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PNRR e opportunità per le PMI: l'intervista a Giordano Guerrieri
Guerrieri (Finera): "Il Piano del Governo è sicuramente un’opportunità enorme di cambiamento per la nostra economia nazionale"
PNRR, Giordano Guerrieri approfondisce il tema delle agevolazioni previste dal Piano del Governo
Lo scorso 31 marzo 2022 la Commissione Europea ha autorizzato l'erogazione della prima tranche (pari a 21 miliardi di Euro) prevista dal PNRR per la ripresa economica dell’Italia. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è senza dubbio un’opportunità imperdibile per la crescita economica del nostro Paese sul lungo termine. In totale, infatti, tra fondi stanziati dall’Unione Europea e Piano Complementare finanziato dallo Stato, sono previsti 222,1 miliardi per l’Italia. Ma quali sono le effettive opportunità previste per le nostre PMI italiane? Saranno sufficienti per far crescere l'economia del nostro Paese e il suo tessuto imprenditoriale?
Per approfondire le agevolazioni previste dal Piano di Ripresa e Resilienza Nazionale e dare una panoramica delle opportunità a disposizione delle piccole e medie imprese, abbiamo intervistato Giordano Guerrieri, CEO & Co-founder di Finera ed esperto di finanza aziendale per le PMI, nonché autore di vari libri sull’argomento.
Guerrieri, pochi giorni fa è stata erogata la prima tranche di aiuti prevista dal PNRR per l’Italia. Come pensa impatteranno questi aiuti sulla crescita economica italiana?
Il Piano del Governo è sicuramente un’opportunità enorme di cambiamento per la nostra economia nazionale. Secondo l’ultima stima del DEF, nel 2022 il PNRR avrà un impatto economico di +0,9 punti sul Pil del nostro Paese, fino ad arrivare a +2,8 punti nel 2025. Non bisogna dimenticare poi che, oltre al PNRR, nell’ultimo biennio il Governo ha emesso numerosi decreti per dare sostegno al tessuto della piccola imprenditoria italiana, i cui fondi sono stati erogati tutti tramite interessanti formule di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto. Con il PNRR, a mio parere, potrebbe finalmente esserci quel forte slancio della crescita economica dell’Italia. Parte dei fondi previsti andranno a colmare quei gap che da troppo tempo ormai rallentano il nostro Paese, come la scarsa digitalizzazione. Come dico spesso, il PNRR è “il treno che passa una volta sola” e l’Italia ora è saltata a bordo, ma deve anche restarci fino alla fine del viaggio per arrivare a destinazione.
A proposito di digitalizzazione: da anni il Governo propone incentivi. Perché il PNRR dovrebbe rappresentare una svolta concreta rispetto al passato?
Perché ci stiamo lasciando alle spalle un biennio economicamente disastroso, in cui troppe PMI non erano digitalmente pronte e questo gap si è sentito forte e chiaro a livello di economia nazionale. Adesso, quindi, ci troviamo in un momento storico in cui le nostre piccole imprese sono davvero consapevoli delle loro mancanze digitali e di quanto sia importante innovarsi in quest’ottica. Il Piano rappresenta quindi una svolta concreta perché, per la digitalizzazione e l’innovazione, prevede 13,8 miliardi di Euro per supportare le imprese nei loro investimenti digitali, ma anche per far crescere e consolidare il know-how. La pandemia ha evidenziato un ritardo comune a tutte le PMI, che ha permesso una accelerazione davvero impressionante in termini di digitalizzazione dei processi aziendali e abbiamo visto già un grosso boom di tecnologie, ma la strada da percorrere è ancora lunga e in salita. Nell’ultimo Digital Economy and Society Index (DESI), per livello generale di digitalizzazione dell’economia e della società, la nostra Italia è ancora quartultima. E siamo ultimi per quanto riguarda la cosiddetta dimensione del capitale umano: in Italia solo il 42% delle persone tra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali di base, contro una media UE del 58%. Ad avere invece competenze digital di livello superiore è solo il 22% delle persone nella fascia d’età considerata, contro il 33% della media UE. Quindi, di fronte a questi dati, credo che questi contributi rappresentino davvero una possibilità di spinta per la digitalizzazione di tutte le PMI.
Cosa prevede nel concreto il PNRR per la digitalizzazione e quali sono le agevolazioni più interessanti del piano?
Come dicevo prima, il Piano prevede quasi 14 miliardi di Euro per la digitalizzazione e l'innovazione. Quindi, per raggiungere l’obiettivo di questa trasformazione, ci sono davvero tante agevolazioni disponibili, ognuna interessante per aspetti differenti. Merita di essere nominato il Credito d'Imposta Investimenti, che permette alle PMI di avere un risparmio fino al 40% sulle tasse e creare maggior liquidità per investire ad esempio in tecnologie, in software e in competenze digitali. A questo si affiancano altre interessanti opportunità come l’agevolazione del MISE-Investimenti sostenibili, che concede contributi a fondo perduto fino al 65% alle aziende del Sud Italia per investimenti 4.0 anche rivolti all'economia circolare. Non dimentichiamo poi i numerosi bandi delle Camere di Commercio e quelli emanati a livello regionale. Le occasioni per far salire in graduatoria la nostra Italia per quanto riguarda la digitalizzazione, non mancano. Bisogna coglierle.
Parliamo anche di export: quali sono i bandi per le imprese che vogliono aprirsi all’estero?
Anche in questo caso abbiamo davvero tante agevolazioni dedicate alle PMI. Il “Made in Italy” è da sempre una leva di crescita, sfruttata ancora troppo poco, quindi troviamo tante agevolazioni anche su questo fronte. Consideriamo che soltanto per l'export abbiamo a disposizione 2 miliardi di euro, di cui 400 milioni a fondo perduto destinati al Fondo 394 di Simest, società del Gruppo Cassa depositi e prestiti controllata al 76% dalla SACE che, come sappiamo, promuove l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Tramite proprio i bandi Simest, ad esempio, le aziende possono ottenere dei finanziamenti a un tasso agevolato, a cui si aggiunge anche un’interessante quota a fondo perduto. Questa “formula mista” di finanziamento, garantisce una copertura pressoché totale delle spese che l’azienda deve sostenere per potenziare la propria presenza nei mercati esteri. Tra le spese coperte ci sono ad esempio quelle per l’apertura di uffici all’estero, le spese per l’allestimento di fiere internazionali e nazionali dal carattere mondiale e anche l’apertura di marketplace o e-commerce.
Oltre al digitale e all’export, ci sono contributi che interessano anche altre aree?
Possiamo dire che nessuno è escluso. O meglio, nessuna PMI è esclusa. Ci sono infatti contributi che interessano un po’ tutte le aree, come ad esempio quelli che riguardano il settore del turismo. Il PNRR prevede infatti bonus fiscali anche per le imprese turistiche, che possono ottenere il credito d’imposta all’80% per effettuare interventi edilizi finalizzati all’efficienza energetica, all’eliminazione delle barriere architettoniche e alla riqualificazione antisismica. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede anche una serie di misure a supporto delle startup che mirano al digitale, alla sostenibilità e all’imprenditoria femminile. Per quanto riguarda proprio le imprenditrici, altro esempio di sostegni pensati per ogni PMI ci è dato dal nuovo Fondo Impresa Femminile, che sostiene l’imprenditorialità delle donne e che, a mio parere, può davvero andare a colmare quell’anacronistico gap di genere ancora presente in Italia. Il Fondo, infatti, promuove la partecipazione delle donne al mondo imprenditoriale, valorizzando competenze e creatività di imprenditrici di ogni età. Perciò, ci sono finanziamenti e agevolazioni per tutte le PMI e attività imprenditoriali.
Il Piano prevede quindi sostegni per tutti. Ma le aziende sono pronte per il PNRR?
I recenti dati diffusi da Unioncamere ed elaborati dal Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, ci dicono che, in realtà, solo un’impresa su tre è pronta a cogliere le opportunità del PNRR. Secondo la stima, il 16% delle PMI si è attivato per aderire ai progetti del Piano, un altro 13% ha in programma di farlo, ma più del 70% invece non si è ancora attivata per beneficiare degli aiuti. Questa situazione evidenzia uno stato di incertezza nell’accedere alle misure, causato principalmente da 3 fattori: le imprese conoscono poco le agevolazioni disponibili, non riescono a gestire tutta la burocrazia per la presentazione delle domande in modo corretto e non sanno bene come rendicontare il contributo. Tutto questo comporta: meno imprese che presentano domanda, più rifiuti da parte degli Enti erogatori o ritardi nell’erogazione dell’agevolazione. Per prepararsi correttamente, le imprese devono farsi supportare da esperti in materia e da società di consulenza specializzate in finanza aziendale, che siano in grado di indirizzarle verso i contributi più adatti, occupandosi della parte burocratica e supportandole in ogni passaggio della procedura.
Concludendo: il PNRR è l’opportunità che darà la svolta?
Henry Ford diceva: “Il meglio che possiamo fare è cogliere le opportunità, calcolare i rischi connessi, stimare la nostra abilità di gestirli, e fare i nostri progetti con fiducia”. Il PNRR è decisamente un’opportunità di svolta. Tuttavia, ogni piccola e media impresa è responsabile della propria crescita. Per cogliere opportunità come quella del PNRR, le aziende devono avere chiari i loro obiettivi, essere consapevoli dei rischi del fare impresa, fidarsi dei loro progetti e affidarsi a esperti per realizzarli.