Economia
Mps, Mussari: "Rossi non sapeva di operazioni indagate. Non si è suicidato"
"I bigliettini? Non erano nella sua natura". L'audizione dell'ex presidente di Mps Mussari davanti alla commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi
Riguardo alla posizione dei familiari che non credono al suicidio, per Mussari “c’è chiaramente una non accettazione dei risultati. Da parte mia, da chi ha nutrito quel tipo di rapporto così da definirlo fraterno e non in senso massonico, non posso rimanere indifferente a una moglie che si batte come si batte Antonella, o ai suoi fratelli. Non posso che stare dalla loro parte ignorando le ragioni che li muovono, ma ci sono per scelta ontologica, per essenza della mia natura in relazione al rapporto che avevo con David". L’avvocato calabrese ha inoltre precisato che "non posso che stare da quella parte che prescinde dal dato formale e materiale. Se Antonella sta là, io sto là perchè David mi avrebbe immaginato lì".
Per Mussari “non si può prescindere dal contesto di odio che si generava quotidianamente. Oggi siamo qui, ad anni di distanza, e facciamo una discussione sul carattere di una persona così cara e capace con un inevitabile peso dell'astrattezza, dovuta allo iato temporale tra la nostra discussione e gli eventi. Ma a quel contesto bisogna tornare. Quel contesto assume caratteristiche particolarissime e dura per un periodo lungo". Da quel clima di odio, ha proseguito, "io mi sono salvato decidendo di chiudere con tutti, di riuscire fuori nel 2017 e andare in Calabria". Mussari dunque "non pensa" si sia trattato di suicidio.
Infine, la posizione dell’ex presidente del Monte su alcuni dettagli della morte di Rossi messi in discussione anche dai familiari del manager. "Non era il suo modo di esprimersi per il David Rossi che io conoscevo”, ha spiegato Mussari rispondendo a gli chiedeva una valutazione sul biglietto trovato dopo la morte del capo di comunicazione di Mps, scritto alla moglie, Antonella Tognazzi.
David, ha sottolineato l’avvocato calabrese, aveva un carattere "riservato, schivo, addirittura scostante. Ci legava il silenzio, due parole sono troppe e una è ultronea. Ma discutevamo sulle idee di fondo, sull'idea del bello, del giusto, su un elemento architettonico, su quale è la natura corretta di un messaggio promozionale. Questi erano i nostri elementi di discussione".
Sulla presunta presenza di Rossi a "festini", "ma lei sta scherzando? Ritengo di no. Se avesse saputo di qualcosa anche men che lecito sarebbe andato in procura. Non era nella sua natura, aveva uno stile. Non ce lo vedo a mischiarsi, non lo vedo dentro una conversazione che aveva un oggetto di questo genere, di tipo boccaccesco -ha precisato- Date per scontato che io non so niente. Quando si sarebbero tenuti questi festini? Nel 2011, nel 2012? Lo chiedo perchè non lo so".
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