Economia

Mps-Unicredit, Orcel chiude la porta: "Non farà parte della nostra strategia"

Nonostante gli sforzi, il numero uno di Unicredit gela il dossier su Mps. E Sileoni (Fabi) si dice preoccupato: "Al momento non ci sono alternative"

Mps, Orcel: "Nonostante tutti gli sforzi, non è stato possibile raggiunge un accordo d'intesa" 

Trimestre miliardario per il numero uno di Unicredit, Andrea Orcel, che vede nel terzo trimestre i profitti della banca decollare del 60%. “Abbiamo fatto passi in avanti fenomenali, ma siamo soltanto all'inizio del nostro percorso”, dichiara ai colleghi dopo la pubblicazione dei conti. “I numeri del terzo trimestre 2021 di Unicredit sono risultati di cui dovremmo essere tutti orgogliosi ed entusiasti. Sono la prova che l'assiduo lavoro che svolgiamo sta dando i suoi frutti, e una chiara dimostrazione dell'impegno e del talento di tutte le persone che lavorano nella nostra banca”, aggiunge Orcel. 

Ma sul futuro pesa il gigante interrogativo sul Monte dei Paschi, una partita definitivamente conclusa? Il numero uno di Piazza Gae Aulenti, aprendo la conference call con gli analisti finanziari sui conti dei primi nove mesi, dichiara che “abbiamo annunciato che, dopo un periodo dei due diligence e di negoziazione con il ministro dell'economia italiano, Mps non farà parte della nostra strategia futura. Le discussioni sono state lunghe e dettagliate ma, nonostante gli sforzi di entrambe le parti, e non è stato possibile raggiungere un accordo che soddisfacesse tutti i parametri stabiliti nel Memorandum d'intesa", e per questo "i negoziati sono stati conclusi". 

Per Unicredit quello di eventuali operazioni di M&A “non è un fine” e queste operazioni verranno fatte "solo alle giuste condizioni'. “Il maggior valore che possiamo creare è dal punto di vista organico e questo è stato, e rimane, il nostro obiettivo incrollabile”.  “Sono stato chiaro sul ruolo che l'M&A può svolgere nella nuova strategia della banca: non è uno scopo in sé, piuttosto può essere un acceleratore e un potenziale miglioratore del nostro risultato strategico' e, quindi, può essere realizzato 'alle giuste condizioni che accrescano il valore e dove abbiamo piena fiducia nella nostra capacita' di esecuzione. Questo rimarrà il nostro approccio guida”, afferma il numero uno d Unicredit. 

Una chiusura che “preoccupa” il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Il motivo? “Al momento, non ci sono alternative per rilevare il gruppo Mps, l’unica sarebbe il fondo Apollo, che è un fondo speculativo e che non avrebbe un atteggiamento morbido per quanto riguarda i dipendenti. L’Unione europea concederà la proroga allo Stato italiano, per restare ancora nell’azionariato di Montepaschi, se a chiederla sarà il premier Mario Draghi. In ogni caso, per restare di proprietà del Tesoro servono soldi, almeno 3 miliardi di euro entro l’anno”, dichiara Sileoni, intervendo a Coffee Break su La7

In tema di aiuti di Stato alle banche, l’Italia è l’ultima in Europa con soli 14 miliardi di euro spesi per i salvataggi: il nostro Paese ha speso l’1,5% del pil contro il 5,9% della Germania, il 4,4% della Spagna e una media europea del 4,6%. Se fallisce una banca le ripercussioni pesantissime colpiscono i dipendenti e la stessa clientela oltre alle economie dei territori: più di 4 milioni di clienti, oltre 80 miliardi di prestiti a famiglie e imprese, oltre 21.000 dipendenti. Se dovesse fallire un gruppo come Mps ne risentirebbe l’intero settore bancario italiano ed europeo”, conclude Sileoni. 

Chiusa la questione Mps "continuiamo a concentrarci sullo sblocco del valore significativo all'interno di Unicredit", ha aggiunto il banchiere che ha fissato la data della strategy per il 9 dicembre. In questo scenario quali potrebbero essere eventuali banche target? "In un eventuale M&A guarderemo alla creazione di valore per tutti gli azionisti e nello specifico alla qualità della rete, al rischio contenuto del deal, alla semplicità di esecuzione. Ma al momento vedo più valore nella crescita organica", ha detto rispondendo a un analista.

Il banchiere si è detto concentrato sulla crescita organica che in questo momento sprigiona un valore maggiore anche se non ha mostrato una chiusura a eventuali operazioni di acquisizione qualora creassero valore. "L'M&A non è uno scopo in se', piuttosto può essere un acceleratore e un potenziale miglioramento del nostro risultato strategico... alle giuste condizioni che accrescono il valore e dove abbiamo piena fiducia nella nostra capacità di eseguire. Questo rimarrà il nostro approccio guida".

Le stime della crescita del Pil per il 2021 fa ben sperare. "Siamo ottimisti sul futuro come si evince dalla nostra guidance. Il quarto trimestre ha registrato un buon avvio", ha concluso Orcel che ha riservato un passaggio della call alle fusioni tra banche e assicurazioni, dopo che nei mesi scorsi erano circolati rumors di un interesse di UniCredit per Asssicurazioni Generali. "Non credo a questo tipo di fusioni. Il business model e i clienti sono molto differenti, ci possono essere tuttavia solide partnership a lungo termine", ha tagliato corto il numero uno di Piazza Gae Aulenti.