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Deloitte: il costo della vita è la prima preoccupazione per GenZ e Millennial

di Marcello Antelmi

Pompei (Deloitte Italia): "Dai dati emerge con chiarezza che Millennial e GenZ hanno subito duramente l’impatto dell’inflazione scatenata da pandemia e guerra"

A fronte di questo desiderio, tra gli intervistati oggi il 12% dei Millennial e il 13% della GenZ lavora completamente da remoto, il 19% dei Millennial e 21% della GenZ ha piena libertà di decidere dove lavorare, il 18% dei Millennial e il 23% della GenZ lavora sia da remoto che in ufficio secondo regole fissate dal datore di lavoro, il 10% dei Millennial e il 12 della GenZ è tornato in ufficio anche se potrebbe svolgere la propria mansione da remoto, il 41% dei Millennial e il 30% della GenZ svolge un lavoro che richiede la presenza fisica.

I nuovi criteri di scelta del lavoro: work-life balance e attenzione alla salute mentale

I GenZ e i Millennial italiani danno grande valore al tempo extra-lavorativo e hanno meno “problemi di disconnessione” rispetto ad altre generazioni. Più di un terzo controlla raramente o non controlla mai le e-mail al di fuori dell'orario di lavoro. Al desiderio di disconnessione dei giovani si accompagna la attenzione sempre più forte verso il tema della salute mentale: in Italia la GenZ risulta meno “stressata e in ansia” della media globale (44% ita vs 46% global), mentre i Millennial si dichiarano più ansiosi e stressati della media globale (42% ita vs 39% global).

A pesare sullo stato di salute mentale sono soprattutto le preoccupazioni sul proprio futuro economico e sul benessere della propria famiglia: ne sono preoccupati il 45% della GenZ e il 47% dei Millennial nel primo caso, il 38% della GenZ e 41% dei Millennial in Italia nel secondo. Per garantire un migliore work-life balance il 38% dei Millennial e 39% della GenZ vorrebbe la settimana lavorativa da 4 giorni mentre il 32% dei Millennial e il 28% della GenZ insiste sull’importanza di garantire la possibilità di lavorare da remoto. In generale, il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial in Italia dichiara che il tema della salute mentale è rilevante quando prende in considerazione un nuovo datore di lavoro.

La sensibilità sull’ambiente: 6 giovani su 10 sono preoccupati per il cambiamento climatico

Messa in secondo piano dall’inflazione, la preoccupazione per lo stato di salute del pianeta rimane comunque una delle principali fonti di ansia per le giovani generazioni. Un fenomeno che in Italia raggiunge livelli molto significativi: tra i GenZ italiani il 63% (contro il 60% della media globale) dichiara di essere stato preoccupato o in ansia per il clima nell’ultimo mese. Un livello analogo si registra tra i Millennial: il 64% degli italiani, contro il 57% della media globale, è preoccupato per il cambiamento climatico nell’ultimo mese.

Per dare il proprio contributo alla sostenibilità ambientale, tra i ragazzi e le ragazze italiane i comportamenti più diffusi sono: evitare l’abbigliamento fast fashion (35% GenZ e 33% Millennial); verificare la sostenibilità dei prodotti acquistati (25% GenZ e 21% Millennial); fare in modo che la propria casa sia più sostenibile (29% GenZ e 26% Millennial); adottare una dieta vegana/vegetariana (17% GenZ e 19% Millennial).