Mps, tra soluzione inglese e Usa. Resta pubblica almeno per altri 5 anni
Se andrà come per Royal Bank of Scotland lo Stato rischia di rimanere tra gli azionisti per almeno 5 anni. Se il nuovo governo riuscisse a imitare gli Usa...
Ma forse la conclusione della vicenda Mps potrebbe essere diversa: negli Usa dopo il fallimento di Lehman Brothers furono erogati 107,3 miliardi di dollari di aiuti a Morgan Stanley, 99,5 miliardi a Citigroup e 91,4 miliardi a Bank of America (che poi rilevò Merrill Lynch). In tutto furono sette i programmi di aiuti attivati: solo col programma Tarp le 10 maggiori banche Usa ottennero oltre 68 miliardi di dollari, che però furono poi integralmente rimborsati già a partire dal 2009. Alla fine il Tarp erogò 426 miliardi di dollari di prestiti, ottenendo tra rimborsi, interessi sui prestiti e cessione delle azioni sottoscritte in cambio dei prestiti medesimi, 441 miliardi.
Non solo: anche le grandi agenzie Fannie Mae e Freddie Mac, a loro volta controllate dal Tesoro Usa, si attivarono per soccorrere, più che le banche, l’economia reale, erogando finanziamenti agevolati per 622,5 miliardi di dollari ed ottenendo un incasso di 698,3 miliardi. Conclusione: l’esperienza americana ha consentito di superare la crisi in minor tempo e con un guadagno per i contribuenti di oltre 90 miliardi di dollari, quella britannica è servita comunque a non far fallire il sistema, ma a distanza di 10 anni il Tesoro è ancora azionista e i contribuenti rischiano ancora di vedersi addossare alcuni miliardi di perdite, mentre in Italia (e in casa Montepaschi in particolare) siamo ancora alle prime luci dell’alba, in attesa di capire come il nuovo governo vorrà gestire la vicenda e chi dovrà pagare, eventualmente, il conto finale.