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ANBI: crisi idrica in Italia, i dati dell'Osservatorio confermano l'emergenza

Vincenzi (ANBI): “Chiediamo che i 7 miliardi non spesi del PNRR siano destinati al Piano invasi”

di Redazione Corporate

ANBI, i dati dell’Osservatorio sulle Risorse Idriche rivelano un quadro preoccupante in molte regioni italiane

Se qualche precipitazione recente può aver generato ottimismo, i dati dell'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche tracciano un quadro preoccupante: l'Italia continua a vivere una grave crisi idrica in molte regioni, aggravata da un 2024 che si preannuncia il più caldo della storia (fonte: Copernico). Il superamento della soglia critica di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali mette a rischio le condizioni climatiche finora conosciute.

È l’arrivo della neve, il dato nuovo della settimana soprattutto al Centro Sud, mentre al Nord si registra un clima secco. Speriamo di non dover rimpiangere, nei mesi a venire, la tanta acqua rilasciata a mare per mancanza di invasi” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale dell’ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue).

In un contesto di crescente allerta, la Basilicata registra un lieve miglioramento: per la prima volta in sette mesi, i volumi d'acqua trattenuti dalle dighe aumentano grazie a consistenti piogge. Sei milioni di metri cubi d'acqua si sono aggiunti ai bacini, offrendo un sollievo ai territori dipendenti dai serbatoi di Pertusillo e Monte Cotugno. Tuttavia, la crisi resta acuta in altre aree, dove riserve come quelle di Camastra e Basentello hanno beneficiato di incrementi marginali (solo 200.000 metri cubi), lasciando le popolazioni locali a fronteggiare restrizioni idriche.

In Puglia, l'incremento di 320.000 metri cubi nei bacini non compensa un deficit idrico enorme: mancano oltre 103 milioni di metri cubi rispetto al 2023 e quasi 300 milioni rispetto ai livelli autorizzati.

La situazione in Sicilia non è migliore. Le riserve si sono ulteriormente ridotte di 2,4 milioni di metri cubi in due settimane. La diga dell'Ancipa ha perso altri 272.000 metri cubi, generando tensioni tra le comunità locali. L'Autorità di bacino distrettuale della Sicilia spera in piogge più diffuse e meno violente, ma la crisi resta seria.

In Sardegna è stata diramata un'allerta arancione per maltempo nel sud dell'isola. Le nevicate nelle regioni appenniniche di Calabria e Abruzzo offrono un barlume di speranza: i 40 centimetri di neve sull'Appennino potrebbero contribuire alla ricarica degli acquiferi, pesantemente stressati dalla siccità.

In Campania, i fiumi Volturno, Garigliano e soprattutto il Sele mostrano flussi incoraggianti, mentre la neve sui monti irpini e del Matese sarà fondamentale per ripristinare i bacini artificiali, come quello di Conza, che a novembre era solo al 27% di riempimento.

Nel Lazio, i fiumi Tevere e Aniene crescono, ma restano al 38% delle medie storiche. Il Velino rimane deficitario del 46%, e sul Terminillo si registra una coltre di neve di circa 30 centimetri. In Umbria, mentre il lago Trasimeno attende un miglioramento, i fiumi Chiascio e Paglia registrano una crescita, mentre il livello del Topino decresce. Nelle Marche, nonostante una lieve ripresa, i fiumi Potenza, Esino e Nera restano deficitari. La neve sui monti Sibillini e sull'Appennino marchigiano fornisce un moderato sollievo.

Al Nord, i laghi soffrono: il Benaco è l'unico in crescita, mentre i laghi d' Iseo e di Como si attestano rispettivamente al 32,9% e al 21,8% di riempimento. In Veneto, novembre 2024 è stato il mese più secco degli ultimi 30 anni, con appena 10 millimetri di pioggia su una media storica di 135 millimetri, un deficit pluviometrico del 93%.

In Lombardia, la scarsità di neve e il basso livello dei laghi contribuiscono a un deficit idrico del 29% sulla media storica e del 41% rispetto al 2023. Anche in Piemonte la situazione è critica: solo il Tanaro mostra un lieve miglioramento, mentre i fiumi come la Stura di Lanzo segnalano flussi inferiori del 70% rispetto alla media. In Valle d’Aosta sia Dora Baltea che torrente Lys subiscono leggerissimi decrementi nei flussi idrici. Infine, lungo il fiume Po, le portate mostrano un incremento nelle sezioni lombarde ed emiliane, ma restano al di sotto delle medie. Il deficit idrico a Pontelagoscuro è del 4,4%.

Il quadro delineato dall'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche conferma che il 2024 potrebbe essere un anno critico per la gestione delle risorse idriche in Italia. Mentre alcune regioni mostrano segnali positivi, il diverso tra le esigenze idriche e le riserve disponibili continua a crescere, ponendo sfide enormi per il futuro.

Per questo", conclude il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, "chiediamo che i 7 miliardi di lavori definanziati per manifesta impossibilità di rispettare le tempistiche del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza siano destinati anche ad avviare il Piano Invasi, per il quale i Consorzi di bonifica ed irrigazione, che stanno invece rispettando i cronoprogrammi europei, hanno circa 400 progetti in attesa di finanziamento e rapidamente cantierabili”.