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Energia da fusione, Eni sigla accordo di cooperazione con CFS
Credits CFS

Eni, firmato accordo di cooperazione con CFS: l'obiettivo è accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione

Eni ha siglato oggi un accordo di cooperazione con Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-out del Massachusetts Institute of Technology: l'obiettivo della collaborazione è quello di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione. Eni è stata tra le prime aziende energetiche a investire nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, ed è il primo e il maggiore azionista del progetto CFS.

Consapevole del grande valore strategico della fusione e della solidità del progetto di ricerca del CFS, nel 2018 Eni ha infatti investito 50 milioni di dollari nella società. A fine 2021 ha inoltre partecipato al nuovo round di finanziamento di CFS. Oltre a fornire il proprio sostegno finanziario, Eni fa parte del Consiglio di Amministrazione e assicura il proprio contributo anche in termini di risorse e know how industriale. Per Eni, la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale tra le tecnologie per la decarbonizzazione in quanto potrà, in prospettiva, consentire all’umanità di disporre di grandi quantità di energia a zero emissioni e con un processo sicuro e virtualmente illimitato.

L'accordo sottoscritto rafforza la partnership tra le due società, unendo l’esperienza ingegneristica e di project management di Eni a una serie di progetti a supporto di CFS, e lo sviluppo e distribuzione dell’energia da fusione su scala industriale.

CFS ha raggiunto un traguardo importante con il successo, ottenuto nel settembre 2021, del test su un magnete con tecnologia superconduttiva HTS (High Temperature Superconductors), il magnete più potente del suo genere al mondo, che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica e che potrà contribuire al raggiungimento dell'energia netta da fusione in un futuro impianto dimostrativo.

La collaborazione tra CFS ed Eni ambisce a ottenere l’applicazione industriale della tecnologia della fusione a confinamento magnetico nel prossimo decennio, arrivando rendere operativo entro il 2025 il primo impianto pilota a confinamento magnetico al mondo a produzione netta di energia da fusione: SPARC, già in costruzione. L’impianto, a sua volta, servirà per lo sviluppo di ARC, ovvero la prima centrale elettrica industriale da fusione in grado di immettere elettricità in rete, che dovrebbe essere operativa nei primi anni del 2030.

L’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: "Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di CFS basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio, avendo poi davanti a noi quasi vent’anni per diffondere la tecnologia e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050. Questo vorrà dire disporre a livello industriale di una tecnologia in grado di fornire grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica".

"Per questo siamo di fronte a una potenziale svolta tecnologica epocale. Da diversi anni Eni sta ponendo la leadership tecnologica, con un approccio di neutralità e diversificazione, alla base del proprio percorso di decarbonizzazione. Consapevoli del grande valore strategico di questa tecnologia e della solidità di CFS, fin dal 2018 Eni ha investito nella società ed è stata la prima azienda energetica ad impegnarsi concretamente in questo settore. Oggi rafforziamo ulteriormente questa collaborazione con le nostre competenze ed esperienza con l’obiettivo di accelerare il più possibile il percorso di industrializzazione della fusione", ha proseguito Descalzi.

"L’accordo di collaborazione tra CFS e il nostro partner di lunga data, Eni, ha il grande potenziale di far progredire i nostri sforzi sulle principali sfide globali e sulle opportunità di trasformazione del panorama energetico grazie ad una fornitura illimitata di energia pulita da fusione", ha dichiarato il CEO di CFS Bob Mumgaard. "Questo accordo sottolinea il ruolo chiave che le società energetiche esistenti svolgono nell’accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione e la forza della dell’abbinamento con tali aziende".

L'accordo tra Eni e CFS prevede un lavoro di cooperazione volto ad accelerare lo sviluppo industriale di ARC, una serie di progetti attualmente in fase di sviluppo che includono supporto operativo e tecnologico, esecuzione progettuale attraverso la condivisione di metodologie mutuate dall’industria energetica e rapporti con gli stakeholder.

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