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Fincantieri, Lorenza Pigozzi per il 6° anno tra gli Influence 100 di PRovoke Media

PRovoke Media pubblica la lista annuale The Influence 100: Lorenza Pigozzi di Fincantieri e João Duarte di ContourGroup unici comunicatori attivi in Italia

In un'era di continue trasformazioni geopolitiche, economiche, sociali e ambientali, comunicare efficacemente è fondamentale per le aziende di tutte le dimensioni. Forse mai come ora, per le imprese diventa cruciale contare su comunicatori di alto livello. Ma chi sono i 100 comunicatori aziendali più influenti al mondo nel 2024? PRovoke Media, la media company specializzata in analisi, insight e news sulle tendenze della comunicazione d’impresa, ha pubblicato la sua lista annuale The Influence 100, che rappresenta una mappatura dei direttori della comunicazione e marketing più influenti a livello globale. Questi professionisti non solo modellano la reputazione delle loro organizzazioni, ma in molti casi (61%) riferiscono direttamente ai CEO più autorevoli al mondo.

Lorenza Pigozzi e João Duarte gli unici “italiani” del ranking

Nella classifica di quest'anno figura per il sesto anno consecutivo Lorenza Pigozzi, Strategic Communication Director – Executive Vice President del Gruppo Fincantieri, l'unica italiana nel ranking. Tra gli Influence 100 c’è anche João Duarte, dal 2015 in Italia, ex Enel e ora Global Head of Communications di ContourGlobal.

Budget e priorità di comunicazione per il 2024

Quest'anno, gli Influence 100 hanno registrato un aumento significativo dei budget destinati a PR e comunicazione, con una spesa totale stimata di poco meno di 4 miliardi di dollari, in crescita del +8% rispetto ai 3,7 miliardi dell'anno scorso. Nonostante le incertezze economiche, i budget più consistenti sono cresciuti, con il 20% dei manager che gestisce somme superiori ai 100 milioni di dollari. Rimane prioritaria la spesa per la reputazione aziendale, seguita dallo sviluppo di contenuti e marketing, e dai social media. Un'attenzione particolare è stata dedicata a tecnologie innovative e intelligenza artificiale, nuove aree di interesse per quest'anno.

L’impatto dell'Intelligenza Artificiale sulla comunicazione: opportunità e sfide

L'intelligenza artificiale, in particolare l'IA generativa, sta rivoluzionando diversi settori, compreso quello delle pubbliche relazioni. Rispetto all'anno scorso, l'uso di questi strumenti è aumentato significativamente, con il 23% dei team che ora utilizza regolarmente l'IA generativa, rispetto al 5% del 2023. L’obiettivo è chiaro: migliorare efficienza e produttività. Molti leader del settore vedono l'IA come un'opportunità per liberare risorse e concentrarsi su attività più strategiche e creative, consentendo una personalizzazione e un coinvolgimento maggiori nei contenuti.

Tuttavia, emergono anche preoccupazioni riguardo alla possibile eliminazione di ruoli entry-level e all'impatto sulla qualità dei processi creativi. Un’altra grande preoccupazione riguarda le fake news: l’IA può infatti facilitare la creazione di contenuti falsi a scopo di disinformazione. È anche per questi motivi che gli Influence 100 si dicono certi che l'IA fungerà da co-pilota per i professionisti della comunicazione, migliorando l'efficienza e i processi, ma sempre con un'attenta supervisione umana.

Cresce la spesa per agenzie di PR: fondamentali supporto tattico e creatività

Il 25% degli Influence 100 ha investito oltre 20 milioni di dollari per le agenzie di PR, in aumento rispetto al 17% del 2023. A livello di modalità di coinvolgimento, rimane elevato il numero di professionisti che preferiscono lavorare con agenzie su base progettuale (37%). È in calo il numero di manager che si dice "molto soddisfatto" delle loro agenzie partner, passato dal 45% del 2021 al 37% del 2022, al 33% del 2023, fino al 29% di quest’anno. Un fenomeno che spiegherebbe la tendenza di alcune aziende a fare insourcing di determinate attività. Ma quali sono i vantaggi di lavorare con un’agenzia di PR secondo gli Influence 100? Tra tutti spicca il supporto tattico ed operativo (indicato dal 43%), seguito dalla creatività (28%) in forte crescita rispetto all'11% del 2023, riflettendo la crescente importanza del pensiero creativo nel settore della comunicazione. Al terzo posto, infine, la consulenza strategica (26%), uno dei valori aggiunti più apprezzati dai leader della comunicazione aziendale globale.

Bene la quota femminile

Dal report emerge che la rappresentanza femminile tra gli Influence 100 è dominante, con 59 donne contro 41 uomini. Una tendenza pressoché in linea con l’anno scorso (le donne erano 61), dopo anni di costante crescita, evidenziando un cambiamento positivo verso l'equilibrio di genere nei ruoli di leadership della comunicazione.

Distribuzione geografica e settori più rappresentati: Americhe e finanza al top

A livello geografico, il 50% dei principali direttori della comunicazione lavora nelle Americhe, seguiti dall'area EMEA (38%) e dall'Asia-Pacifico (12%). Cambia rispetto al 2023 la classifica dei settori più rappresentati. La finanza e i servizi professionali (20%) hanno visto una crescita significativa, sottraendo il gradino più alto del podio al settore tecnologico, che storicamente ha dominato la classifica (14%). Insieme, i due comparti determinano un terzo degli Influence 100. Altri settori chiave includono i beni di consumo (16%), industria ed energia (10%) e viaggi e trasporti (10%).

Dalla permanenza in azienda al background: il passato degli Influence 100

In termini di “tenure”, ovvero di permanenza nella stessa società, i professionisti presenti nella classifica lavorano in media da quasi 7 anni nella loro attuale azienda, in calo rispetto agli 8,1 anni dell'anno scorso. Ci sono però alcuni manager che superano addirittura i 30 anni di servizio nella stessa organizzazione, dimostrando una notevole stabilità e dedizione nel loro ruolo. Tra questi figurano Conny Braams, che ha trascorso 32 anni alla Unilever prima di lasciare l'estate scorsa, Jan Runau, in Adidas da 32 anni, Joseph Evangelisti, in JP Morgan Chase da 34 anni, Bea Perez, in Coca-Cola da 30 anni e Catherine Chen, in Huawei da 28 anni. Per quanto riguarda il background formativo, il 98% dei leader nel ranking possiede almeno una laurea, con il 38% che ha completato studi specialistici. Le discipline più comuni includono comunicazione, scienze politiche, giurisprudenza e marketing.





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