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CDP, l'Analisi sul Servizio idrico integrato: crescono gli investimenti
Grazie ai € 3,5 miliardi messi a disposizione dal PNRR e all’espansione della finanza sostenibile il settore vive un momento storico particolarmente favorevole
Analisi CDP sul Servizio idrico integrato: lo stato delle infrastrutture richiede interventi importanti
Il tema al centro del Brief degli analisti di CDP dal titolo “Servizio idrico integrato: il momento giusto per gli investimenti”, si è concentrato sull'individuare le opportunità offerte al servizio idrico dall’espansione della finanza sostenibile e dalle risorse offerte dal PNRR per superare così i fattori che da anni frenano la capacità di investimento dei gestori. Il Servizio Idrico Integrato (SII), cioè l’intera filiera di attività che vanno dal prelievo alla distribuzione fino alla depurazione dell’acqua, è un settore in trasformazione caratterizzato da un ingente fabbisogno di investimenti, che le prospettive di sviluppo della finanza sostenibile e le opportunità del PNRR rendono oggi una criticità superabile.
Attualmente, lo stato delle infrastrutture in Italia, appare particolarmente critico: secondo i dati riportati nel "Rapporto Accadueo" del 2018 di Cresme, le perdite degli impianti di distribuzione ammontano al 42% (in Francia al 20%, in Germania all’8%). Il 36% della rete idrica ha un’età compresa tra 31 e 50 anni, il 22% ha più di 50 anni. Persistono, poi, i ritardi nell’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione che hanno portato il nostro Paese a essere soggetto a onerose procedure di infrazione europee. La situazione così dipinta è dovuta a una cronica mancanza di significativi investimenti nel settore che restano sottodimensionati rispetto ai fabbisogni: la spesa per investimenti nel settore idrico italiano è ben più bassa di quella registrata nella media dei Paesi europei (49 euro vs 90 euro per abitante nel biennio 2020-2022) e tocca livelli particolarmente contenuti per le gestioni in economia, cioè quelle direttamente in capo agli enti locali. Tra il 2016 e il 2019, infatti il valore pro capite degli investimenti realizzati dalle gestioni in economia è stato pari a circa 8 euro l’anno, con importanti differenze territoriali.
Sono due le principali criticità che pesano sugli investimenti nel settore: la polverizzazione dei gestori, con oltre 2.500 operatori, e un processo di riorganizzazione della governance ancora incompiuto. Solo il 17% degli operatori è classificabile come ‘industriale’, il restante 83% è composto infatti da gestioni in economia. La crescita degli investimenti registrata negli ultimi anni, soprattutto da parte degli operatori industriali, testimonia tuttavia un settore dinamico e con importanti potenzialità. Inoltre, il servizio idrico vive un momento storico particolarmente favorevole per realizzare gli investimenti necessari e superare definitivamente gli ostacoli che ancora ne limitano le potenzialità. Due le principali opportunità: usare efficacemente i 3,5 miliardi messi a disposizione dal PNRR e intercettare l’espansione della finanza green, facendo leva sulla natura intrinsecamente sostenibile del settore, promuovendo una trasformazione dei modelli di business degli operatori.