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ANBI: raggiunto accordo UE sulla Direttiva Suolo

Vincenzi (ANBI): "Importante è non solo che Consiglio e Parlamento europei abbiano convenuto sulla necessità di realizzare una metodologia comune di monitoraggio in tutta la UE"

di Redazione Corporate

ANBI: raggiunto accordo UE sulla Direttiva Suolo, ma in Italia da 12 anni manca una legge contro la cementificazione

È stato raggiunto un accordo provvisorio tra il Consiglio Europeo e il Parlamento Europeo sulla nuova Direttiva Suolo, un passo importante verso la tutela ambientale e la rigenerazione dei terreni. Il provvedimento introduce riferimenti per il monitoraggio del suolo e stabilisce principi per la riduzione del consumo di territorio, con particolare attenzione all’impermeabilizzazione, fenomeno spesso causato dalla cementificazione.

In Italia, tuttavia, la situazione resta critica. “Il 47% del territorio è considerato degradato e tale percentuale raggiunge il 60% nel Vecchio Continente: è quindi importante che il Consiglio Europeo abbia raggiunto un accordo seppur provvisorio con l’EuroParlamento su una direttiva che determina i riferimenti per il monitoraggio del suolo, definendo anche principi per la riduzione del suo consumo con particolare attenzione all’impermeabilizzazione, vale a dire la cementificazione. In Italia, la proposta di legge contro l’indiscriminato consumo di territorio giace nei meandri parlamentari dal 2013, quando premier era Mario Monti”, ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

Un appello forte e chiaro, quello di Vincenzi, che sottolinea la necessità di affrontare con urgenza il tema della cementificazione e del degrado del suolo, temi centrali anche a livello europeo. Suoli sani sono fondamentali per la buona alimentazione e rappresentano una riserva cruciale per la biodiversità e il carbonio, elementi essenziali per la salute del pianeta.

Un terreno organicamente vivo trattiene maggiormente le acque di pioggia, garantendone la filtrazione nel sottosuolo e riducendo il rischio idrogeologico. Per questo, i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono coinvolti e talvolta promotori in progetti sperimentali per la rigenerazione delle campagne attraverso una diversa gestione agronomica e sistemazione dei terreni”, ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. L’accordo provvisorio mantiene l’obiettivo ambizioso, ma non vincolante, di raggiungere suoli sani entro il 2050, segnando un possibile cambio di passo a livello continentale.

Importante è non solo che Consiglio e Parlamento europei abbiano convenuto sulla necessità di realizzare una metodologia comune di monitoraggio in tutta la UE, ma anche di avviare controlli sui nuovi inquinanti, quali i PFAS, la cui presenza, come quella delle microplastiche, non solo pregiudica l’ambiente, ma nel nostro Paese ostacola l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura”, ha concluso Vincenzi.