Economia
Nexi, la più grande Ipo del 2019. I pagamenti digitali valgono 8 miliardi
Nuovo sbarco in Borsa ad aprile
Dopo un inizio d’anno in sordina, il mercato delle Ipo sente la primavera e torna alla carica con debutti miliardari a New York e Milano. Se ieri hanno fatto il loro debutto a Wall Street Lyft, società che ha sviluppato l’omonima applicazione per telefoni cellulari con cui facilitare la condivisione di autovetture, e un nome storico come Levi Strauss, due operazioni rispettivamente da 2,1 miliardi (a fronte di 21,9 miliardi di valutazione post Ipo) e da 600 milioni di dollari (in questo caso a fronte di una valutazione pari a 6,55 miliardi), a Milano oggi sono stati diffusi i dati definitivi del collocamento di Nexi.
Il Ceo di Nexi Paolo Bortoluzzo
L’ex CartaSi, finora controllata da tre fondi di private equity come Bain Capital, Advent e Clessidra, sbarcherà sul Mercato telematico azionario (Mta) gestito da Borsa Italiana in aprile sulla base di una valutazione tra 7,1 e 8,1 miliardi, compresi i 2,5 miliardi di passività esistenti a fine anno (la forchetta indicativa di prezzo è di 8,5 - 10,35 euro per azione dopo aver proceduto a un raggruppamento titoli). Se la domanda sarà come previsto consistente, si tratterà della maggiore Ipo dell’anno in Italia (la seconda dal 2017 dietro solo l’Ipo di Pirelli) e comprenderà l’offerta sia di titoli di nuova emissione, per un controvalore massimo di circa 700 milioni di euro, sia di azioni esistenti (che saranno cedute dai tre fondi azionisti).
Il mix di titoli dovrà in ogni caso soddisfare il requisito di flottante minimo previsto per l’Mta (25%), sicché il controvalore complessivo del collocamento dovrebbe aggirarsi tra 1,77 e poco più di 2 miliardi, come dire che Bain, Advent e Clessidra dovrebbero spartirsi un incasso tra 1 e 1,3 miliardi di euro. I 700 milioni legati al collocamento di titoli di nuova emissione serviranno invece per ridurre l’indebitamento del gruppo, con l’obiettivo di chiudere il 2019 con un rapporto indebitamento finanziario netto/Ebitda normalizzato tra le 3 e le 3,5 volte, con un indebitamento netto post-Ipo atteso pari a 1,7 miliardi di euro circa.
A curare l’operazione è un nutrito gruppo di banche tra cui Bank of America Merrill Lynch, Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo), Credit Suisse, Goldman Sachs International e Mediobanca in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Banca Akros, Barclays Bank, Citigroup Global Markets, Hsbc, Mps Capital Services, Ubi Banca, Ubs Investment Bank e UniCredit Corporate & Investment Banking agiranno in qualità di joint bookrunner. Banca Imi e Banca Akros agiscono inoltre in qualità di sponsor ai fini della quotazione. Evancore è invece l’advisor finanziario di Nexi nell’ambito dell’offerta.
Approfittando dello sbarco in borsa, anche Banco Bpm potrebbe cedere l’1,8% posseduto: “Nexi è un partner strategico perché abbiamo un contratto con loro nei prossimi anni – ha chiarito pochi giorni fa Giuseppe Castagna - ma chiaramente non è un investimento strategico essendo dell’1,8%”. Intanto in vista dello sbarco a Piazza Affari, Fitch Ratings ha già messo in “creditwatch positivo” il merito di credito del gruppo italiano di pagamenti elettronici. Secondo gli analisti di Fitch, Nexi “è ben posizionata nel mercato italiano dei servizi di pagamento, in espansione, in cui occupa una posizione di leadership grazie a rapporti di lunga data con le principali banche partner”.
Ciò significa, ragionano gli analisti, che esistono elevate barriere all’entrata nel mercato di riferimento, cosa che dovrebbe proteggere il business di Nexi, mentre tra i principali limiti del gruppo Fitch sottolinea l’elevata leva finanziare e l’assenza di una diversificazione geografica.