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Le competenze professionali più richieste dalle aziende italiane

di Greta Lomaestro

Nel panorama lavorativo attuale, caratterizzato da cambiamenti rapidi, le competenze professionali richieste dalle imprese sono in costante evoluzione

Ricerca lavoro, le 10 competenze essenziali secondo le aziende italiane

Stiamo vivendo una fase di enorme accelerazione tecnologica e il mondo del lavoro ne è fortemente impattato, questo è un fatto. La paura di molti riguarda la possibile “scomparsa” di alcuni lavori a causa di tecnologie nuove come l’intelligenza artificiale generativa; un timore poco fondato, perché confonde lo strumento con la competenza. 

Ma quali sono, quindi, le competenze più richieste dalle aziende italiane oggi, quando cercano un candidato? Andiamo ad approfondire questo tema, tanto interessante quanto cruciale per coloro che si stanno formando ora, che sono alla ricerca di un primo impiego o che desiderano ricollocarsi. Il focus saranno i lavori cosiddetti “d’ufficio”, tutto ciò che ruota intorno al digitale, all’ICT e al tech in senso lato, ambiti che ormai pervadono anche tipologie di mestieri fino a pochi anni fa ancora del tutto analogici, come il mondo medicale o legale.

Basti pensare che, secondo un'indagine Istat, il 37,1% degli occupati in Italia utilizza strumenti digitali per almeno metà del tempo lavorativo, mentre per coloro che lavorano nel management, amministrazione, o attività finanziarie e commerciali, l'uso delle competenze digitali nel quotidiano supera l'80%.

Hard skills in ambito ingegneristico e informatico… ma non solo

Possiamo iniziare subito con una dicotomia che, a onor del vero, è ormai obsoleta. Quella del profondo aut aut tra formazione umanistica e scientifica, tra STEM e creatività, tra ingegneria e studi classici. La complessità dell’universo lavorativo attuale, infatti, fa sì che le competenze apprese in un ambito debbano necessariamente essere controbilanciate da un know-how, anche maturato per interesse personale, nell’altro.

Dimmi cosa studi e ti dirò che lavoro fare: oggi non vale più?

Se, infatti, gli anni ‘90 e 2000 si erano caratterizzati a livello educativo con una corsa alla specializzazione e alla verticalità, oggi si parla sempre più spesso di conoscenze trasversali e di un approccio “orizzontale” al lavoro. Un ingegnere potrà utilizzare il proprio metodo anche in contesti apparentemente lontani da quello industriale o edilizio, come la finanza, l’HR, la formazione o il marketing. Allo stesso modo, un laureato in lingue per il business o in comunicazione d’impresa potrà portare un grande valore aggiunto anche in realtà tecnologiche o nell’industria 4.0.

L’approccio costruttivo alla risoluzione dei problemi, la gestione delle persone, la visione, la resilienza, infatti, sono tutte skill che possono essere maturate tanto in un ambito scientifico quanto in uno umanistico. E chi pensa che l’analisi dei dati o lo studio sugli algoritmi di machine learning e l’AI siano scienze per pochi eletti, mentre le lettere classiche o le relazioni internazionali siano materie per tutti, beh… forse non ha mai fatto i conti con le regole ferree su cui si reggono la grammatica greca o la fonetica internazionale.

Mancano competenze informatiche ma non sono le uniche cruciali

Un esempio concreto? Da un lato, secondo una ricerca Assolavoro, nel 2023 le professioni dell’ICT più ambite sono state il Software Engineer, soprattutto esperti di Java e DOTNET, il Data Analyst, il sistemista e lo specialista di ERP, ossia di software per la gestione e pianificazione delle risorse dell’impresa.

Dati confermati anche dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale: l'Osservatorio delle competenze digitali, un progetto congiunto delle principali associazioni ICT italiane, ossia Assintel, Anitec-Assinform e AICA, monitora l'andamento delle competenze digitali e del mercato del lavoro nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. L'edizione 2023 afferma che dal 2019 al 2023 gli annunci di lavoro per professionisti ICT pubblicati online sono aumentati del 116%. Le figure professionali più richieste sono gli sviluppatori di software e gli esperti in ingegneria delle reti e dei sistemi, confermando i dati Assolavoro. Tuttavia, il sistema educativo italiano faticherebbe a soddisfare questa domanda: nel 2022, a fronte di circa 219 mila annunci pubblicati, solo 44 mila laureati o diplomati nel settore ICT sono entrati nel mercato del lavoro.

Quindi, servono solo figure tecniche? No, e qui possiamo citare i dati presentati all’ultimo We Make Future, fiera internazionale sull’innovazione tenutasi dal 13 al 15 giugno a Bologna, dai Clust-ER Innovate e Tourism, progetti regionali di sviluppo dell’Emilia Romagna finanziati da fondi dell’UE. Stupiscono quasi le evidenze che emergono dallo speech, incentrato proprio sulle skill ICT del territorio: nel 2018 la prima voce era, ça va sans dire, “Conoscenza e uso di computer e sistemi elettronici", seguita da Management e Servizio Clienti, mentre i dati 2023 mostrano che al primo posto oggi le imprese emiliane cercano candidati con competenze linguistiche, a seguire capacità di gestire le persone e solo in terza posizione la conoscenza verticale del mondo computer. E ciò che emerge su scala locale può sicuramente essere un ottimo specchio di sviluppo nazionale, come dire: ben vengano le competenze verticali e tecniche, ma la capacità di comunicare e relazionarsi è essenziale.

La centralità delle soft skills tra le competenze più richieste dalle imprese oggi

Come ultima fonte di dati andiamo a “scomodare” niente poco di meno che "The Future of Job" del World Economic Forum, allargando lo sguardo dalla dimensione locale al più ampio respiro globale. In questo dossier, infatti, emergono sicuramente le necessità di approfondimento tecnico legate all’Industria 4.0, all’intelligenza artificiale, alla robotica e alle biotecnologie, ma anche e soprattutto le soft skills.

Ecco le 10 principali competenze caratteriali e di approccio al lavoro, indispensabili oggi: la capacità di risolvere problemi complessi, accompagnata dall’elasticità mentale e dalla voglia di affrontare nuove sfide, è fondamentale. Il pensiero critico, che implica l'uso della logica per valutare diverse soluzioni rapidamente, è altrettanto importante. La creatività, che permette di unire informazioni per elaborare idee innovative, è indispensabile, soprattutto per le start-up e ambienti in evoluzione. Gestire le persone, motivare i team e rispondere ai loro bisogni richiede capacità relazionali, necessarie per creare team forti e produttivi.

L'intelligenza emotiva è cruciale per mantenere un ambiente di lavoro positivo. Prendere decisioni basate su un'analisi attenta dei dati, senza perdere la visione d'insieme, è una competenza chiave. L'orientamento al servizio consiste nel comprendere e anticipare i bisogni dei clienti e dell’azienda. La negoziazione è essenziale per raggiungere accordi vantaggiosi, attraverso capacità di ascolto e comunicazione. Infine, la flessibilità cognitiva è necessaria per adattarsi rapidamente a situazioni diverse, essenziale in un mondo in continuo cambiamento.

Nel panorama lavorativo attuale, caratterizzato da cambiamenti rapidi e continui, le competenze professionali richieste dalle imprese sono in costante evoluzione e non riguardano più soltanto conoscenze e know-how tecnico, bensì un insieme di caratteristiche personali e umane, per un approccio olistico al lavoro, a prescindere dal settore e dalla seniority.