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Campari: come un logo ha saputo reinventarsi per oltre un secolo
L’evoluzione del logo di Campari non è solo una cronologia di design, ma un riflesso della sua capacità di innovare e rimanere fedele alle proprie radici

Dal futurismo a un design iconico: il logo di Campari come strategia di branding
Nel corso della sua lunga storia, Campari ha utilizzato il proprio logo come una tela su cui dipingere tradizione, modernità e innovazione. La sua evoluzione non è solo il racconto di un'identità visiva, ma anche la manifestazione della capacità del brand di adattarsi e distinguersi in un panorama sempre più competitivo. Il viaggio di Campari inizia nel 1860, quando Gaspare Campari crea una miscela unica di erbe, bacche e frutti, dando vita a un liquore rosso rubino destinato a diventare un simbolo. Sette anni dopo, nel 1867, Gaspare apre il Caffè Campari nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, che diventa il centro della sua attività e trampolino di lancio per l'espansione globale. Già all'inizio del Novecento, con l’apertura dello stabilimento di Sesto San Giovanni nel 1904, il marchio stava crescendo rapidamente, consolidandosi grazie a innovazioni come i cocktail Americano e Negroni.
Il primo logo del 1888 era un'opera d'arte complessa, caratterizzata da intricati dettagli grafici che omaggiavano la vite, simbolo del legame con la natura e la tradizione italiana. La scritta “Bitter” era prominente, accompagnata da linee sinuose che enfatizzavano la sua artigianalità. Nel 1905, il logo fu rivisitato in una versione a tre livelli, con caratteri distintivi per ogni riga: “Bitter” in alto, “Campari” al centro, e “L’Aperitivo” in basso.
Nel corso degli anni, il logo continuò a evolversi, seguendo le tendenze del design e le esigenze di comunicazione del marchio. Nel 1920, un nuovo stile combinava lettere maiuscole audaci con ornamenti decorativi, mantenendo però una coerenza visiva che richiamava le radici del brand. Nel 1927, il logo fu semplificato, rimuovendo elementi superflui per creare un design più diretto e leggibile.
La vera svolta arrivò nel 1931, quando Fortunato Depero, figura chiave del movimento futurista, collaborò con Campari per creare manifesti pubblicitari e oggetti di design iconici. Il suo approccio rivoluzionario, caratterizzato da forme geometriche, colori vivaci e un’estetica dinamica, influenzò profondamente il marchio e il logo, che acquisì un’identità moderna e audace.
Dopo decenni di cambiamenti, il 1987 vide l’introduzione di una versione universale del logo. Questa versione presentava caratteri maiuscoli con serif distintivi e un colore blu scuro che trasmetteva eleganza. Nel 1991, l’agenzia Landor Milano creò l’attuale logo “Campari Bold”, ispirandosi ai manifesti pubblicitari storici del marchio. Le lettere bianche spiccano su un rettangolo blu, enfatizzate da bordi dorati e un effetto tridimensionale che conferisce profondità. Lo stesso anno, Campari ha ricevuto il Premio Compasso d'Oro per la sua "Immagine Comunicazione della Campari 1860/1990" durante la 16ª edizione. Questo riconoscimento evidenzia l'eccellenza nel design delle campagne pubblicitarie dell'azienda nel periodo indicato, sottolineando il ruolo centrale della comunicazione visiva nella strategia del brand. Questa evoluzione ha portato a un logo minimalista e versatile, capace di adattarsi a qualsiasi contesto, mantenendo al contempo la sua riconoscibilità. La combinazione cromatica, rosso per la passione, blu per l’eleganza e bianco per la purezza, riflette i valori fondamentali del brand.
Dalla collaborazione con Depero negli anni ‘20 fino ai moderni calendari artistici e ai cortometraggi della serie “Campari Red Diaries”, l’arte è sempre stata al centro della strategia di Campari. Campagne come lo spot “Campari - It’s Fantasy” negli anni ’80 e le partnership con registi come Paolo Sorrentino dimostrano l’impegno del brand nel creare una comunicazione visiva potente e ispirazionale.
L’evoluzione del logo di Campari non è solo una cronologia di design, ma un riflesso della sua capacità di innovare e rimanere fedele alle proprie radici. Ogni cambiamento ha aggiunto profondità e significato al marchio, contribuendo a costruire un’identità forte e senza tempo.