Economia
Mps, chiude a -7,48% in Borsa. Ormai scontato il salvataggio pubblico
Si è concluso oggi il periodo per sottoscrivere l'aumento di capitale dell'istituto
Mps chiude la seduta di Borsa in ribasso del 7,48% a 15 euro. Si è concluso oggi il periodo per sottoscrivere l'aumento di capitale dell'istituto.
In un comunicato diffuso mercoledì in tarda serata, l'istituto senese ha reso noto che le adesioni complessive all'offerta pubblica di bond subordinati ammontano a 2,451 miliardi di euro. Ma l'aumento di capitale, in chiusura oggi, porterà ormai quasi certamente all'intervento dello Stato. Nonostante la conversione dei bond in azioni abbia portato in cascina più fieno delle previsioni, quel che manca è il supporto di un investitore istituzionale di spessore nell'ambito dell'aumento di capitale vero e proprio: il Qatar, che sembrava nella fase iniziale un interlocutore in grado di metter sul piatto almeno 1 miliardo, si è sfilato.
In queste condizioni, arrivare alla soglia di 5 miliardi di aumento richiesta dalla Bce è impossibile. Ecco perché nelle prossime ore il governo, che ha ottenuto in Parlamento il via libera a fare 20 miliardi di debito in più per salvare le banche (rimandando al prossimo Def la definizione dell'effettivo impatto sui saldi pubblici e del relativo piano di rientro), dovrà finalizzare il decreto ad hoc per il Monte, in attesa da mesi di essere emanato. In un primo momento si è diffusa la voce di un Consiglio dei ministri già convocato in serata, ma il ministro Graziano Delrio ha poi frenato sui tempi: "Non è ancora stato fissato". Per gli obbligazionisti subordinati "retail", ovvero i piccoli investitori che hanno sottoscritto quei titoli magari senza capirne fino a fondo i meccanismi, si apre la strada della conversione obbligatoria e del successivo ristoro, o forse del riacquisto diretto dei titoli da parte del Tesoro.
Un intervento immediato è auspicato dai sindacati del credito: "E' indispensabile procedere immediatamente, oggi stesso, con un decreto da parte del governo che metta in sicurezza Mps e le altre banche in difficoltà, salvaguardando un settore come quello del credito su cui si fonda la tenuta economica del paese, tutelando lavoratori e risparmiatori" chiedono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin, Sinfub e Ugl credito. I sindacati apprezzano "l'attuale management che, nonostante il rifiuto della Bce alla proroga per l'aumento di capitale, ha mantenuto l'impegno per una soluzione di mercato piena che non si è realizzata". In ogni caso, "i veri protagonisti sono stati lavoratori e lavoratrici che con grande professionalità hanno gestito rapporti con la clientela con l'unico obiettivo di mettere in sicurezza la banca, tutelare i risparmiatori e difendere il posto di lavoro".