Economia

Mps,Draghi tiene la delega agli Affari Ue.Opzione rinvio per il dossier Siena

di Andrea Deugeni

Tesoro, il futuro di Rivera con l'arrivo di Franco al Mef

Non c’è solo la necessità di aspettare l’insediamento a metà aprile di Andrea Orcel sulla tolda di comando di UniCredit per capire quali saranno le  scelte di Piazza Gae Aulenti su Mps e quanto sarà influente nei confronti del nuovo Ceo il niet all'M&A senese dell’azionista Leonardo Del Vecchio (non ne vuole proprio sentir parlare, neanche con la dote miliardaria). Al momento, le nubi sul futuro del Montepaschi restano fitte anche perché il deus ex machina del Tesoro Alessandro Rivera, il grande fautore della soluzione UniCredit per Siena, sta cercando di capire se resisterà allo spoil system generale del governo Draghi che ha previsto in via XX Settembre l’arrivo dell’ex Ragioniere dello Stato Daniele Franco

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Il presidente del Consiglio Mario Draghi
 

Prima di lasciare il Ministero dell’Economia per tornare in Banca d’Italia come direttore generale, al Mef Franco e Rivera, dal punto di vista dell’organico, erano due pari grado: il primo a capo del dipartimento della Ragioneria dello Stato, il secondo alla guida del dipartimento del Tesoro. Franco con funzioni sostanzialmente di audit, Rivera da direttore generale, godeva invece di una posizione politica più pesante dal punto di vista delle deleghe.

Ora, le posizioni si sono invertite, visto che Rivera si ritrova Franco proprio come diretto superiore. Resterà, dunque, il primo in via XX Settembre? I bene informati dicono di sì, anche perché come ha spiegato in mattinata il premier al Senato la governance del Recovery Plan sarà "incardinata sul Mef" e il piano da 209 miliardi sarà in continuità con quello disegnato dal duo Gualtieri-Rivera. Quindi, servirà un raccordo. Al momento però manca l’ufficialità, quadro che a cascata non aiuta la progressione del dossier Montepaschi. 

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Il ministro dell'Economia Daniele Franco

Le opzioni sul tavolo per l’uscita dello Stato (al 64,2%) dal capitale della banca sono quattro: finire sotto le insegne di UniCredit, la vendita con gara internazionale, lo spezzatino e la richiesta di una proroga.

Fonti interne al Tesoro fanno infatti notare che Mario Draghi si terrà molto probabilmente la delega agli Affari europei per gestire direttamente con Bruxelles la fondamentale partita del Recovery Plan e la discussione in ambito comunitario sulla sospensione-riforma delle regole del Patto di Stabilità. Delega nell’ambito della quale, se servirà troverà spazio anche il dossier Montepaschi.

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Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera

Nel caso in cui infatti per l’azionista pubblico le tre way-out per l’azionista pubblico dovessero complicarsi visto che vendere non è facile (o perché Orcel deciderà di perseguire strade diverse per il risiko bancario, seguito a ruota dalle banche straniere dotate di una branch italiana in grado di sfruttare i benefici fiscali della Dta o perché l’opzione spezzatino si rilevasse difficile da perseguire politicamente), Draghi potrebbe giocare il jolly di andare a trattare direttamente con la vicepresidente Ue Margrethe Vestager per chiedere più tempo per la privatizzazione, superando la deadline del 31 dicembre 2021.

Insomma, all'orizzonte del Monte c'è un ampio ventaglio di opzioni che fanno sì che la mission per Draghi&C sia difficile ma non impossible