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Retail 2025: le previsioni di JAKALA e Confimprese tra sfide e strategie
Cerchiaro (JAKALA): "Per le aziende diventa essenziale trasformare l'incremento del traffico in vendite attraverso investimenti in branding e comunicazione"
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Retail Barometer semestrale Confimprese-JAKALA: sfide e strategie per il retail in un 2025 incerto
Nel mese di dicembre, i consumi hanno registrato un incremento dell'1,3% a valore, riallineandosi alla tendenza moderata del 2024, che si era attestata a un modesto +0,7%. Tuttavia, le previsioni per il 2025 non indicano un'inversione di tendenza, con una crescita dei volumi stimata a un perfetto +0,0%. Anche l'aumento a valore si preannuncia contenuto, con una media ponderata dell'1,7%, a fronte di un'inflazione stimata dall'analisi della Banca d'Italia all'1,5%, portando così la crescita reale al solo +0,2%. L'ultimo trimestre del 2024 ha mostrato una significativa decelerazione, passando dal 34,7% di ottobre al 24,7% di gennaio 2025, influenzando negativamente le prospettive per l'anno in corso e aumentando il rischio di una fase di stagnazione economica.
Analizzando il contesto più ampio, l'andamento del ciclo economico italiano rispecchia la tendenza generale delle economie europee, dove la contrazione di Germania e Francia ha avuto un impatto sulla stabilità dell’Eurozona. Un'ulteriore fonte di incertezza riguarda i dazi annunciati dagli Stati Uniti, che, se implementati, rischiano di penalizzare il settore industriale e aumentare i prezzi per i consumatori, destabilizzando il quadro economico globale. In questo scenario, il 2025 si prospetta come un anno difficile per le aziende del settore retail, con la ristorazione particolarmente esposta all'aumento dei costi delle materie prime alimentari e all'incremento del costo del lavoro, un fenomeno che interessa trasversalmente tutti i settori. Per le imprese sarà fondamentale adottare strategie mirate per fidelizzare la clientela e attrarre nuovi consumatori, combinando azioni di contenimento dei costi e miglioramento della produttività.
Le stime del Retail Barometer semestrale, elaborate da Confimprese-JAKALA con il supporto di Global Strategy, indicano per il 2025 un aumento medio ponderato dei consumi dell'1,7%. Tra i vari comparti, il settore "altro retail" (che comprende casa-arredo, ottica, entertainment, cura della persona e servizi) mostra le prospettive più positive con un incremento del 3,1%, mentre i segmenti dell’abbigliamento e della ristorazione registrano una crescita più contenuta, rispettivamente dello 0,5% e dello 0,4%, in revisione al ribasso rispetto alle previsioni del 2024.
"Le catene del retail e della ristorazione rappresentate nell’Osservatorio consumi Confimprese-Jakala chiudono il 2024 con un +2,8% su tutto il perimetro, rispetto a un mercato totale fermo al 0,0%, un chiaro segnale di stagnazione a livello nazionale. Ciò che preoccupa maggiormente è la brusca frenata dell'economia nell’ultimo trimestre del 2024, che ha portato a una revisione al ribasso delle previsioni ufficiali per il 2025 su esportazioni, importazioni e occupazione, con un taglio di oltre mezzo punto percentuale rispetto alle stime di due mesi prima. In un contesto di riduzione del commercio internazionale e dell’occupazione, è difficile immaginare un impatto positivo sui consumi, che la Banca d’Italia prevede al +1,0%, invariati rispetto alle precedenti valutazioni" ha spiegato Mario Maiocchi, direttore del Centro Studi Confimprese.
Data la mancanza di prospettive di crescita significative per il 2025, le aziende dovranno ripensare le proprie strategie per attrarre i consumatori nei punti vendita. Uno degli strumenti principali rimane l’adeguamento dei listini, che secondo le aziende rimarranno sostanzialmente stabili con un incremento medio dell’1,2%, in linea con l’inflazione. Inoltre, il 79% delle aziende non prevede di intensificare le promozioni, nonostante il 40,9% dei consumatori dichiari di orientarsi verso insegne a basso prezzo. Se da un lato iniziative come le promozioni stagionali, il Black Friday e i saldi continuano a registrare successo, dall’altro non sono sufficienti per sostenere i consumi e incrementare i ricavi. Il comparto "altro retail" registrerà gli aumenti di listino più significativi (+1,8%), mentre nella ristorazione l’incremento sarà dell’1,1%. Nel settore dell’abbigliamento, invece, dopo una crescita dell’1,0% nel 2024, si prevede un lieve calo dei listini dello 0,1%. Le aziende si orientano dunque verso una strategia meno aggressiva sulle promozioni, puntando maggiormente sulla marginalità rispetto ai volumi di vendita.
Sul fronte dei canali distributivi, i centri commerciali hanno chiuso il 2024 con una performance in linea con l’andamento generale del mercato. Per il 2025, il trend sembra destinato a rimanere stabile. L’ultimo trimestre del 2024 ha visto un incremento del 2,2% delle visite nei centri commerciali rispetto allo stesso periodo del 2023, con una crescita particolarmente rilevante nei centri commerciali di categoria A.
"La ripresa, seppur moderata, del traffico nei diversi ambienti d’acquisto, sia nei centri commerciali che nelle aree urbane, rappresenta un segnale positivo su cui costruire strategie in un contesto ancora caratterizzato da forte incertezza e da una crescita trainata più dai prezzi che dai volumi. Per le aziende diventa essenziale trasformare questo incremento del traffico in vendite attraverso investimenti in branding e comunicazione e, allo stesso tempo, rafforzare la fidelizzazione della clientela puntando su modelli di servizio eccellenti. In questo quadro, il ruolo del personale di vendita, con competenze tecniche e relazionali, diventerà sempre più centrale per garantire un vantaggio competitivo", ha dichiarato Raffaele Cerchiaro, managing director di JAKALA.
Dal punto di vista territoriale, il Nord-Ovest si distingue con performance superiori alla media nazionale, mentre il Centro si mantiene su livelli simili a quelli del 2024. Anche nelle vie commerciali si è registrato un aumento delle visite del 2,29% su scala nazionale nell’ultimo trimestre del 2024, con il Nord-Ovest e il Sud che hanno segnato incrementi superiori alla media.
Il sentiment dei consumatori per il 2025 rimane complessivamente negativo, con l’81,2% degli italiani che manifesta preoccupazione per il futuro economico, il dato più alto degli ultimi due anni secondo l’analisi di Innovation Team-Cerved per Confimprese. Tra i principali fattori di incertezza, il 43% indica il ritorno dell’inflazione (in aumento rispetto al 36,7% di ottobre 2024), il 36,9% è preoccupato per la situazione geopolitica, il 35,2% per gli eventi climatici estremi e il 29,8% per la politica nazionale. In questo scenario, emerge una tendenza al risparmio, con una riduzione delle spese non essenziali. Circa la metà dei consumatori prevede di tagliare il budget destinato alla ristorazione, mentre cresce l’intenzione di incrementare la spesa per alimentari e beni di prima necessità. Tra i settori più penalizzati si segnalano casa (48,7%), intrattenimento (45,2%), elettronica (39,1%) e beauty (28,9%). Per l’abbigliamento, il 43,4% dei consumatori intende ridurre la spesa, ma il 43,1% dichiara di voler mantenere gli stessi livelli di consumo del 2024.