Moda, la cura Arpe nel retail del marchio L'Autre Chose
Il fondo Sator fa sapere di avere effettuato "investimenti nel canale retail, raddoppiando il numero delle boutique monomarca" del gruppo L'Autre Chose
Sator preme subito il piede sull'acceleratore in L’Autre Chose. Salito ai primi di agosto all'84% del capitale del marchio fashion, il fondo di Matteo Arpe, ex banchiere con un passato in Mediobanca, Lehman e Capitalia, fa sapere di avere effettuato "investimenti nel canale retail, raddoppiando il numero delle boutique monomarca e avviando un processo di rafforzamento manageriale”. Il fondo di private equity, che già tre anni fa era entrato nel capitale del brand italiano con una quota di minoranza, è salito all’84% “per dare nuovo impulso al processo di espansione avviato col primo investimento del 2013”.
La famiglia Boccaccini mantiene il rimanente 16% del capitale di Boccaccini Spa, società cui il marchio fa capo, e conferma il proprio coinvolgimento nell’azienda. Contestualmente all’operazione, avvenuta ai primi di agosto, Erika Filipponi è stata nominata nuovo amministratore delegato, mentre la presidenza è stata assunta da Pier Luigi Rossi.
A livello di fatturato, stando al bilancio non consolidato, il gruppo fashion ha archiviato il 2014, ultimo anno disponibile, con 17,5 milioni di ricavi, in crescita del 5% rispetto ai 16,6 del 2013. Attualmente, L’Autre Chose, conta su una distribuzione attraverso negozi multimarca (che valgono l’82% dei ricavi), oltre a 7 boutique e tre outlet tra Italia (che vale il 76% del fatturato complessivo) ed estero.