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Intesa Sanpaolo, 5 mld per il rilancio dell'economia marittima
Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo): "Il nostro centro di studi SRM è diventato un punto di riferimento per tutte le analisi dedicate all'economia del mare"
Intesa Sanpaolo stanzia 5 miliardi per la valorizzazione delle ZES del Mezzogiorno e delle ZLS del Centro Nord
Presentato oggi a Napoli il nuovo piano di Intesa Sanpaolo, destinato alla valorizzazione delle Zone Economiche Speciali (ZES) istituite nel Mezzogiorno e delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS) in fase di realizzazione nel Centro Nord. La Banca ha annunciato un plafond di 5 miliardi di euro per tutti gli insediamenti produttivi e le opere di adeguamento infrastrutturale, insieme ad un roadshow internazionale per attrarre capitali dall’estero e un programma di attività di reshoring. Inoltre, le imprese che sceglieranno di investire all’interno di ZES e ZLS potranno usufruire di una linea di finanziamento ad hoc che riconosce un’agevolazione sul tasso d’interesse. Le aree selezionate hanno tutte le caratteristiche per poter favorire la crescita dell’economia marittima, arrivando alla creazione di una sinergia efficace tra il sistema logistico-portuale e l’industria manifatturiera.
Le misure messe in campo dal Gruppo sono state illustrate in un convegno ospitato dalla sede napoletana delle Gallerie d’Italia, in cui è intervenuto, oltre a rappresentanti istituzionali e player globali del settore marittimo, anche il Presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro. Il contributo iniziale di Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm, ha evidenziato il ruolo cruciale dei porti all’interno del sistema produttivo. Successivamente, gli interventi di Fulvio Lino Di Blasio, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale (Venezia e Chioggia), di Angela Scianatico, Project Manager ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata, e di Giuseppe Romano, Commissario Straordinario ZES Campania e Calabria, hanno permesso di approfondire le peculiarità delle ZES e delle ZLS.
Un secondo momento di confronto tra Riccardo Dutto, Head of Infrastructure & Real Estate Partners di Intesa Sanpaolo, Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria, Umberto Masucci, Presidente International Propeller Clubs, e Mario Mattioli, Presidente Confitarma, ha fatto emergere la necessità di dialogo tra il mondo delle imprese e quello della finanza, così da poter sostenere la crescita dell’economia marittima.
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Il ruolo che Intesa Sanpaolo sta svolgendo, a proposito delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Logistiche Semplificate, è quello di motore dello sviluppo economico, un ruolo che svolgiamo rispetto a tutte le attività nelle quali si esplicano il saper fare e la capacità innovativa delle imprese italiane. Siamo particolarmente orgogliosi di essere l’unico gruppo bancario ad aver creato un centro di studi specificamente dedicato all’economia del mare, e del Mezzogiorno in particolare. SRM è diventato il punto di riferimento per queste analisi, che collocano l’Italia, e segnatamente il Mezzogiorno, al centro della riorganizzazione internazionale della logistica. Il Mediterraneo rappresenta l’1% dei mari della terra, ma vi transitano il 20% del traffico marittimo mondiale e il 27% dei servizi di linea container. É una situazione in evoluzione, in sintonia con l’evoluzione della globalizzazione, tesa a mitigare i rischi messi in evidenza dalla crisi pandemica e dalle irregolarità lungo le catene di fornitura”.
La Banca partecipa attivamente alla promozione delle ZES meridionali dal 2017: dopo aver predisposto un primo plafond di 1,5 miliardi di euro, a cui oggi si aggiungono altri 5 miliardi, sono state organizzate specifiche missioni all’estero, come quelle di Pechino e Dubai, per coinvolgere investitori internazionali. Secondo un’analisi di Srm, Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo, nelle Free Zone si registra una crescita dell’export fino al 4% e un aumento del traffico di container capace di raggiungere l’8,4%. Il PNRR punta sulle ZES assegnando 630 milioni di euro a progetti logistico-portuali e di connessione ferroviaria per consolidare i collegamenti tra i porti e le aree produttive, con l’obiettivo di assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti con la rete nazionale dei trasporti e in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T).
Ad oggi, ci sono 8 ZES nel Sud Italia e 7 ZLS nel Centro Nord in fase di evoluzione. In questo scenario, un ulteriore elemento strategico è rappresentato dal Mediterraneo, un mare che intercetta il 20% del traffico marittimo globale e gestisce il 27% delle rotte commerciali di container. Questa area continuerà a crescere nel periodo 2021-2026 e diventerà la seconda nel mondo (dopo la Cina) a registrare i maggiori tassi di incremento del traffico portuale: 3,7% il Mediterraneo Orientale; 2,9% il Mediterraneo Occidentale. La congiuntura internazionale sta inoltre accelerando il processo di “regionalizzazione della globalizzazione” nel Mediterraneo, determinando un aumento dei traffici marittimi circoscritto in specifiche zone con rotte di breve-medio raggio.
Questa dinamica rappresenta un’importante opportunità per l’Italia, che in questa area è leader per movimentazione in Short Sea Shipping con 244 milioni di tonnellate gestite e una quota di mercato del 38%. Le ZES e le ZLS possono favorire questa transizione e rappresentare uno strumento innovativo per creare ulteriore valore aggiunto.