Economia

Canone Rai, e chi non lo paga? "Ci pensa l'Agenzia delle Entrate"


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


"La decisione più puntuale in sede europea verrà successivamente, in questa fase è in corso un confronto ancora di larga massima e sul cui esito sono ottimista, ma le decisioni circa la possibilità di utilizzare quello 0,2% di margine in più verranno dopo e non sono adesso prevedibili e anticipabili". Lo afferma ad Affaritaliani.it il vice-ministro dell'Economia Enrico Morando parlando dell'atteso giudizio di Bruxelles sulla Legge di Stabilità.

Che cosa farà il governo sulle pensioni? "Le proposte di soluzioni che sono adottabili in fase di Legge di Stabilità sono note, oltre a quelle si deciderà nel 2016 sul punto che riguarda la flessibilità in uscita e, quindi, misure organiche in questo campo. Si deciderà se e come intervenire nel corso del 2016. Sarebbe stato un errore inserire misure di carattere riformatore più ampio nella Legge di Stabilità che, per definizione, non deve ospitare soluzioni particolarmente complesse come queste, che poi sarebbero diventate inesorabilmente l'unico oggetto di attenzione. Già rischiamo che l'unico oggetto di attenzione siano particolari assolutamente secondari della Legge di Stabilità, figurarsi che cosa sarebbe accaduto se ci avessimo messo dentro una misura organica sul versante della previdenza".

Che cosa accade se un cittadino non pagherà il canone della Rai? Gli verrà staccata la luce elettrica? "Assolutamente no. La parte della bolletta che sarà relativa al canone Rai sarà chiaramente indicata in modo separato, per cui il cittadino contribuente titolare del contratto di energia elettrica sarà perfettamente consapevole, sulla base della bolletta stessa, di quello che deve pagare di energia elettrica e di quello che deve pagare di canone. Qualora il contribuente non paghi il canone Rai ad occuparsi di questa sua inadempienza sarà l'Agenzia delle Entrate e l'Amministrazione Finanziaria e non certo il soggetto erogatore dell'energia elettrica titolare del contratto con il cittadino stesso che non è sostituto d'imposta e che per questa ragione non può essere lui ad esercitare l'azione nei confronti del cittadino".

Perché nel Def di giugno il governo ha scritto che dalla spending review sarebbero arrivati 10 miliardi e poi nella Legge di Stabilità sono soltanto 5? "Questa è la Legge di Stabilità che abbassa le tasse, lo dico in termini sintetici. Il governo ha scelto che la manovra non fosse caratterizzata da un contenuto, la revisione delle cosiddette spese fiscali (quell'insieme di detrazioni, deduzioni etc...), che avrebbe fatto dire e soprattutto scrivere che il governo con una mano dava e con l'altra sottraeva. Ovviamente, eliminare le spese fiscali vuol dire aumentare la pressione fiscale. Quando si è detto dieci miliardi c'era una parte importante di spese fiscali su cui pensavamo di intervenire e, naturalmente, non intervenendo su quello, di conseguenza, c'è stato un ridimensionamento della cifra. Colgo anche questa occasione per dire che nel bilancio a legislazione vigente, a proposito di riduzione della spesa pubblica, la spesa totale della P.A. al netto di quella per interessi cade tra il 2016 e il 2019 di tre punti di prodotto. Quelli che dicono che sulla revisione della spesa non abbiamo ottenuto risultati nel corso di questi anni, che vanno al di là del governo Renzi, ricordo che tra il 2011 e oggi sono stati messi in atto provvedimenti che non solo hanno messo sotto controllo l'evoluzione della spesa, in particolare quella primaria, ma hanno determinato e stanno determinando delle riduzioni molto importanti. Tre punti di prodotto sono 50 miliardi di euro".

Il tetto massimo di utilizzo del contante rimarrà 3.000 euro o siete disposti a modifiche in Aula? "In Parlamento si discute di tutto con atteggiamento aperto, la mia opinione e quella del governo è che questa soluzione sia ragionevole. Con il governo Prodi il limite era 5.000 euro, con il governo Monti è stato portato a 1.000. Per una serie di ragioni complesse pensiamo che la soluzione che abbiamo adottato tra quella del governo Prodi e quella del governo Monti sia un compromesso ragionevole che risolve alcuni dei problemi creati da una soglia troppo bassa e, contemporaneamente, risolve alcuni dei problemi creati da una soglia troppo alta".