sfide politiche e macroeconomiche che si presentano all’Italia. Sfide per affrontere le quali i minibot sembrano tutto meno che un’arma risolutiva o anche solo verosimile, come ha ammesso anche il sottosegretario leghista Gian Carlo Giorgetti.
Luca Spoldi